Home > Lettera ai vescovi : tra donne e cardinali che male ti Fo?

Lettera ai vescovi : tra donne e cardinali che male ti Fo?

Publie le lunedì 4 ottobre 2004 par Open-Publishing
1 commento

Dazibao


La «Lettera alle donne» del cardinale Ratzinger vista dal premio Nobel per la
letteratura. Ad Alcatraz, tra arte e Vangelo, un laboratorio sulla figura femminile
nella Chiesa


di IAIA VANTAGGIATO

A Dario Fo, la «Lettera ai vescovi» del cardinale Ratzinger non è proprio andata
giù: «E’ sempre il solito tormentone, il solito tentativo di ricondurre le donne
a uno stato di soggezione, di ribadire un concetto che sembra medievale ma medievale
non è». E la risposta al cupo cardinale arriva sotto forma di un laboratorio
aperto che si terrà - dal 5 al 10 ottobre - presso la Libera Università di Alcatraz.
Un incessante andirivieni tra arte e vangelo tutto teso a scardinare quel falso
luogo comune che, nei primi secoli dell’era cristiana e anche dopo, vorrebbe
le donne deboli e sottomesse.

Il Vangelo, le donne, l’arte. Fo, dove vuole arrivare questa volta?

Intendo dimostrare - attraverso documenti, sculture, pitture tombali risalenti al II e III secolo, dipinti su bibbie e vangeli, affreschi, testi teatrali di tradizione popolare, canti, monologhi di fabulatori e fabulatrici - che le donne, nella Chiesa, sono state protagoniste. Soprattutto agli inizi, prima che diventasse Impero.

Un esempio?

Il duomo di Modena. Un luogo in cui è impossibile non avvertire la presenza di una cultura, di una sapienza tutta femminile. Addirittura, di un addottorato.

Sul duomo di Modena, lei aveva già allestito uno spettacolo-lezione titolato «Il tempio degli uomini liberi». Cosa l’aveva colpito?

Quella chiesa è unica al mondo. E per due ragioni: la prima è che nasce per volere - e con il lavoro - di un popolo che decide di rendersi autonomo dalla Chiesa, dai principi e dall’imperatore. A Modena, nel 1099, la popolazione approfitta della vacanza del vescovo cacciato dal papa, lo rende latitante così da impedire a chiunque di prenderne il posto. Quindi «fa» da sola.

La seconda ragione?

Il ruolo che in quel contesto ebbero le donne, ruolo testimoniato da sculture e bassorilievi. Nel duomo, per esempio, c’è una scultura che rappresenta due centauri e il centauro è il maestro, colui che sa e che insegna. Bene, uno dei due centauri è donna. La cultura femminile è messa allo stesso livello di quella maschile.

Poi cosa accade?

L’evoluzione del ruolo della donna - nel cristianesimo e non solo - va a ondate, conosce alti e bassi. Nella scultura, nella pittura e nei racconti che abbiamo raccolto, per esempio, alcuni temi - la giocondità, l’autorevolezza, il canto, la sessualità della donna - sono costanti nei primi secoli del cristianesimo ma poi scompaiono. E molto di tutto questo dipende dalla condizione dell’umanità «in generale», dall’ormai troppo dimenticato concetto di «classe». La donna ha un peso laddove la società si è liberata dalle catene dell’oppressione e dello sfruttamento. Del resto, non c’è un momento rivoluzionario dal quale le donne siano state assenti.

Torniamo al Vangelo.

Se torniamo al Vangelo, allora parliamo di Maddalena. La donna per antonomasia. Maddalena - la prostituta, colei con cui è indegno parlare - è presente in ogni punto drammatico, importante e definitivo della vita del Cristo. Quando Leonardo dipinge la Maddalena ne «L’ultima cena» - in realtà - non inventa niente. Noi abbiamo trovato ben quindici affreschi - anteriori e posteriori a Leonardo - in cui la Maddalena è presente. Addirittura ne abbiamo del `200, in cui le donne presenti erano due.

Un movimento rivoluzionario, dunque, dal punto di vista delle donne.

La grande rivoluzione del cristianesimo sta nel non accettare né regole né convenzioni. Il cristianesimo non scende a compromessi. Solo in un secondo momento il potere imperiale - con Costantino - comprende di dover fare i conti con i cristiani e trasforma la religione cristiana in religione di stato. E la prima cosa che fa, sa qual è? Riaprire i matronei, mettere da parte le donne impedendo loro di partecipare al rito.

Da allora, su un’altra donna per antonomasia - Maria - il cattolicesimo mette il suo carico da novanta: la fa immacolata e l’assume in cielo.

Esasperando la santità della madonna, il cattolicesimo ha voluto cancellare l’umanità del Cristo, la presenza dell’uomo. Se Maria è divina, suo figlio non può essere un uomo, non può soffrire né aver paura della morte.

Fo, che ne pensa del burka?

Non capisco tutto questo accanimento del movimento francese - socialista persino - contro un copricapo. Mi sembra un po’ eccessivo. Quale sarà il prossimo passo? Togliere il manto alla madonna?

http://www.ilmanifesto.it

Messaggi