Home > Lettera al Corsera su assemblea Bologna
Carissimi/e
vi invio per conoscenza la lettera spedita oggi da me e da Salvatore al
Corriere della Sera, in relazione a come ha ritenuto di dover riportare
domenica e oggi l’assemblea di Bologna.
un abbraccio
Luciano
Lettera al Corriere della Sera
9 febbraio 2004
La ricostruzione dell’assemblea di Bologna da parte del Corriere della
Sera
ci lascia particolarmente stupiti. In realtà l’appuntamento ha visto una
discussione forte e tesa su argomenti di grande rilevanza come appunto
il
tema violenza/nonviolenza o la resistenza in Iraq ma anche la situazione
politica. A differenza di quanto scrive il Corriere su questi temi non è
"passata una linea" ma è iniziata una discussione in cui convivono
approcci
e sensibilità diverse.
Del resto, il movimento ha già mostrato con la sua iniziativa, e le sue
manifestazioni, la propria attitudine pacifica e certamente poco incline
alla violenza che spesso è stata appannaggio delle forze di polizia. A
Genova nel 2001 una repressione bestiale si era abbattuta su un
movimento
nascente. La trappola repressione-risposta violenta era pronta, ma il
movimento, gli uomini e le donne che fanno questo movimento, non ci sono
cascati. Tutti quanti insieme abbiamo lavorato sull’allargamento dei
movimenti, sull’inclusione. L’avremmo poi chiamata "radicalità e unità".
Ricondurre tutto ad una visione politico-ideologica riassumibile nella
"strategia della nonviolenza" ci sembra francamente una forzatura. La
posta
in gioco è l’autonomia dei movimenti, che non potrà vivere nella logica
degli schieramenti che le scadenze elettorali in avvicinamento
inevitabilmente ripropongono, ma soltanto ritrovando la capacità di
guardare
"fuori", alla società, ai conflitti e ai bisogni, senza fughe in avanti
né
riedizioni di vecchi "avanguardismi".
L’alternativa è disperdere il
patrimonio di questi anni e riconsegnare il futuro ad una politica
politicista.
Da Bologna ci viene l’agenda di un dibattito aperto, ma anche la volontà
di
riprendere il cammino, a partire dal 2 marzo a Genova contro la
criminalizzazione del movimento e con una forte condivisione unitaria
del 20
marzo, giornata internazionale contro la guerra e per il ritiro delle
truppe
d’occupazione dall’Iraq.
Salvatore Cannavò
Luciano Muhlbauer