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Liberate la pace! Da una mail a una amica, di Simona
Publie le sabato 25 settembre 2004 par Open-Publishing
Una lettera di Simona pochi giorni prima del sequestro
Di prima mattina avevamo appuntamento con lo sceicco per discutere del progetto
scuole. Ci ha raccontato dei suoi fedeli uccisi mentre marciavano pacificamente,
padri di famiglia. Io gli ho raccontato di Enzo. Abbiamo pianto sui morti comuni,
un cordoglio italiano-iracheno. Ci ha detto di essere forti. In questi giorni
rimane poco spazio per sperare; il dolore è dappertutto.
Poi alla sera è tornato, ci ha fatto una sorpresa: due piante di margherite.
Voleva farci sorridere. "Dopo avervi viste così depresse questa mattina non sono
riuscito a riposare tutto il giorno". E lo dice uno che da un anno vede morire
amici, conoscenti. "Ho scelto questo fiore perché è l’unico che riesce a crescere
nella terra salata. È come voi: vive e cresce anche in una condizione negativa". "Allora
smettetela di essere tristi, siete una delle cose più preziose che abbiamo. E
soprattutto voglio riposarmi". Ci ha fatto sorridere. A me è toccata la margherita
rossa solitaria, con lo stelo lungo. A Simo quella rosa e carnosa. Simona