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Los Angeles 5 agosto 1962 ore 15.01: Marilyn Monroe, la popolare attrice è morta
Publie le giovedì 5 agosto 2004 par Open-Publishing
di Paola Doricchi
«Los Angeles, Marilyn Monroe, la popolare attrice è morta poco prima dell’alba. E’ stata trovata esanime nel suo letto dalla cameriera. Il coroner incaricato delle indagini ha lasciato intendere che con molta probabilità si tratta di suicidio», recitava, con la freddezza tipica delle agenzie stampa, il comunicato Ansa delle ore 15.01 del 5 agosto 1962.
Così, per una overdose di barbiturici, nella disperata solitudine della sua casa di Brentwood, Los Angeles, California si spense all’età di trentasei anni, Norma Jean Baker. Quel giorno morì la donna più desiderata del mondo e nacque un mito.
Le immagini in bianco e nero della calca dei giornalisti e dei vicini affollati intorno alla barella sulla quale giaceva il corpo della diva coperto da un lenzuolo scuro mentre veniva trasportato su una ambulanza, furono trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo. Le più diffuse - dice una ricerca - insieme alle sequenze drammatiche dell’assassinio di John Kennedy avvenuto solo un anno dopo, il 22 novembre del 1963. Macabro primato per le due figure americane più emblematiche, unite dall’amore per un breve periodo e poi da una morte prematura e violenta.
Su di lei è stato detto e scritto praticamente tutto, il suo viso e il suo corpo sono stati fotografati in tutte le pose.
La grave infermità mentale della madre, la difficile infanzia trascorsa negli istituti di carità, i matrimoni e i divorzi, gli amori impossibili, i ricoveri in clinica, i periodi di depressione che sempre l’avevano accompagnata, i capricci, le fissazioni, le inquietudini e l’abuso di antidepressivi che la uccisero. Nulla della sua breve esistenza è rimasto privato.
In pochi anni visse tutto: visse la povertà e la ricchezza, la gloria e l’abbandono, la felicità e il tormento, il paradiso e l’inferno. "Con la sua morte il mondo perde un po’ di bellezza" scriveva il New York Times, e un giornale sovietico commentava "Hollywood ha creato la Monroe e poi l’ha uccisa".
Oggi Marilyn avrebbe avuto settantotto anni ma, si sa, è difficile immaginare vecchi coloro che muoiono troppo giovani.
E così ci piace ricordarla svampita suonatrice di ukulele in "A qualcuno piace caldo". Bellissima e struggente accanto a Montgomery Clift ne’ "Gli spostati" scritto per lei dall’ex marito Arthur Miller. Pallida, fragile, ingenua e speranzosa in "Fermata d’autobus". Seducente quando dal balcone della finestra dice di aver messo la biancheria intima nel frigorifero in "Quando la moglie va in vacanza". Sorridente e sensuale mentre fa il bagno nuda in piscina nelle ultime, poche sequenze del film mai realizzato "Something’s Got to Give".
La tragica morte della Monroe rappresentò la fine di quel mondo a cui era stata offerta da Hollywood come un’icona predisposta all’adorazione feticistica, come il simbolo stesso della vita.
In quel 1962 qualcuno scrisse «Fu tutti noi e fu uno splendido momento nelle nostre vite».