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Luisa Morgantini: un saluto

Publie le venerdì 6 agosto 2004 par Open-Publishing

Care tutte,

ci sono tante cose per aria e anche in terra, mi crescono ogni giorno di piu’ dolore e rabbia, spero di riuscire a contenermi. Le nostre fiammelle sono davvero esili eppure se non ci fossero mi sentirei in un tunnel senza fine.

Cosi’ un saluto prima della mia partenza per la Colombia e poi per Palestina-Israele. Partiro’ per Gerusalemme al ritorno da Bogota’. Il giorno 18 si chiude la Gerusalemme a marcia attraverso il muro organizzata da diversi movimenti palestinesi e israeliani. Partecipero’ e poi mi dividero’ tra Nablus e altri luoghi in Palestina e Israele. Il 22 ci sarà la commemorazione di Hagar Roublev nel moshav dove è stata sepolta. Tornero’ il 23 per arrivare in tempo il 24 Agosto alla premiazione del premio Viareggio per le scrittrici Suad Amiry e Manuela Dviri. Se ricordate Suad è stata al nostro incontro di Massa e il suo libro Sharon e mia suocera e’ dedicato a noi.

Se qualcuna volesse partecipare alla serata della premiazione a Viareggio me lo comunichi, Suad sara’ felice di fornirvi l’invito.

In Palestina e Israele, vi sono in questa estate parecchie persone che sono riuscite ad entrare per piccoli, piccolissimi gruppi, ma per fortuna o per tenacia, ci sono. Molti hanno raggiunto il Medical Relief o la summer campaign. L’assopace ha una preseneza fissa a Nablus, anche Giulia Franchi e’ partita insieme ad altri " e resteranno a Nablus per circa un mese. Chiara e Stefania sono tornate da un viaggio in Israele che mi sembra dal loro resoconto sia stato per loro una scoperta anche delle contraddizioni interne, grazie per il resoconto, sarà molto utile parlarne.

Ma la cosa grandiosa e’ che si e’ formato il gruppo delle din (9) che iniziera’ a partire dopo il 20 Agosto e fara’ campo a Jenin. Già non vedo l’ora del loro ritorno, la loro esperienza sara’ davvero un pezzo in piu’ della costruzione non ondivaghe delle nostre relazioni.

Ma nelle cose positive c’e’ l’immane tragedia, continua la costruzione del muro, le uccisioni dei civili palestinesi, miglialia in carcere; migliaia che sono fermi al confine di Rafah e non possono rientare a Gaza, bambini donne ammalati. Un catastrofe, un memergenza per la quale bisogna protestare. I palestinesi hano cominciato ad implodere, trovo che sia un miracolo che non si siano ancora uccisi tutti o non siano fuggiti.

La drammaticita’ della situazione richiede un impegno maggiore anche nostro, dovremmo essere in grado di fare più pressioni, di bussare alle porte di tutti, fare conoscere la situazione. Avevo proposto un lavoro sui prigrionieri politici (più di settemila) per l’adozione anche di casi. Alcune ed alcuni mi hanno risposto, Anna Gigli che nel periodo della prima Intifadah con le Donne in Nero aveva seguito le campagne per le donne prigionieri politiche si e’ offerta di coordinare la campagna. Non potra’ iniziare pero’ fino ai primi di Ottobre che e’ in realtà cosi lontano anche se i tempi sono già passati. Grazie ad Anna per la sua disponibilita’.

Ci risentiremo, abbiate dei buoni giorni.

Un abbraccio.

Luisa Morgantini