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MA IERI A ROMA NON E’ STATO UN "FLOP" ?
Publie le domenica 19 settembre 2004 par Open-Publishing3 commenti
by keoma
Curioso il fatto che praticamente nessuno si ponga il problema che il corteo di ieri a roma e’ stato un sostanziale "flop".
le poche centinaia alla partenza, diventate forse duemila durante la strada, sono state meno della meta’ di quelle che due giorni prima avevano partecipato al corteo di zona a cinecitta’ e un quarto, se non un quinto, di quanti avevano sfilato nella fiaccolata di venerdi’ 10.
e non credo si possano invocare piu’ di tanto a scusante il temporale delle prime ore del pomeriggio o la concomitanza con la "notte bianca".
ne’ tantomeno altre coincidenze come le feste di liberazione e rinascita ( che c’erano gia’ in occasione degli altri appuntamenti ) o i convegni della sinistra D.S. ( che non credo abbiano sottratto gran che alla manifestazione ).
ieri in piazza c’erano sostanzialmente solo i Cobas e i Disobbedienti, con significative assenze anche di situazioni di queste aree, come alcuni centri sociali e il mondo della scuola.
credo invece che i problemi siano assai piu’ seri e che ci troviamo praticamente di fronte ad una "enpasse" simile a quella che porto’ a solo cinquecento persone in piazza per l’ arrivo di bush a pratica di mare qualche anno fa.
i problemi sono molti e variegati, sicuramente l’ assenza totale di Prc e Cgil, sicuramente le logiche "gruppettare" che hanno portato a mettere in piedi questa scadenza, la comunicazione sulla scadenza pressoche’ inesistenze, qualche timore sull’ incertezza se era autorizzato o no il tratto finale fino a palazzo chigi.
ma quello che era veramente assente era il "popolo della sinistra", quello che si mobilita soltanto quando c’e’ una fortissima tensione morale, simbolica ed anche "emozionale".
quello che oggettivamente fa la "differenza".
e che puo’ non piacere, ha gia’ ampiamente dimostrato che non gradisce lo slogan "con la resistenza irakena, senza se ne’ ma ".
slogan che, per la verita’, era del tutto assente dal corteo di ieri, dove l’ unico vago segnale in questo senso poteva essere la bandiera irakena portato dal solito ultranarcisista che si chiama Fulvio Grimaldi.
ma, al di la’ di questo, mi sembra innegabile che le diatribe intorno a questo slogan, che ci portiamo dietro dall’ iniziativa rosso/bruna del Kampo dello scorso dicembre e che ci siamo trascinati in qualche modo il 20 marzo e il 4 giugno, e’ ormai una contraddizione insanabile all’ interno di questo "movimento" e che puo’ anche portarlo all’ esaurimento definitivo.
e’ vero che molti cominciano, anche in ambienti del tutto imprevedibili ( il giro di Europposizione )a ripensare criticamente questo slogan ma l’ equivoco continua d imperare ed e’ bastato spostare appena un po’ l’ attenzione dall’ aspetto simbolico ed emozionale ( liberiamo le Simone !) a un aspetto piu’ "politico", per determinare il "flop" oggettivo di ieri.
ne’ credo che l’ essere potuti arrivare a palazzo chigi ( e in questo c’entra sicuramente il clima della "notte bianca" che non poteva certo permettere in quella situazione scontri con la polizia nel centro di roma ) sia di grande consolazione, salvo forse per il fatto che ci ha permesso di arrivare comunque sui giornali.
io da un pezzo sostengo che se ci fossimo concentrati di piu’ sulle molte "effervescenze sociali" italiane ( scanzano, melfi, acerra, i tramvieri, l’ alitalia ecc. ecc. ) e un po’ meno sull’ "internazionalismo" avremmo ora qualche problema di meno e le contraddizioni sull’ irak ( e sulla palestina ) sarebbero oggi meno "esplosive".
ma al di la’ di questo, e vista la oggettiva difficolta’ di ognuno di noi ad identificarsi in qualche modo nelle forme e nelle azioni della cosiddetta "resistenza irakena", sarebbe il caso, ferma restando l’ opposizione totale alla guerra e la imprescindibile richiesta di ritiro delle truppe occupanti, sarebbe il caso di cambiare un po’ registro sull’ argomento.
ed anche il piu’ che legittimo sospetto che il rapimento delle simone, quello di baldoni e quello dei francesi abbiano matrici diverse da altri episodi irakeni, non puo’ essere una "consolazione" ne’ puo’ minimamente eludere il problema.
Messaggi
1. > MA IERI A ROMA NON E’ STATO UN "FLOP" ?, 20 settembre 2004, 13:24
MI DICI COSA NE PESNI DI ACERRA?
GRAZIE
CORRADO SANTINI
1. > MA IERI A ROMA NON E’ STATO UN "FLOP" ?, 20 settembre 2004, 14:56
LOTTA ESEMPLARE, SACROSANTA, VERAMENTE POPOLARE E SOPRATTUTTO "PRATICA", CON UN OBIETTIVO CHIARO E APPUNTO PRATICABILE.
COME GIA’ SCANZANO.
KEOMA
2. > MA IERI A ROMA NON E’ STATO UN "FLOP" ?, 20 settembre 2004, 14:55
Posso solo notare che da quando non c’e’ piu’ Cofferati a capo della CGIL i sindacati si sono fermati e non partecipano piu’ alle manifestazioni per la pace, in cui prima erano elementod eterminante, e noto che anche l’Unita’ e’ molto defilata e non ha, per esempio, fatto nessun resoconto sul lavoro delle ONG, come tutti si aspettavano. Ma devo anche notare che non si puo’ in una stessa settimana convocare 4, 5 o addirittura 6 manifestazioni. Quando ho lavorato come pacifista accanto alla CGIL, la struttura grossa dell’organizzazione veniva dalla CGIL. Era il sindacato che raccoglieva soldi, che organizzava i viaggi e i biglietti a prezzo ridotto. Le molte associazioni no global, pacifiste o di attivisti sono ognuna in se’ minimale, troppe di numero e polarizzate sul territorio, non hanno potenza organizzativa, ognuno deve in pratica organizzare se stesso e di questi tempi un viaggio a costo intero a Roma costa troppo.
Posso pensare anche che il sindacato adesso voglia concentrare i suoi sforzi nei grandi scioperi d’autunno. Insomma non me la sento di recriminare con nessuno. La grande latitante, invece, e’ la Chiesa, che avrebbe i fondi, la capacita’ di suasione, il carisma e l’organizzazione, e pure i contenuti etici se solo volesse, ma si limita a far parlare il Santo Padre e con quello si lava le mani della sua responsabilita’ istituzionale. In quanto alle capacita’ organizzativa e alla voglia di manifestare per la pace dei vari partiti, questa e’ una responsabilita’ inevasa che lascio tutta a a loro, ma da tempo mi pare che il problema di collegarsi con i grandi che stanno a cuore della gente, come quello della pace, sembra riguardarli solo in parte e sempre meno, tutti presi come sono a marcare la lorovisibilita’ all’interno dello schieramento, il che per chi e’ in periodo preelettorale e deve riconquistare il voto della gente mi sembra una politica molto strana e discutibile
viviana