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CONTINUANO LE PROTESTE CONTRO IL CPT “REGINA PACIS”
L’ultima è di domenica pomeriggio 29 agosto, organizzata dal gruppo “Nemici di ogni frontiera”.
A San Foca un combattivo corteo ha attraversato le vie del piccolo centro balneare per poi raggiungere subito dopo il CPT “Regina Pacis”, che sorge sulla scogliera, a ridosso del meraviglioso mare salentino, terribile e atroce beffa per chi è rinchiuso dietro quelle sbarre.
Slogans, striscioni, volantini, adesivi per spiegare alla gente, che affollava i lati del corteo, le ragioni della manifestazione, per urlare la solidarietà ai migranti e a tutti quelli che finora sono riusciti a fuggire dal Regina Pacis, ma soprattutto a Andrey Vasilovici, un ragazzo moldavo di 29 anni ricoverato all’ospedale perché nel suo tentativo di fuga è caduto ......
...dal muro di recinzione del Regina Pacis alto 5 metri ed è rimasto paralizzato. “Quello di Andrey - scrivono nel volantino distribuito durante il corteo - è un episodio; molti altri muoiono, nel corso dei vari ‘viaggi della speranza’....ma le responsabilità non cambiano: sono lo sfruttamento e le guerre di rapina dell’Occidente a costringere i popoli a fuggire.E’ impossibile tentare di mascherare la vera funzione dei CPT e quanto successo nell’ultimo mese e mezzo a San Foca lo dimostra. Non passa giorno senza che non ci siano rivolte, evasioni, tentativi di fuga, pestaggi, atti di autolesionismo. Questi posti altri non sono che carceri e continuare a fare finta di nulla significa solo rendersi complici”.
Così come, complice delle aberrazioni giuridiche della Bossi -Fini si sta rendendo la Curia leccese che, attraverso la sua Fondazione ‘Regina Pacis’ , gestisce il lager per i migranti.
E’ contro i gestori di questo Centro, Don Cesare LoDeserto e il capo della Curia leccese, il vescovo Ruppi, che sono indirizzati gli slogans più forti perché è di tutta evidenza che l’operazione ideologica e massmediatica che la Curia leccese sta mettendo in atto, presentando il ‘Regina Pacis’ come il modello di accoglienza al quale si dovrebbe ispirare una futura e ipotetica revisione della Bossi-Fini, è una operazione da spendersi tra poche settimane, quando inizierà il processo che vede imputati per violenze e abusi contro i migranti proprio i gestori del ‘Regina Pacis’.
La manifestazione, combattiva ma pacifica, si è svolta senza incidenti ed è stata la risposta a quanto accaduto l’11 luglio proprio sulla costa di San Foca, quando, nel tentativo da parte dei dimostranti di aiutare un migrante che cercava di fuggire dal Regina Pacis, partirono violente cariche della polizia e inseguimenti dei singoli dimostranti sulla spiaggia, tra gli ignari bagnanti.
Poi, quando il corteo è giunto sotto il ‘Regina Pacis’, ancora una volta l’incontro a distanza tra i manifestanti e i migranti rinchiusi, con le loro grida di disperazione: alcuni si sporgono da piccole aperture in alto nelle finestre, gridano la loro condizione, si sentono voci disperate di donne e uomini a cui è proibito anche affacciarsi per incontrare lo sguardo di chi con loro è solidale; un migrante si sporge e in italiano urla che è disperato, che sta facendo lo sciopero della fame; parte l’applauso dal corteo, ma purtroppo è tutto quello che è possibile fare per dare a loro solidarietà e sostegno.
antonella mangia
29.08.04
http://www.triburibelli.net/sito/modules/news/article.php?storyid=1009