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Movimento 5 Stelle, rivisitazione moderna del partito fascista
par Andrea Di Bella
Publie le venerdì 10 maggio 2013 par Andrea Di Bella - Open-PublishingLe bizzarre interpretazioni grilline si susseguono, e mi pare di capire che si pensi all’inciucio un minuto dopo l’altro, al sol pensare che forze politiche anche ideologicamente avverse possano incontrarsi nell’interesse esclusivo dei cittadini. E’ così improponibile? Nel M5S un senatore espulso dal gruppo parlamentare sol perché ha osato dire la sua in televisione; il vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Antonio Venturino, espulso anche lui dal movimento per mezzo email. E’ questa la democrazia partecipata?
Mettiamoci d’accordo: cosa vuole essere questo movimento? Una forza che ha l’obiettivo di responsabilizzare il Paese dando l’esempio lei per prima ai partiti, o una congrega che intende limitarsi a rendere ingovernabile l’Italia trasformando le Istituzioni in una piazza sbraitante, per non dire in un circo? Ci si decida. Le bizzarre interpretazioni grilline si susseguono, e mi pare di capire che si pensi all’inciucio un minuto dopo l’altro, al sol pensare che forze politiche anche ideologicamente avverse possano incontrarsi nell’interesse esclusivo dei cittadini. E’ così improponibile? Arrivano tirate di orecchie al centrodestra. Io dico: saranno pure stati commessi degli errori (e da queste colonne siamo forse stati gli unici, in certi termini, a dirlo), ma che si parli di Silvio Berlusconi come “padre padrone”, e dal punto di vista dei grillini, mi pare davvero bislacco. Specie dopo gli ultimi fatti che hanno coinvolto il Movimento Cinque Stelle: un senatore espulso dal gruppo parlamentare sol perché ha osato dire la sua in televisione; il vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Antonio Venturino, espulso anche lui dal movimento per mezzo email. E’ o non è, questa, una inversione di tendenza rispetto a quel concetto di democrazia partecipata tanto sbandierato? Una vergogna conclamata degna della peggiore dittatura morbida, tanto inneggiata da Grillo? Venturino ha dichiarato questa mattina a Mattino Cinque: “Vorrei capire se sono un pupo. C’è senz’altro un problema di democrazia dentro al movimento Cinque Stelle. Se uno non può dire ciò che pensa, forse il nostro non è un movimento ma qualcosa di altro”. Vi pare normale?
E poi, l’elezione del presidente della Repubblica. Quale democrazia partecipata? Si è parlato di Stefano Rodotà come di un santo, come del “presidente di tutti gli italiani, perché gli italiani lo hanno votato su internet nella consultazione online dei Cinque Stelle”. Vero. Ma in quanti hanno detto che Stefano Rodotà ha totalizzato appena 4mila voti sul sito di Grillo? Era il candidato degli italiani, questo Rodotà, o era soltanto un modo (azzeccato, direi) per distruggere il Pd e Pierluigi Bersani? In barba alle dichiarazioni storiche di Grillo su Rodotà poi, e alla mission del suo stesso movimento: vi battete contro la casta, vi votate i referendum per mandare a casa chi è stato già dieci anni in Parlamento, ma candidate al Quirinale uno che in Parlamento c’è stato vent’anni e che ha presieduto il Partito dei Democratici di Sinistra. E vi tenete tutta la diaria (quasi 5mila euro), costringendo Grillo all’ennesimo atto illiberale: via dal movimento chi non si allinea, e online tutti i nomi dei “traditori”. In perfetto stile neofascista.
Si è gridato allo scandalo quando Pdl, Pd, Scelta Civica e Lega Nord hanno deciso di intercedere presso Napolitano affinché restasse al Colle. Lo si è chiamato inciucio, un accordo meschino, una convergenza vergognosa. Salvo poi offendersi per non avere trovato abbastanza voti in Parlamento per Rodotà: fosse stato eletto il vostro presidente, che scandalo sarebbe stato montato? Nessuno, ve lo dico io. E oggi: accordo dei partiti a Roma? Grillo toglie il sostegno in Sicilia a Rosario Crocetta. Peggio che nella prima repubblica. Sarebbe questa la rivoluzione democratica e partecipata di cui l’Italia ha (secondo voi) bisogno?
La rabbia e le esigenze dei cittadini le riconosce più di chiunque altro l’elettore (e l’eletto) moderato, nonostante gli innumerevoli errori commessi negli ultimi anni. E non perché si è specie particolareggiata. Semplicemente perché il concetto di libertà, unito a quello di benessere costruito in anni di sacrifici e rinunce, è prerogativa di una larga parte di italiani (che oggi come ieri sono la maggioranza) che non vi hanno votato. Fatevene una ragione.