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Najaf, al Sadr accetta la mediazione vaticana ma gli Usa partono con i raid aerei

Publie le martedì 17 agosto 2004 par Open-Publishing

di red

Due notizie di segno opposto. A Najaf è arrivata la delegazione composta da otto membri della Conferenza nazionale irachena per tentare una nuova mediazione col leader sciita Moqtada al Sadr. Obiettivo delle trattative è convincere i miliziani del leader sciita ad abbandonare il mausoleo dell’Imam Ali, dove sono asserragliati da giorni, per evitare un attacco delle forze armate statunitensi.

Contemporaneamente, però - e poche ore dopo una dichiarazione del portavoce di al Sadr che si diceva disponibile ad una mediazione vaticana - l’esercito statunitense è partito all’offensiva. Un raid aereo è stato lanciato sul cimitero monumentale, dove sono asserragliati i miliziani del leader sciita. A dare la notizia dell’attacco aereo statunitense è stata l’emittente televisiva al-Arabiya.

A questo punto è difficile immaginare quali saranno gli sviluppi. Né, ora, è dato sapere se il raid sia il preludio a quell’attacco finale paventato più volte dal governo di Baghdad.

Se così fosse, Allawi e le truppe statunitensi avrebbero definitivamente tolto di scena la possibilità di un accordo diplomatico per salvare la città santa degli sciiti. Di fatto, un attacco militare metterebbe fuori gioco la disponibilità vaticana. Disponibilità ribadita ancora stamane, dopo che al Sadr si era detto interessato ad un eventuale intervento del Papa. «Da più parti - aveva dichiarato a fine mattinata, il Vice Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Ciro Benedettini - è stato chiesto alla Santa Sede se sia possibile un suo interessamento per la sospensione dei combattimenti a Najaf, città santa degli sciiti in Iraq.

La Santa Sede, ovviamente, è sempre disposta ad aiutare le parti a parlarsi e a dialogare, a condizione che esista davvero la volontà di imboccare vie pacifiche per la soluzione dei conflitti». Padre Benedettini aveva anche confermato che «il Nunzio Apostolico a Baghdad segue direttamente gli sviluppi della situazione, anche quelli relativi agli avvenimenti in questione, e la Segreteria di Stato rimane in stretto contatto sia con lui che con il Patriarca caldeo e l’Episcopato del Paese».

Poi a Najaf sono ricominciare gli scambi di armi da fuoco. E nel primo pomeriggio il raid. Proprio mentre in città, dopo tanti tentennamenti era finalmente arrivata la delegazione del governo iracheno partita dalla capitale. Capitale segnata, ancora stamane, da una violenta esplosione, una granata potente - pare - costata la vita a sette iracheni, tra cui due bambini. Che ha fatto anche quarantadue feriti.

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