Home > Nassiriya, rapito reporter americano
Il sequestro risalirebbe a venerdì. Garen avrebbe fotografato le vittime degli italiani
di ROB. CI.
E’ giallo sulla scomparsa del giornalista americano free-lance Micah Garen e del suo interprete a Nassiriya. Fondatore dell’agenzia Four media corner», specializzato in fotografia e documentari sull’archeologia, Micah Garen è autore di alcuni reportages, alcuni dei quali pubblicati sul New York Times (l’ultimo è del 4 aprile scorso) e sul numero di agosto della rivista Archaeology dove ha raccontato l’attività dei carabinieri della Multinational specialized unit contro i trafugatori di opere d’arte nei dintorni di Umma, l’insediamento sumero del terzo secolo avanti Cristo a nord est di Nassiriya. La scomparsa di Garen ha scatenato una ridda di polemiche. Abdel Amir al Hamdani, il direttore del Dipartimento di archeologia di Nassiriya sostiene che i militari italiani hanno allontanato il giornalista da Camp Mittica il 12 agosto scorso per avere scattato alcune foto di un’ambulanza mitragliata dagli italiani durante gli scontri avvenuti tra il 6 e 7 agosto scorsi. I morti sarebbero tre, di cui una donna in cinta.
Al Hamdani sostiene anche che le foto siano state spedite al ministero degli Esteri, ma di esse non c’é traccia né a Roma né su Internet, dove invece si può trovare il cospicuo portfolio delle foto scattate da Garen in Iraq dal 2003 ad oggi, molte delle quali riprendono i monili recuperati dalla polizia irachena in un’operazione dello scorso Giugno. Dopo essere stato allontanato da Camp Mittica, prosegue Al Hamdani, sembra che Garen abbia successivamente riparato in un hotel di Nassiriya, dove è stato raggiunto anche dalla sua fidanzata, e si proponeva «di sviluppare un progetto di difesa del patrimonio archeologico di Nassiriya». «Garen è stato da noi fino all’11 agosto - dichiara il capitano Ettore Sarli, portavoce del comando italiano, che ha anche smentito l’esistenza delle foto. «Era arrivato a Giugno. Si sentiva minacciato e ci ha chiesto ospitalità tramite i carabinieri» ha concluso.
La presenza di Garen nella regione di Dhi Qar è certamente posteriore a Giugno. Già in Aprile, infatti, il giornalista aveva intervistato il vecchio comandante dei carabinieri Carmelo Burgio, oltre ad una serie di brigadieri, e documentato l’attività di recupero delle antichità trafugate a partire dalla caduta del regime di Saddam Hussein (gioielli e statuette in particolare modo).
Allarmata da un’assenza che si prolungava ormai da venerdì scorso, è stata la famiglia del suo interprete che lavora anche nel museo di Nassiriya, ad avvertire la polizia locale e il direttore del museo Abdul-Amir al Hamdani. La scomparsa del 33 enne giornalista è stata confermata ieri anche dal padre Alan il quale, raggiunto a telefono nella sua casa a New Haven nel Connecticut, ha detto «di non averlo sentito da parecchi giorni».
I due uomini sono stati visti per l’ultima volta proprio venerdì mattina, mentre passeggiavano nel mercato cittadino. Alcuni testimoni hanno dichiarato che numerosi miliziani armati li hanno affrontati costringendoli a salire su una macchina. Garen era in possesso di un tesserino da giornalista rilasciatogli dall’International Herald Tribune, ma anche di un altro documento d’identità in cui aveva cambiato il suo nome in Amir Doushi.