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"Nessuna esclusione dai cortei ma servirebbe coerenza"

Publie le mercoledì 25 febbraio 2004 par Open-Publishing

Gino Strada interviene sulla partecipazione della Lista Prodi
alla manifestazione per il ritiro delle truppe dall’Iraq

Bertinotti: "Ci sono contraddizioni fra la partecipazione
alla giornata per la pace e l’uscita dall’Aula al momento del voto"

ROMA - "Venite alla manifestazione ma siate coerenti in Parlamento". Dopo i "ceffoni umanitari" promessi dai Disobbedienti a Piero Fassino i pacifisti "senza se e senza ma" e i Ds continuano a mandarsi messaggi e uno, in particolare, giunto dall’Iraq e firmato da Gino Strada assume un valore importante. Il fondatore di Emergency prende le distanze da Francesco Caruso, "nulla di simile a liste di proscrizione è accettabile" dice, però aggiunge: "Chi manifesta per la pace dovrebbe opporsi all’occupazione militare dell’Iraq".

L’indicazione di Strada è chiara. La partecipazione italiana "a una aggressione e a un’occupazione militari violano la Costituzione e il diritto internazionale", dice il chirurgo pacifista, per cui "chi opera e manifesta in favore della pace dovrebbe opporsi senza equivoci a questa aggressione e a questa occupazione militare".

Il tema, precisa il fondatore di Emergency, è di tale rilevanza "da costituire un criterio decisivo nell’affidamento di un mandato elettorale". Tradotto si potrebbe dire se non votate no alla missione scordatevi i nostri voti, che è poi la posizione di Lilliput. "Alla manifestazione del 20 marzo - ribadisce Strada - dovrebbero esprimersi questi pensieri, queste intenzioni e queste volontà".

Detto questo comunque il papà di Emergency tiene a precisare con fermezza che "chiunque può partecipare a una manifestazione, pretese di esclusione sono incomprensibili". Così come "nulla di simile a ’liste di proscrizione’ è accettabile. Tali esclusioni - prosegue Strada nella nota - pur se enunciate come mero espediente retorico, sono contrarie allo spirito del Movimento per la Pace".

Una posizione molto simile a quella di Fausto Bertinotti che prosegue nella linea di distanziarsi dai Disobbedienti. "Tutti sono liberi di partecipare alla manifestazione del 20 marzo - dice il segretario di Rifondazione - tuttavia, la piattaforma su cui si è deciso di indire quel corteo, è il ritiro delle truppe dall’Iraq. Noi sosteniamo questa scelta. Se Fassino e gli altri leader della lista unitaria verranno, è chiaro che ci sarà una contraddizione fra la loro partecipazione e l’atteggiamento tenuto in Parlamento. Comunque, se ci sono contraddizioni vanno lasciate a chi le porta".

E nemmeno Vittorio Agnoletto ha dubbi: "Il movimento non distribuisce ceffoni, né lancia diktat, ma chiede solo coerenza. Vi è stato nelle ultime ore, da diverse parti politiche un tentativo non disinteressato di stravolgere le posizioni del movimento. L’appello lanciato dai pacifisti americani è chiaro: manifestazioni in tutto il mondo il 20 marzo contro la guerra e contro le truppe straniere in Iraq".

E, dopo aver stigmatizzato la posizione di Caruso, aggiunge: "Ovvio quindi che anche il movimento italiano rilanciando il medesimo appello chieda coerenza a chi siede nelle istituzioni tra il voto parlamentare e l’adesione alla manifestazione. Altrettanto ovvio è che tale richiesta venga avanzata in modo forte ed esplicito quando mancano pochi giorni al voto alla Camera. Parlamentari o forze politiche che in Parlamento non voteranno contro la missione e decideranno comunque di partecipare alla manifestazione sono ovviamente liberi di fare tale scelta e nessuno, altrettanto ovviamente, potrà impedire loro di andare dove credono, ma è evidente che saranno in oggettivo contrasto con gli appelli, dei movimenti statunitensi, europei ed italiani, che hanno convocato la manifestazione. Il problema di coscienza è solo loro".