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Nicaragua: Giornate di resistenza al FMI e alla Banca Mondiale dal 1 al 12 ottobre 2004

Publie le martedì 5 ottobre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Giorgio Trucchi

Mentre il FMI e la BM celebrano il loro sessantesimo anniversario, movimenti dei tutto il mondo si organizzano per esprimere la loro opposizione alle politiche e agli interventi di questi organismi, come già si è visto lo scorso aprile durante la riunione da questi attuata a Washington. Ma siamo soltanto all’inizio dei nostri sforzi per protestare, in occasione del sessantesimo Anniversario contro il ruolo di detti organismi nel dominio del sud del mondo, nel crescente impoverimento, nella marginalizzazione ed esclusione dei nostri paesi.

Invitiamo a realizzare, dal 1 ottobre prossimo, azioni di massa coordinate, animando tutti i gruppi, organizzazioni, movimenti ad organizzare attività e mobilitazioni nelle Giornate Mondiali di mobilitazione contro FMI e BM, in coincidenza con le riunioni annuali de questi organismi, nei giorni dall’1 al 4 ottobre.
Il 12 sarà giorno di grande mobilitazione in tutti i paesi d’America, contro le ingiustizie perpetrate a danno dei popoli originari, a partire dallo sbarco di Colombo nel Caribe più di 500 anni fa. Per questo facciamo circolare il Manifesto allegato. Esigiamo la fine della egemonia di queste Istituzioni, lottiamo per conseguire un nuovo ordine economico basato sull’acquisizione di potere economico, politico e sociale da parte di tutti e tutte, per godere di una condizione veramente umana. Questa Campagna è coordinata da Jubileo e "Fuera IFIS" la rete/movimento globale di resistenza contro le istituzioni finanziarie internazionali: Banca Mondiale, Banca Interamericana di Sviluppo, Banca Asiatica di Sviluppo e Banca Africana di Sviluppo.

MANIFESTO "FUERA IFIS!"

60 anni fa i delegati dei governi di 45 paesi si riunirono a Bretton Woods nel New Hampshire - USA ed
elaborarono un piano per ridisegnare l’economia mondiale. Per la prima volta furono stipulati accordi e create istituzioni globali vincolanti, nel dichiarato spirito della cooperazione economica internazionale. In realtà la riunione, dominata dai paesi vittoriosi nella 2a guerra mondiale, aprì la strada perché un pugno di governi potenti e ricchi del Nord potessero imporre all’umanità l’organizzazione dell’economia mondiale secondo i loro criteri. Gli accordi di B.W. fondarono il FMI e il BM, con il mandato di mantenere un ordine mondiale e un clima economico favorevole allo sviluppo capitalista.

Il FMI impose il dollaro USA come moneta internazionale, stabilendo un equilibrio tra un sistema di cambio rigidamente fisso e un sistema di fluttuazione sregolata. La Banca Mondiale, quale Banca Internazionale di Ricostruzione e Sviluppo, offrì crediti alle economie devastate dalla guerra, e ai paesi poveri per" Progetti di Sviluppo", contro la povertà di massa. Le strutture e le norme per la presa di decisioni furono il riflesso dello squilibrio di potere fra gli stati. Come nelle imprese private, il voto e i diritti dei paesi membri sono proporzionali alle loro "azioni". Non è sorprendente che l’azionista più importante del FMI e della BM siano gli USA. Dalla fondazione del FMI in poi si sono verificati molti cambiamenti, adattando le regole che governano l’economia mondiale ai problemi emergenti e ai nuovi requisiti del sistema capitalistico globale e rafforzare il suo potere sui paesi del Sud. Così la creazione delle rappresentanze regionali: Banco Asiatico, Africano e quello Interamericano di Sviluppo, che hanno assicurato il prosperare dell’ordine capitalistico nel secolo XX.

DEBITO E DISTRUZIONE

Mentre all’inizio degli anni 70 il prezzo del petrolio aumentava, molti paesi sviluppati riducevano la domanda di beni prodotti nei paesi del Sud per ridurre i loro deficit in bilancio. D’altra parte i paesi che non producevano petrolio subivano l’impatto degli aumenti vertiginosi nel prezzo del petrolio, assieme alla caduta della domanda e dei prezzi dei loro prodotti. Le banche e le istituzioni internazionali riscontravano un forte sopravanzo di dollari, causato dall’aumento dei prezzi del grezzo.
Per invertire la tendenza, approfittarono della debolezza economica dei paesi del Sud e vendettero i loro crediti. I nuovi creditori, passando sopra ad ogni regola democratica, fecero grandiosi prestiti ai governi corrotti del Sud. I prestiti erano destinati a progetti incerti e dannosi per le comunità e l’ambiente, e viziati da frodi e condizioni onerose.

Prestiti generosi furono concessi anche a privati, purché fossero garantiti dai governi.

I governi del Nord utilizzarono anche il FMI per rafforzare i loro interessi politico militari e economici nel Sud. Di fronte al rafforzarsi dei movimenti di liberazione, i prestiti servirono per mantenere dittature e regimi autoritari fedeli agli USA, come Marcos nelle Filippine, Mobutu nello Zaire, Suharto in Indonesia e le giunte militari in Argentina. I popoli del sud continuano ancora oggi a pagare i costi dell’arricchimento di questi dittatori.

Durante gli anni 70 il debito estero dei paesi del Sud crebbe enormemente, arrivando ad una crisi di indebitamento negli anni 80, in un contesto di recessione mondiale, con la caduta delle esportazioni dal Sud e l’aumento dei tassi di interesse. La comunità internazionale riconobbe ufficialmente la crisi da indebitamento solo quando nell’82 il Messico minacciò di non pagare i debiti. Ormai la percentuale del debito saliva sempre più nei confronti del bilancio ufficiale dei paesi del Sud, provocando il deterioramento delle politiche sociali e dei servizi pubblici.. Si instaurò un circolo vizioso per cui i governi si indebitarono sempre più per pagare i debiti esteri. Di fronte alla mobilitazione contro il debito alla pressione dell’opinione pubblica, il FMI e la BM (paesi del G7 in testa) adottarono programmi di "alleggerimento" del debito, fingendo di impostare programmi di aiuto mentre in realtà il vantaggio maggiore era per i creditori. All’inizio degli anni 80 il Piano Brady si rivolse a paesi indebitati quali l’Argentina. L’obiettivo era trasformare parte dei debiti in buoni strumenti finanziari che offrono maggiori garanzie di pagamento e i cui termini possono essere rinegoziati. Questo permise ai creditori di commercializzare i buoni, realizzare altri guadagni dalla vendita e fare altri prestiti ai paesi indebitati. Insomma, il Piano Brady generò più gravi indebitamenti. In meno di 10 anni, l’Argentina cadde in una nuova crisi per debito, e altri paesi ne stanno seguendo la strada.

A metà degli anni 90 il FMI e la BM lanciarono un programma di alleggerimento del debito per i " Paesi poveri molto indebitati". Questo programma è stato solo un modo per i creditori di ripulire i loro libri contabili, per ricevere pagamenti da paesi che non pagavano più i debiti.

Nel 2002 il debito esterno dei paesi del Sud arrivò a 2,4 bilioni (milioni di milioni) di dollari, mentre nel 1980 era di 580.000 milioni. Questo quadruplicarsi del debito si è avuto nonostante i Programmi di alleggerimento e i pagamenti effettuati dai paesi del Sud in forma diretta. Utilizzando il debito come strumento di pressione, il FMI e la BM con le loro controparti regionali, obbligano i paesi del Sud ad attuare determinate politiche economiche quali condizione per nuovi prestiti e ottenere una valutazione di rischio creditizio positiva. La comunità finanziaria internazionale usa questa valutazione per decidere l’accesso al credito, e le sue condizioni, di ogni paese del Sud. Questi condizionamenti, oltre a garantire l’assolvimento dei debiti, ristrutturano le economie del Sud in modo da offrire libertà di movimento a capitali e beni.

Nel processo di globalizzazione, secondo la razionalizzazione del neoliberismo, i paesi del Sud subiscono un ulteriore saccheggio da parte delle corporazioni internazionali e dei governi del Nord.

Dalla fine degli anni 70 il FMI chiede ai paesi indebitati di sottomettersi ai Programmi del FMI che riguardano le politiche fiscali e monetaria. I paesi che entrano in crisi sui pagamenti vengono obbligati ad applicare misure di grande austerità, dette di "stabilizzazione".

D’altro lato, la BM impone programmi di aggiustamento strutturale, inclusa la liberalizzazione commerciale e cambiaria, la deregulation industriale, la privatizzazione di imprese e servizi pubblici. La BM impone queste politiche non solo quali condizioni per i prestiti, ma ne finanzia anche le applicazioni e provvede alla loro realizzazione tecnica. L’impatto di questa politica è ben documentato. Sono numerosi i testimoni, le valutazioni e gli studi che dimostrano i suoi disastrosi effetti. Le politiche del FMI hanno causato riduzioni drammatiche nei preventivi pubblici con la conseguenza di gravi deterioramenti nei programmi della sanità, educazione e abitazioni; sistemi tributari più pesanti; incremento dei tassi di interesse; prezzi più alti per i prodotti di base.

Gli aggiustamenti strutturali hanno provocato: la distruzione di imprese rurali locali; la perdita dei mezzi di sussistenza e di posti di lavoro; riduzione dei salari; aumento del costo della vita; limitato accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione a ad abitazioni decenti; dislocazione di intere comunità, soprattutto di popoli originari; danni estesi all’ambiente; diminuzione del controllo statale sulle risorse naturali e sulle politiche di sviluppo.

Le donne e specialmente le bambine, già svantaggiate per la discriminazione di genere, vivono una ancor più grave marginalizzazione e impoverimento. Negli ultimi anni queste istituzioni finanziarie hanno agito implacabilmente a favore della privatizzazione dell’acqua e dell’energia. Con la protezione del Fmi, della BM e delle Banche regionali di sviluppo le corporazioni che controllano nel mondo acqua ed energia si vedono garantire lucrosi investimenti da parte dei governi dipendenti del SUD.
Le esperienze di privatizzazione di acqua e energia smentiscono le pretese di maggiore efficienza delle imprese private.

Le tariffe sono in costante aumento, mentre si riduce l’accesso pubblico ai servizi di base; restano incompiute le promesse di miglioramento delle infrastrutture, con aggravamento dei rischi per la salute pubblica. Transazioni e procedure finanziarie opinabili dimostrano il contrario. La tendenza alla privatizzazione incoraggiata da queste istituzioni quale condizione per risolvere i loro crediti ha soltanto fornito alle multinazionali un altro strumento di guadagni garantiti, a carico di milioni di consumatori. Con la solita doppiezza il FMI e la BM riconoscono di avere commesso degli errori e ammettono in parte l’impatto sociale degli aggiustamenti,.

Nonostante ciò, continuano ad applicare le loro politiche e i loro programmi.
Nel 2002 hanno "rinfrescato" gli aggiustamenti strutturali come "Programmi strategici per la riduzione della povertà", impostando nuovi requisiti per la concessione di nuovi debiti. Le politiche sono sempre le stesse, con il duplice obiettivo di esigere il pagamento dei debiti e dare ai paesi capitalisti piena liberà di dominare le economie del mondo.Il FMI e la BM fanno il loro gioco, parlando di -riduzione della povertà-, -partecipazione della società civile-, -democrazia e trasparenza-, mentre proseguono il loro cammino di distruzione. Non possiamo permettere che continuino a fabbricare crisi.
Continuiamo con la lotta, le campagne e le mobilitazioni contro queste istituzioni, nel Sud come nel Nord.

Nel 60esimo anniversario di Bretton Woods, mobilitiamoci uniti nella prima quindicina di ottobre, organizzando GIORNATE MONDIALI DI RESISTENZA AL FMI, ALLA BM E ALLE ISTITUZIONI SUE ALLEATE.

La nostra protesta coinciderà con la Riunione Annuale del FMI del 2 e 3 ottobre, e continuerà fino al 12 ottobre, data di importante mobilitazione in tutte le Americhe, di fronte alle ingiustizie perpetrate a danno dei popoli originari a partire dall’arrivo di Colombo alle isole del Caribe, più di 500 anni fa.

Lavoriamo per trasformare queste GIORNATE DI RESISTENZA IN UN FORTE GRIDO CHE ESIGA LA FINE DELLA EGEMONIA DI QUESTE ISTITUZIONI. Mobilitiamoci per assicurare una manifestazione di massa nell’unità tra i popoli del Sud e del Nord che lottano per costruire un nuovo ordine economico basato sul potere economico, politico e sociale di tutti e tutte, per godere di una vita pienamente umana.

ABOLIRE IL DEBITO ILLEGITTIMO ! ALT ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ISTRUZIONE, DELLA SANITÀ , DELLE ABITAZIONI, DELL’ACQUA E DELL’ENERGIA !!

BASTA CON LE POLITICHE ECONOMICHE NEOLIBERALI !

BASTA CON 60 ANNI DI DISTRUZIONE ! VIA IL FMI E LA BM !

Per adesioni: jubileosur@wamani.apc.org