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Nicaragua: schegge di settembre 2004

Publie le lunedì 13 settembre 2004 par Open-Publishing

1. Verso le elezioni di novembre

A due mesi scarsi dalle elezioni municipali la situazione è ancora abbastanza intricata. Al contrario del 2000 quando si presentarono solo 4 partiti, quest’anno le formazioni saranno 13.
I partiti che effettivamente hanno la possibilità di conquistare alcuni dei 152 comuni sono però solo 3: Frente Sandinista de Liberaciòn Nacional (FSLN) in alleanza con la Convergencia Nacional, Partido Liberal Constitucionalista (PLC) e la Alianza por la Republica (APRE).

Il FSLN ha da anni oliato il meccanismo di alleanza con piccoli partiti e soprattutto con personalità liberali, conservatrici e della ex Contra che erano rimaste all’opposizione durante il suo governo negli anni 80 e che in alcuni casi, avevano fatto parte della Union Nacional Oposidora (UNO) che li aveva sconfitti nelle elezioni del 1990. Quest’anno ha inoltre iniziato una serie di alleanze con singole personalità, non necessariamente legate a partiti, soprattutto in quelle località (centro e nord del paese) dove storicamente il FSLN subisce pesanti sconfitte elettorali. Sono spesso persone molto conosciute, con uno scarso passato politico alle spalle, ma che costituiscono punti di riferimento in quei comuni molto piccoli e di tradizione antisandinista.
In generale la scelta dei candidati ha seguito lo schema, che ha comunque generato varie polemiche interne all’alleanza, di candidare a sindaco membri del FSLN nei comuni dove il partito aveva vinto nel 2000 o perso con meno del 5% di differenza. Negli altri comuni, dove le sconfitte erano state pesanti, il candidato sarà un membro della Convergencia. Storicamente il FSLN ottiene sempre ottimi risultati nei centri urbani (nel 2000 ha conquistato 11 dei 17 capoluoghi di Dipartimento e 52 comuni in totale) e crolla nella zona rurale dove, negli anni 80, la guerra e la crisi economica si erano fatte sentire maggiormente.

A Managua, la piazza più importante, i primi sondaggi danno in vantaggio il candidato del Frente, Dionisio Marenco, uomo legato alla dirigenza del partito e allo stesso Daniel Ortega. A vicesindaco si presenta Alexis Arguello, ex pugile tre volte campione del mondo ed orgoglio nazionale.

In seconda posizione si situa Pedro Joaquìn Chamorro, figlio della ex presidente Violeta Barrios e dell’omonimo famoso giornalista fatto uccidere da Somoza nel 1978. Chamorro si presenta con il PLC di Arnoldo Alemàn che, nonostante continua ad essere agli arresti per i noti reati di corruzione, riciclaggio di denaro e molto altro, resta il vero architetto della strategia liberale per queste elezioni. Più staccato il candidato della APRE, Alejandro Fiallos, ex PLC passato alla corte dell’attuale presidente Enrique Bolaños, che tra l’altro ha dovuto subire una delle classiche manovre di Alemàn finendo in carcere per corruzione proprio poche settimane dopo aver reso pubblica la sua candidatura.

Il PLC, che nel 2000 aveva conquistato 94 comuni, questa volta si presenta da solo alle elezioni. Sia il partito evangelico Camino Cristiano che la ex Contra (Partido de la Resistencia Nicaraguense) hanno deciso di presentarsi soli all’appuntamento elettorale. Anche i piccoli partiti che escono dall’esperienza liberale hanno formato alcune alleanze interne senza nessuna possibilità di vittoria.

L’intransigenza di Alemàn, che come sua abitudine sceglie personalmente tutti i candidati in base al grado di fedeltà dimostrato, ha fatto sì che il partito restasse solo e quindi questo fatto potrebbe impedire al PLC di ripetere il buon successo del 2000 (in termini numerici di comuni, ma non certo in termini di popolazione dato che la maggior parte sono comuni molto piccoli ed isolati).
Il PLC, oltre a Camino Cristiano e alla Resistencia Nicaraguense, ha anche perso l’appoggio di una fetta dell’elettorato tradizionalmente antisandinista che potrebbe votare, non si sa ancora in che misura, per la nuova alleanza filo governativa APRE. In essa figurano molte delle persone che avevano partecipato alla campagna elettorale liberale del 2000 e a quella presidenziale del 2001.

Inutili sono stati i tentativi di riavvicinamento tra le due fazioni liberali, troppo invischiate in lotte all’interno del parlamento e per le vicissitudini tra governo e lo stessoAlemàn.

In queste elezioni il PLC potrebbe perdere una serie di comuni a favore del Frente Sandinista e forse qualcuno potrebbe finire nelle mani del APRE, ma non viene comunque messo in dubbio il suo ruolo di principale forza del paese.

La Alianza por la Republica (APRE) è invece nata sotto la spinta del presidente Enrique Bolaños e di quei settori del PLC che si sono separati dal partito dopo la rottura del governo con Arnoldo Alemàn, formando in un primo tempo il partito della Gran Union Liberal (GUL). Al suo interno, dopo varie vicissitudini, coesistono anche il Partido Conservador (PC) e il Movimiento de Unidad Nacional (MUN) capeggiato dall’ex capo dell’esercito ed ex sandinista Generale Joaquìn Cuadra, tra l’altro membro del commando che nel 1974 assaltò la casa del somozista Chema Castillo ottenendo la liberazione di vari detenuti politici tra cui Daniel Ortega.
Il tentativo è quello di formare un terzo polo che faccia uscire il Nicaragua dalla perenne situazione di bipolarismo e polarizzazione, ma i tempi, le personalità di basso profilo che la compongono, la poca organizzazione e soprattutto la mancanza di un leader carismatico potrebbero portare la nuova alleanza di centro-destra a un risultato abbastanza deludente per quello che riguarda la conquista di comuni (sarebbe già molto positivo uguagliare i 5 comuni conquistati dai Conservatori nel 2000). L’obiettivo della APRE è però a lungo termine e cioè poter conquistarsi una discreta fetta di elettorato, portando via voti al PLC e al FSLN e quindi presentarsi con le carte in regola per poter contrattare i propri "servizi" per le presidenziali del 2006. Il suo ruolo, dando per scontato un ricompattamento della destra nicaraguense in funzione antisandinista e anti Daniel Ortega, potrebbe diventare necessaria per evitare che il FSLN torni al governo e soprattutto, potrebbe evitare la violenta "vendetta" del settore arnoldista contro chi, in questi anni, ha appoggiato apertamente il presidente Bolaños.

Da rimarcare anche la partecipazione di un personaggio molto amato, odiato e discusso come è Edén Pastora, il famoso Comandante Cero, a capo della storica impresa della Toma del Palacio nell’agosto del 1978 quando, con un gruppo di guerriglieri, prese in ostaggio tutti i deputati del Parlamento somozista ed ottenne la liberazione di decine di prigionieri politici tra cui l’attuale deputato e fondatore del FSLN Tomàs Borge Martìnez. Pastora, dopo anni di sporadiche apparizioni in cui attaccava tutto e tutti, ha deciso di accettare la proposta del Partido Liberal Independiente (PLI) e si è candidato come sindaco di Managua. Senza nessuna speranza il suo tentativo (i primi sondaggi gli attribuiscono il 6% dei voti).

In definitiva il panorama che si prospetta è quello di una maggioranza dei comuni ancora in mano al PLC, con il FSLN a occupare le principali piazze del paese, anche grazie all’ottimo lavoro svolto dai suoi sindaci e con la possibilità di aumentare il numero totale dei comuni (ancora incerta è però Chinandega e soprattutto Leòn dove sarà dura battaglia con il PLC e con un voto sandinista che potrebbe rompersi grazie alla presenza di personalità legate in passato al FSLN, che si presentano ora con altri partiti minori). Poca speranza per APRE se non quella di raccogliere tanti voti e praticamente nessuna per gli altri partiti che, più che altro, sembrano voler misurare le proprie forze in vista di alleanze future per le presidenziali del 2006. Incerta anche la partecipazione al voto. Nel 2000 ci fu un’astensione di oltre il 40% cosa rara per il Nicaragua che, di solito, vota in massa.

2. Aggiornamenti Parmalat Nicaragua

Haroldo Montealegre (foto END)

Dopo il susseguirsi di vicende che avevano portato al commissariamento della Parmalat Nicaragua e alla nomina, grazie ad una quanto mai dubbia sentenza della giudice Ligia Rivas, dell’ex banchiere Haroldo Montelaegre come Commissario Straordinario con pieni poteri sull’impresa italiana (vedi "Tempesta Parmalat" del settembre 2004), il Gruppo Parmalat Italia ha decisamente preso in mano la situazione inviando il responsabile Parmalat per l’America Latina, Carlo Frau che ha raggiunto immediatamente un accordo con Montealegre. Tale accordo prevede che l’ex banchiere venga sostituito da Vincenzo Borgogna del Gruppo Parmalat alla guida dell’impresa (la giudice ha immediatamente accettato la rinuncia di Montealegre) e che si continui con il progetto di un controllo esterno sui conti Parmalat per verificare quanto accaduto durante i 22 giorni di amministrazione dell’ex banchiere nicaraguense. Montealegre dovrebbe restare come Assessore all’interno delle imprese senza che sia stato specificato con che tipo di incarico.
Pur restano commissariata, l’ambasciatore italiano Alberto Boniver ha detto che la Parmalat Nicaragua è finalmente tornata sotto il controllo degli italiani e che Montealegre resterà fino a che non si risolverà la situazione legale dell’impresa.
Il nodo più grosso da sciogliere è adesso quello di capire a chi la Parmalat Nicaragua dovrà versare i 5 milioni e 400 mila dollari di debito che aveva contratto con Bancentro (poi ceduti da quest’ultima al Gruppo Lafise) e che Montealegre ha bloccato tramite una sentenza giudiziaria per un presunto credito che avrebbe nei confronti del Gruppo Lafise stesso. Durante i mesi di luglio ed agosto Parmalat ha pagato la sua quota mensile di debito a Montealegre ma ora, con il nuovo commissario Straordinario, l’impresa italiana verserà le quote in un conto bancario in attesa che il tribunale sentenzi una volta per tutti chi sarà il creditore.

3. Celebrato il XXIV° anniversario della Cruzada de Alfabetizaciòn

Il 23 agosto si è celebrato il 24° anniversario di quella che è stata la più grande sfida del governo sandinista, abbassare l’indice dell’analfabetismo che esisteva durante la dittatura somozista dal 51% al 12% in soli 5 mesi, in cui quasi centomila giovani percorsero l’intero territorio per eliminare l’ignoranza dal Nicaragua.

Una lunga carovana ha percorso il paese fino a Palacaguina dove la Asociaciòn de Educaciòn Popular Carlos Fonseca Amador (AEPCFA) e centinaia di ex alfabetizadores hanno dichiarato il paese "libre de analfabetismo" dopo un lavoro durato vari mesi, ricordando le gesta di quell’epoca. Intanto, a Managua, il Parco Storico Loma de Tiscapa è stato teatro di un’altra manifestazione in cui centinaia di persone si sono accalcate con il padre Fernando Cardenal (coordinatore della Cruzada nel 1980) per vedere video dell’epoca e per lanciare già da ora l’organizzazione di quello che sarà il 25° anniversario nel 2005.
Di seguito una sintesi di quello che fu il resoconto finale della Cruzada presentato nella Plaza de la Revoluciòn quel lontano 23 agosto del 1980.

Compiendo le istruzioni il giorno 23 marzo del 1980 si dette l’ordine di aprire il fuoco contro secoli d’ignoranza e umiliazione, eredità nefasta della dittatura somozista.

Le truppe di questa nuova guerra di liberazione erano integrate dal nostro glorioso Esercito Popolare di Alfabetizzazione (EPA), dai Guerriglieri Urbani dell’Alfabetizzazione (GUA), dalle Milizie Operaie dell’Alfabetizzazione (MOA), le Milizie di Alfabetizzazione Contadina (MAC) e le Brigate Rojo y Negro di ANDEN per un totale di 95.582 combattenti.

Abbiamo sempre contato con un attivo appoggio del popolo nicaraguense e delle sue organizzazioni di massa.

Abbiamo avuto l’appoggio della solidarietà internazionale come la UNESCO e studenti e maestri di decine di paesi dell’America, Europa ed Asia.

In questi cinque mesi di Guerra Popolare contro l’Analfabetismo le nostre eroiche truppe hanno subito 59 perdite: 40 per incidenti, 10 per morte naturale e 9 assassinati dai feroci nemici del popolo nicaraguense. Sia questo il più grande omaggio che possiamo offrire agli Eroi e Martiri della Cruzada Nacional de Alfabetizaciòn.

Dopo 5 mesi di ardua lotta nelle campagne, montagne e città siamo riusciti ad insegnare a leggere e scrivere a 406.056 nicaraguense, riducendo la tassa di analfabetismo dal 50,35% a un 12,96% tra la popolazione maggiore di 10 anni. Altri 42.639 compagni stanno terminando il loro processo di alfabetizzazione.

Oggi, 23 agosto del 1980, possiamo affermare sicuramente e con orgoglio che il compito che ci fu assegnato dopo i primi giorni della vittoria è stato rispettato e in nome di tutti i combattenti dell’Alfabetizzazione, diciamo alla Direcciòn Nacional, alla Giunta di Governo, al Popolo del Nicaragua e al Mondo

HEMOS CUMPLIDO!

4. Stop alla privatizzazione delle pensioni

Nell’aprile del 2000 i deputati approvarono la Legge 340 con la quale si riformava il Sistema di Pensioni creando la Superintendenza di Pensioni e disponendo un nuovo sistema, basato sul modello cileno, con il quale tutti i minori di 43 anni (circa 240 mila persone che corrispondono all’80% di chi versa contributi) sarebbero passati al settore privato e cioè al Sistema di Risparmio per Pensioni (SAP) in mano alle principali banche del paese.
Il restante 20%, maggiori di 43 anni, sarebbero rimasti con il INSS (Istituto della Previdenza Sociale) insieme alla grande massa dei pensionati.
Che dei 3 milioni e 300 mila persone che compongono la forza lavorativa attiva, solo 300 mila sono assunti a contratto e quindi possono godere di una pensione futura e soprattutto, dell’assistenza sanitaria gratuita, è già un dato significativo che indica lo stato deplorevole del Nicaragua.

Per poter implementare questo nuovo modello si fece ricorso alla Banca Mondiale ed al Banco Interamericano di Sviluppo (BID) che assicurarono una grossa parte dei finanziamenti iniziali per poter far partire la privatizzazione delle pensioni.
La società civile insorse e da più parti, compresi alcune timide proteste del gruppo parlamentare del Frente Sandinista, si registrarono le proteste di vari economisti che fanno parte della Coordinadora Civil (aggruppamento di ong nicaraguensi) che, con dati alla mano, evidenziavano come lo Stato sarebbe stato incapace di assorbire un deficit che avrebbe toccato i 3 mila milioni di dollari l’anno per i prossimi 10 anni (equivalenti a tre volte il Bilancio statale annuale).

Il deficit si sarebbe originato dal fatto che il INSS avrebbe perso l’80% delle sue entrate in contributi (i minori di 43 anni) e sarebbe rimasta con il dover pagare le 100 mila persone già pensionate più quelle superiori ai 43 anni che con il passare degli anni si sarebbero pensionate anche loro.
Nonostante le molte critiche e gli avvertimenti il governo continuò contro tempeste e maree ad ascoltare/obbedire, come sempre fa, i consigli degli Organismi Finanziari Internazionali, fino al mese di agosto quando la Banca Mondiale e il BID avvertirono che avrebbero sospeso i finanziamenti in quanto avevano rilevato che la privatizzazione era insostenibile per lo stato nicaraguense. Né più né meno quello che per anni gli era stato detto da più parti!
Il Ministro del Tesoro, Eduardo Montiel, ha ora riconosciuto l’errore ammettendo che è stato un gesto nobile e umile da parte della Banca Mondiale e BID riconoscere l’errore e quindi tutto viene rimandato al futuro, non si sa bene quando.
L’ennesima beffa, l’ennesima dimostrazione di totale mancanza di autonomia e di dipendenza dalle decisioni di chi controlla davvero l’economia e il futuro del paese.

5. Varie e brevi
Gen. Javier Carrion (foto END)

a) Durante il mese di luglio l’esercito del Nicaragua ha distrutto un nuovo contingente di missili terra-aria SAM-7 secondo i desideri degli Stati Uniti che li considerano "pericolosi per la pace in Centroamerica". L’approvazione per la distruzione è stata data dal Presidente della Repubblica, Enrique Bolaños e dal voto dei deputati. Sono 333 i missili distrutti che si aggiungono agli altri di uguale numero distrutti all’inizio dell’anno. Ora nelle mani dell’Esercito del Nicaragua rimangono solo 1.450 SAM-7 e la continua pressione degli USA per eliminarli tutti. Il Generale Carrion ha dichiarato pubblicamente che questa è l’ultima distruzione di missili che avverrà solo per il volere del Presidente e dei deputati e non all’interno di un piano globale di riduzione di armamenti in Centroamerica (l’Honduras, ad esempio, non ha nemmeno accennato all’ipotesi di eliminare parte degli aerei da combattimento F5 in suo possesso). Intanto lo stesso Carrion è volato a Washington sembra per negoziare uno scambio tra distruzione di missili e acquisizione di nuovi armamenti di difesa.
In questi giorni i gruppi parlamentari sandinisti e liberali stanno preparando una nuova legge che toglierebbe il potere al Presidente della Repubblica di decidere il destino delle armi dell’esercito (in quanto capo supremo di questa forza), passandola esclusivamente alla Asamblea Nacional. L’Esecutivo ha già fatto sapere che veterebbe immediatamente tale legge.

b) Il Nicaragua riceverà per il 2004 circa 900 milioni di dollari in concetto di remesas familiares e cioè soldi che i nicaraguensi emigrati mandano alle loro famiglie. Tale cifra equivale all’intero Bilancio Generale della Repubblica approvato per quest’anno ed è la vera colonna vertebrale dell’economia nicaraguense. Il Nicaragua si sta trasformando sempre più in un esportatore di manodopera a basso costo e sopravvive grazie ai dollari che vengono mandati dal Costarica e dagli Stati Uniti. Nessuno sforzo viene compiuto dal governo per far sì che più di un milione di nicaraguensi possa tornare a casa e questo dato indica quanto sia labile e sull’orlo di un disastro sociale la situazione del paese.

c) Sempre più dura la situazione tra il Potere Esecutivo e quello Giudiziario. Dopo tutta una serie di sentenze che hanno messo via via in crisi il governo di Enrique Bolaños, quest’ultimo ha iniziato una violenta campagna contro la Corte Suprema de Justicia tacciandola di corrotta, controllata dai partiti ed attentatrice della stabilità del paese. Durante la crisi della Parmalat, sotto la spinta di molti imprenditori, lo stesso Bolaños ha minacciato di far uso della forza e dell’Esercito per ristabilire l’ordine e salvare la nazione. L’Esercito si è immediatamente dichiarato non disposto a un atto di tale gravità e la tensione si è lentamente allentata. Resta comunque alta la tensione tra i due Poteri dello stato e nelle prossime settimane il Parlamento riprenderà la discussione della Legge di Carriera Giudiziale in cui Governo, FSLN e PLC dovranno mettersi d’accordo per riformare questo potere tanto discusso ma che, fino ad oggi, ha impedito il dilagare della destra più reazionaria anche in questo settore.