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No alla militarizzazione della Puglia No alla Nato a Taranto
Publie le venerdì 30 gennaio 2004 par Open-PublishingIsolate, ma mirate notizie di stampa, danno conto di visite e incontri
di alte autorità Nato con autorità civili e militari a Taranto e
annunciano una ennesima militarizzazione del nostro territorio. Sul
tavolo la decisione di installare nel Golfo la più grande base militare
Nato d’Europa. Oltre che la citta con il suo porto, altre realtà della
provincia e della Regione sarebbero coinvolte da scelte che
porterebbero a livelli finora impensati la definitiva trasformazione
della Puglia in una portaerei protesa nel Mediterraneo.
Questi annunci, non smentiti da alcuno, vengono persino salutati da
autorità locali e nazionali come una sorta di cornucopia, destinata a
portar fortuna e lavoro a terre in cui la generalizzata crisi del
tessuto produttivo, disoccupazione ed emigrazione stanno portando colpi
durissimi.
E’ vero il contrario. Queste scelte sequestrerebbero ulteriormente
parte grande della nostra regione, appaltata ai militari e alle scelte
della superpotenza americana. Queste scelte negherebbero ogni altro
possibile sviluppo, affidato alla libera scelta delle donne e degli
uomini italiani e pugliesi, di giovani e lavoratori di questa terra.
Se confermate, queste scelte non solo piovono sulla testa di milioni di
pugliesi, ma violano la Costituzione del nostro paese. Infatti esse
sono giustificate alla luce delle trasformazioni che stanno mutando
volto e missione della Nato, da alleanza difensiva in uno strumento di
intervento globale nella cosiddetta lotta al terrorismo, a rimorchio
delle strategie globali dettate dagli USA. Fatto sta che, mai discusse
e votate dal nostro Parlamento, esse violano la decisione dell’Italia
di ripudiare ogni guerra, di non usare le armi se non per difesa. Si
tratta di orientamenti che, per la succube volontà del governo
Berlusconi di andare al traino dell’amico americano, stanno spaccando
l’Europa e macchiando la parola e la faccia dell’Italia nel
Mediterraneo.
Se decise, queste scelte farebbero di Taranto e della Puglia il ferro
di lancia di una strategia americana ed atlantica che dichiara di non
voler risparmiar nulla nella sua cosiddetta lotta al terrorismo,
nemmeno l’impiego delle armi atomiche più sofisticate.
Non vogliamo esser parte di questo futuro. Non vogliamo micce o scorie
nucleari: né a Scanzano né a Taranto. Faremo di tutto e ci batteremo
per riconquistare la parola, per ridarla ad istituzioni finora silenti
ed acquiescenti. Alta e decisa la voce della Puglia, del Mezzogiorno e
dell’Italia si levi per respingere la militarizzazione della nostra
terra e del nostro domani.