Home > OMO TRANS BIFOBIA E CIAO ANDREA
OMO TRANS BIFOBIA E CIAO ANDREA
par Lucio Galluzzi
Publie le sabato 4 gennaio 2014 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing
Molti si saranno chiesti cosa significhi LGBT.
Semplice: sono le iniziali riferite al movimento Lesbiche, Gay e Trans.
Pochi però si accorgono che viene quasi sempre omessa la B.
Nel senso che è comunemente accettato che quella B sia lì, tra quelle lettere, così, tanto per esserci e basta, come semplice congiunzione, omissibile.
Non è già normale che questo avvenga nel mondo dei non appartenenti al mondo LGBT.
Il fatto che lo stesso movimento per i diritti di genere però ignori quella lettera è assai grave.
Loro stessi, gay, lesbiche e trans, riuniti in gruppi, associazioni, centri aggreganti, che si battono contro omofobia e transfobia, praticano la bifobia senza rendersene conto.
Se quella B è nascosta, dimenticata, non notata, abrasa nel mondo degli eterosessuali, allo stesso modo viene occultata dagli stessi che scendono in piazza, organizzano petizioni, chiedono, giustamente, diritti per loro stessi.
Bifobia applicata e perpetrata allo stesso identico modo da omofobi e persone LGT.
B sta per Bisex, cioè i nascosti dei nascosti, coloro che, quasi universalmente, pare non esistano.
E’ talmente forte la rimozione sociale della bisessualità, tanto che pare cosa normalissima definirli con l’indefinibile; così diventano "gli etero curiosi" o "moderni", "finti gay" o "sporcaccioni e basta", fino a giungere a "ma sì, sono finocchi che ogni tanto vanno pure a donne".
Abrasione a tal punto che si mette finanche in dubbio che il bisex esista davvero.
Provate a cercarlo un cartello che rivendichi i loro diritti tra le immagini e i filmati dai vari gay prides & manifestazioni associate.
Provateci.
Il bisex è il maledetto tra i maledetti; è quello che se è donna allora il marito, il compagno, il fidanzato, la società intera può darsi che non si facciano problema, a volte la cosa li eccita pure, un maschio che si arrapa guardando la propria donna che fa sesso con un altra donna è accettabilissimo, anzi è desiderio tra i primi nell’immaginario dell’etero.
Se il bisex è maschio allora la situazione cambia, perché un maschio che va a maschi non va bene, fa crollare di botto il desiderio della sua donna, diventa cosa da lasciare, un frocio che non ha più il diritto di essere voluto bene.
"Che scherzi gioca all’uomo la Natura" e il mercato delle etichette.
Che squallore di moltitudine omologata a imporre codici a barre, definire secondo il proprio metro di desiderio, le proprie voglie, l’immaginario personalismo, l’egotico più basso.
Il Bisex deve allora inventarsi strategie sottili per esserci come persona: negarsi, marchiarsi così come lo vogliono, cancellarsi e far finta di non esistere.
Se si chiede seriamente ai Bisex che cosa desiderino, i più non sanno [o non vogliono] rispondere, ti dicono pure che la scelta tra una cosa e l’altra [la chiamano ’cosa’, non la nominano] non è importante, anzi è secondaria, magari non esiste neppure, forse è solamente, dicono sempre loro stessi, una deviazione, così si trascinano auto mascherati e censurati dai loro stessi fratelli e sorelle.
Insomma, è diventato assioma assoluto l’affermazione "il Bisex non esiste".
Lottano contro l’omofobia, la transfobia, ma ignorano la bifobia e la applicano al loro stesso interno.
Diversi che diversificano tra i diversi.
Ci si dimentica troppo spesso che l’amore non ha nulla a che spartire con l’orientamento della carne.
L’amore orienta esattamente per dove deve: all’Altro.
Non c’è distinzione di desinenza, peluria o reggiseni abbondanti, mutande Calvin Klein con l’elasticone o divise in cuoio e fruste, percorsi di cambi genere o ormonali; l’Amore non conosce questi confini. non frequenta macellerie, non acquista sottofiletto o trippa.
E’ l’Amore, punto e basta.
E’ l’atto rivoluzionario più potente che esista, basta poco ad esserci dentro, tutto sta nell’allungar la mano, quando lo si sente, e carezzare; il desiderio di Bene non vive, nè dimora in classificazioni, dirompe così come è giusto che sia, miracolizza e sustanzia, strappa tutte le etichette dai prodotti esposti sugli scaffali dell’ipermercato globale della mediocrità umana.
E’ la benedetta tempesta perfetta, che ha un nome: affettività.
E’ guardare il Volto dell’Altro e piuttosto che averlo, essere quel Volto.
Ma troppe stazioni Termini e binari 10 ci frequentano il cuore, abbiamo per amici mazze e coltelli, pugni e bastoni.
Altrimenti Andrea non sarebbe stata massacrata.
Neppure ridotta semiparalizzata.
Avrebbe trovato un fidanzato.
La sua famiglia avrebbe richiesto almeno la salma.
E nessuno oggi sarebbe meravigliosamente meravigliato di un’omelia funebre, nella quale l’officiante parlava di lei "dandole del lei".
Non c’è alcuna gioia conquistanta in quel "lei" in chiesa.
Non ci sono rose bianche a pulire le macchie di merda e peste che abbiamo nel DNA.
E’ tutto gia avvenuto.
Ciao Andrea.
©2014
Common Creative Licence
su Blogger
su Liquida
su faceBook
su Twitter
