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BRACCIO DI FERRO MEDIATICO O "DERIVA SUDAMERICANA"?
Quello che sta avvenendo in queste ore tra Istituzioni preposte all’Ordine Pubblico e persone che manifestano o occupano sedi, strade, insediamenti rom, comincia a diventare sempre più preoccupante perchè ogni accadimento sembra inserirsi in una spirale che pone seri dubbi sulla tenuta di diritti e garanzie costituzionali.
Ma elenchiamo alcuni fatti cominciando da quello più recente:
1) Nella giornata di ieri un giovane "disobbediente", assistito dal suo avvocato, ha denunciato alla Stampa di essere stato "pestato in cella" con un asciugamano bagnato e di essere stato lasciato nudo tutta la notte.
Il Sindacato di Polizia ha prontamente difeso l’operato degli agenti dicendo che sono accuse ridicole mentre la Digos della Questura di Roma ha replicato con una denuncia per diffamazione e calunnia contro il giovane "disobbediente".
2) Il 16 Novembre scorso c’è stato l’episodio, accaduto alla Stazione tiburtina di Roma, tra Polizia e una ventina di giovani di un centro sociale, i quali stavano volantinando sul problema della precarietà e del reddito. A seguito del tentativo di identificazione da parte di agenti della Polfer, si sarebbe scatenata una baraonda con arresti, feriti, anche se leggeri, dispiegamento di forze di polizia in tenuta antisommossa.
Il GIP ha poi ritenuto di scarcerare i cinque giovani arrestati anche se alcuni agenti avevano dichiarato di aver subito lesioni nei tafferugli.
La versione dei giovani (strattonamenti, schiaffi, tentativo di sottrarre una macchina fotografica e i volantini) è stata molto diversa da quella della polizia.
3) Importanza assume anche, dopo la manifestazione all’Eur del 4 ottobre, l’arresto e la successiva scarcerazione, da parte del Tribunale del riesame, dei 12 "disobbedienti" tra i quali il consigliere comunale di Roma, Nunzio D’Erme.
I "disobbedienti" arrestati non si riconoscerebbero nelle foto, prodotte dagli investigatori e dal PM per giustificare la richiesta di arresto.
4) Per una strana coincidenza, a questi fatti si aggiunge la notizia dei proscioglimenti di 93 giovani "no global", arrestati a Genova con l’accusa di resistenza alla Polizia durante la violenta e nota irruzione nella Scuola Diaz , così come si aggiunge la notizia della deposizione di due agenti penitenziari che hanno confermato le violenze sugli arrestati avvenute nella Caserma Bolzaneto.
A questo punto è legittimo chiedersi: questo fenomeno di irrigidimento nella gestione dell’Ordine pubblico e di accuse incrociate tenderà ad allargarsi sempre di più assumendo le caratteristiche di una "deriva sudamericana"? Oppure sarà ancora possibile ricondurre questa grave situazione in un contesto di garanzie democratiche e costituzionali valide per tutti i cittadini?
Domenico Ciardulli