Home > Oreste Scalzone riapre il dibattito: Cesare Battisti, “una scelta”
Oreste Scalzone riapre il dibattito: Cesare Battisti, “una scelta”
Publie le lunedì 23 agosto 2004 par Open-PublishingParigi - Non partirà la caccia a Cesare Battisti. Per l’ex terrorista italiano rifugiato in Francia che lo scorso sabato non ha messo la sua firma sui registri dell’Autorità giudiziaria parigina, il mandato d’arresto che sembrava immediato verrà esaminato entro la prossima settimana.
Si parla di fuga e in Italia infuria la polemica; partono le critiche nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare. La Francia intanto discute: la vicenda dell’ex-brigatista italiano si appella alle garanzie e agli ideali del sistema d’oltralpe. In ballo c’è l’estradizione di Battisti per scontare in Italia la pena per reati di terrorismo: da una parte il Governo italiano a nome del quale il Ministro della Giustizia Roberto Castelli ha chiesto l’estradizione; dall’altra la cosiddetta Dottrina Mitterrand, l’impegno politico preso dall’ex-Presidente francese nel 1985 grazie a cui la maggior parte dei rifugiati per motivi politici avrebbe potuto ottenere ospitalità nel suo Paese.
Dalla sentenza della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi emessa lo scorso 30 giugno era cambiato tutto: favorevole al rinvio in Italia l’organo giudiziario, il Governo francese ’non si oppone’. E per Battisti scatta in quel momento l’obbligo di firma settimanale, in attesa del ricorso in Cassazione. Quattro omicidi e diverse rapine come leader dei Pac-Proletari Armati per il Comunismo sono le accuse per i quali è stato condannato in contumacia all’ergastolo nel 1993. Da 15 anni Battisti é rifugiato in Francia dove si è rifatta una vita, una famiglia e un nome come autore di gialli.
Il suo caso é un simbolo: varrà ancora l’idea di Francois Mitterrand?
"Avevo visto cesare l’ultima volta subito dopo il 30 giugno: non era più lo stesso". Da Parigi, Oreste Scalzone, ex leader di Potere Operaio, oggi rifugiato politico a Parigi e anche lui accusato di terrorismo, ascolta quello che si dice. C’è chi spera in un "ritorno all’ovile" da parte dell’ex terrorista; c’è chi pensa che sia scattata la fuga. "C’è un fatto - dice -: Cesare non si è presentato e hanno ragione i suoi avvocati a sottolineare che dopo il 30 giugno sia cominciato un grande stress per lui; è stata come una doccia fredda dopo le sicurezze dell’asilo". Poi c’è anche l’interpretazione che del fatto Scalzone fa: "Il mandato d’arresto fa parte del solito atteggiamento vendicativo del Ministro Perben" afferma e aggiunge che "dal primo momento ho avuto una specie di sensazione di sollievo e ho sperato che non ci fosse il rischio di ritorno sui suoi passi".
L’ex di Potere Operaio ritiene che l’assenza di Battisti registrata a Parigi sia una decisione "lucida" dell’ex terrorista: "Se se n’é andato è per un riflesso elementare di scelta di vita". Il Ministro della Giustizia francese ha reagito con dichiarazioni forti sulla vicenda: forse Battisti ha percepito l’allontanamento da quella che Scalzone chiama "eccezione francese" e che per tutti é la Dottrina Mitterrand. La giustizia d’oltralpe non ispira più fiducia per chi vi aveva trovato garanzie e siamo ad una svolta: "Il presidente Chirac non si é mai opposto alla politica inaugurata da Mitterrand perché gli interessava non spingere centinaia di persone che godevano di tale diritto al rientro di clandestinità, che significava situazione di pericolo - sostiene Scalzone -; adesso non c’è più da temere, per loro, perché siamo rimasti in pochi".
Secca la reazione dell’ex di Potere Operaio: "Non possono affermare retroattivamente il nuovo principio". E amaramente ribadisce che, per quanto riguarda il caso Battisti si va ben oltre la politica di Mitterrand in materia: "Si tratta di un punto di diritto che stabilisce che un paese non estrada nessuno verso un paese che non riprocessa dopo l’estradizione".
Sono passati esattamente due anni dall’agosto 2002: in quella data, il primo estradato fu Paolo Persichetti, militante dell’ala scissionista delle Brigate Rosse. Perben parlo di "un gesto di solidarietà fra Paesi europei". A pochi mesi dalla prescrizione dei reati per cui è accusato Scalzone, è lui a riaprire il dibattito sui principi che avevano permesso ai rifugiati politici di vedere nella Francia una patria d’adozione; "Mi propongo - scrive l’ex leader di Potere Operaio a Chirac stesso - a soprassedere a qualsiasi estradizione, di mettere in gabbia la mia libertà rinunciando alla prescrizione della pena che scatterebbe dall’autunno prossimo". Così l’Italia e l’Europa forse dibatterà sulla necessità di un’amnistia.
http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?sez=245&info=93990