Home > Ostaggi, Parigi sull’orlo di una crisi politica
Ostaggi, Parigi sull’orlo di una crisi politica
Publie le mercoledì 6 ottobre 2004 par Open-Publishing
Fallita la «missione parallela», governo sotto tiro. «L’Eliseo sapeva tutto»,
accusa Le Monde
di ANNA MARIA MERLO, PARIGI
Francia sull’orlo di una crisi politica per la rocambolesca vicenda della «diplomazia
parallela» all’opera attorno alla liberazione degli ostaggi. L’unità nazionale è naufragata di fronte alle ambiguità e alle voci incontrollate sulla «missione» fallita nel fine settimana. Ieri pomeriggio, il primo ministro ha convocato a Matignon una
riunione ristretta dei ministri implicati. Oggi, il governo sarà sotto il fuoco
della domande dell’opposizione, all’apertura della sessione parlamentare. In
mattinata, Jean-Pierre Raffarin tiene una riunione dei presidenti di Assemblea,
Senato e dei gruppi parlamentari per «informarli sulla situazione degli ostaggi
francesi in Iraq».
François Hollande, segretario del Partito socialista, ha chiesto al governo e al partito di Chirac, l’Ump, di mettere fine alla confusione, al culmine dopo le rivelazioni del fine settimana sulla «missione» del deputato Ump, Didier Julia, che aveva assicurato di poter portare a casa gli ostaggi. Missione che si è chiusa con un clamoroso fallimento e che lascia aperti numerosi interrogativi.
Le famiglie di Christian Chesnot e Georges Malbrunot hanno chiesto ieri «calma» e «responsabilità» alle autorità pubbliche, perché la confusione rischia di mettere definitivamente in pericolo la vita degli ostaggi. La versione ufficiale è rimasta la stessa ieri, anche se secondo Le Monde l’«iniziativa privata» di Didier Julia era ben nota all’Eliseo e al ministero degli esteri, poiché c’erano stati numerosi contatti tra gli uomini dell’operazione Julia e due alti funzionari della presidenza della repubblica e del Quai d’Orsay.
L’Eliseo ha smentito a metà pomeriggio: la presidenza «non ha né approvato né sostenuto» la missione parallela. Ma oggi Julia, di ritorno da Damasco, ha l’intenzione di andare all’Assemblea per dare la sua versione dei fatti. Oggi si riunirà anche la direzione dell’Ump, che potrebbe decidere «sanzioni» contro Julia. Per il ministro degli interni, Dominique de Villepin, «la liberazione degli ostaggi è un lavoro molto difficile e in questo campo non ci possono essere iniziative personali ma uno spirito di responsabilità condiviso da tutti».
Secondo la ricostruzione fatta da Le Monde il tentativo di liberazione, a cui avrebbe partecipato anche un uomo del presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo, sarebbe fallito sia a causa di dissensi intervenuti tra Julia e i suoi da un lato e gli ivoriani dall’altro, sia a causa di una strumentalizzazione operata dai servizi segreti siriani. In questo periodo, la Siria ha il dente avvelenato con Parigi a causa della recente risoluzione Onu che chiede il ritiro delle truppe straniere dal Libano.
Ad aggravare la confusione, un sito israeliano sembra confermare che il convoglio dove si trovavano gli ostaggi, in viaggio da Bagdad verso Damasco, sia stato effettivamente bombardato dagli Usa, come aveva dichiarato Julia. I servizi segreti francesi smentiscono Julia su un punto: il suo collaboratore, l’ambiguo Philippe Brett, che aveva dichiarato venerdì di trovarsi a Bagdad con gli ostaggi, era invece a Damasco.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/05-Ottobre-2004/art24.html