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PENSIONE: PIU’ PENALIZZATI I 53-54ENNI

Publie le giovedì 29 luglio 2004 par Open-Publishing

I piu’ danneggiati dalla riforma previdenziale saranno i lavoratori
dipendenti e quelli autonomi che oggi hanno rispettivamente 53 e 54 anni.
Nel 2008, l’anno dello spartiacque tra la legge Dini e l’entrata in vigore
delle nuove norme, avrebbero potuto andare in pensione d’anzianita’ secondo
le regole attuali, mentre saranno costretti a prolungare l’attivita’
lavorativa.

Il rischio per una generazione di lavoratori e’ di restare al lavoro
quasi cinque anni in piu’ dei loro colleghi piu’ anziani per effetto
dell’aumento dell’eta’ anagrafica per la pensione di anzianita’ e la
chiusura delle finestre per l’uscita. Le donne, anche dopo il 2008, potranno
continuare ad andare in pensione d’anzianita’ a 57 anni con 35 anni di
contributi ma, in questo caso, il calcolo della loro pensione sara’ fatto
interamente con il metodo contributivo. Il risultato sara’ un taglio in
media del 20% del trattamento. Facile immaginare, considerando l’entita’
della riduzione, la decisione di prolungare l’attivita’ lavorativa di altri
tre anni per andare in pensione di vecchiaia.

Da una simulazione sulla base delle norme attuali e di quelle
contenute nella riforma risulta, come detto, che i piu’ penalizzati sono i
dipendenti di 53 anni e gli autonomi di 54 con circa 31 anni di contributi.

LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 10 GENNAIO 1951 CON 31 ANNI DI
CONTRIBUTI

Ha 53 anni di eta’ e lavora continuativamente da quando ne aveva 23.
Con le regole attuali avrebbe raggiunto i requisiti per la pensione (57 anni
e 35 di contributi) il 10 gennaio 2008 e sarebbe uscito con la finestra del
luglio 2008. A causa delle nuove regole dovra’ aspettare il primo gennaio
2013 (a quasi 62 anni e quasi 40 di contributi) perche’ nel 2011, quando
avra’ 60 anni, sara’ scattata quota 61. Il 10 gennaio 2012 quando avra’ 61
anni dovra’ aspettare per uscire la finestra di gennaio dell’anno
successivo.

LAVORATORE AUTONOMO NATO IL 5 FEBBRAIO 1950 CON 32 ANNI DI CONTRIBUTI

Con le regole attuali avrebbe ottenuto i requisiti il 5 febbraio del 2008
(almeno 58 anni di eta’ e 35 di contributi) e sarebbe uscito a ottobre dello
stesso anno. Dovra’ invece aspettare il primo luglio 2013 (con quasi cinque
anni di ritardo). Nel 2011 infatti quando avra’ 61 anni sara’ scattata quota
62. Quando avra’ 62 anni (il 5 febbraio 2012) dovra’ aspettare la finestra
di luglio dell’anno successivo.

LAVORATRICE DIPENDENTE NATA IL 15 GENNAIO 1951 CON 33 ANNI DI
CONTRIBUTI

Una donna di 53 anni che abbia cominciato a lavorare a 20 anni sarebbe
andata in pensione nel 2008, con la finestra di luglio. Con le nuove regole
dovra’ aspettare i 60 anni (a gennaio del 2011) per la pensione di
vecchiaia. Nello stesso anno raggiungera’ i 40 anni di contributi ma le
converra’ uscire con il trattamento di vecchiaia perche’ non sara’ costretta
ad aspettare l’apertura delle finestre. Il ritardo per il pensionamento
sara’ circa di due anni e mezzo. La stessa lavoratrice potrebbe anche
decidere di lasciare il lavoro dopo il 2008 pur non avendo compiuto 60 anni
ma, in questo caso, la penalizzazione non sara’ di poco conto: si vedra’
tagliato l’assegno del 20% il media.

LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 13 FEBBRAIO 1952 CON 34 ANNI DI
CONTRIBUTI

Con le regole attuali, avendo nel 2008 solo 56 anni avrebbe comunque
dovuto aspettare il 2009 per uscire (con la finestra di luglio). A questo
punto dovra’ aspettare il 2010 per avere i requisiti contributivi (40 anni)
ma l’inizio del 2011 (a 59 anni) per uscire per la pensione di vecchiaia.

LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 4 MARZO DEL 1949 CON 32 ANNI DI
CONTRIBUTI

Il lavoratore avra’ 57 anni il 4 marzo del 2006 ma dovra’ aspettare di
avere almeno 35 anni di contributi (nel 2007). Andra’ in pensione con le
regole attuali, con la finestra del luglio 2007 (raggiunti i requisiti entro
31 marzo 2007).

(ANSA)