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PIEMONTE & ’NRANGHETA

par Lucio Galluzzi

Publie le domenica 15 aprile 2012 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing
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SE TU DAI UN APPALTO A ME... IVANO L’HANNO POI ELETTO?

PARTE PRIMA
TORINO E CANAVESE
Volpiano, un po’ più in là della periferia di Torino.
Si può dire che sia l’inizio del canavese, che si estende dal capoluogo di regione fino alla Val d’Aosta.
Fa 15.000 abitanti, la cittadina piemontese.
Il 6 giugno 2009 si sarebbe votato per le amministrative.
Il 20 maggio 2009, all’hotel Verdina, degli uomini stanno cenando ad un tavolo.
Uno di loro parla: è Nevio Coral, conosciuto da tutti nella zona, per 11 anni è stato sindaco della vicina Leinì.
Industriale nel settore dell’ecologia, Coral è un politico del centro destra.
Sembrano tutti amici quei commensali, brindano ad Ivano, il figlio dell’industriale, che è candidato alla Provincia di Torino.
L’ex sindaco illustra le prospettive di lavoro che si potrebbero ottenere se il figlio fosse eletto.
Ma al tavolo, seduti con Coral, non ci sono imprenditori come lui.
C’è Vincenzo Ardirò, detto Enzo, nato a Locri, RC, il 20.01.1957, vive a Caselle Torinese, è lui che fa il brindisi per Ivano; alle spalle ha una condanna per l’incendio di un cantiere edile e per l’aiuto fornito ad un amico pregiudicato a bonificare l’ufficio dalle cimici della polizia.
Gli altri "amici" davanti alla cena hanno condanne per traffico di stupefacenti, porto abusivo d’armi, favoreggiamento personale, ricettazione, rapina, estorsione, minacce, lesioni personali e rissa.
Quella sera, a discutere delle elezioni sul territorio, seduta a quel tavolo, c’era la ’ndragheta.
All’incirca due anni dopo, 8 giugno 2011, cinque di quegli "amici" vengono arrestati, uno è Nevio Coral: "concorso esterno in associazione mafiosa".
Parte l’operazione "Minotauro", la più grande offensiva contro la criminalità organizzata in Piemonte.
191 gli imputati, 159 le richieste di arresti, beni sequestrati per 100 milioni di euro.
2.500 sono le pagine dell’Ordinanza dei PM e comprovano minuziosamente l’infiltrazione capillare della ’ndrangheta nel torinese.
Nel capoluogo e immediata periferia sono nove i "locali" scoperti che erano cellule di ’ndrangheta con gerarchia interna, in aggiunta ce n’è una decima, non riconosciuta dai "capi", denominata "bastarda"; annesso c’era il gruppo "Crimine", deputato alle azioni violente.
Centinaia sono gli affiliati, perché "ogni ’locale’ non può costituirsi se ha un numero di picciotti inferiore a 49".
Le accuse: associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione, favoreggiamento dei latitanti, truffa, usura, gioco d’azzardo, infiltrazione nell’economia e riciclaggio.
Sequestrate aziende edilizie, di trasporto merci e una casa di riposo.
Gli affiliati indagati risultano essere "imprenditori", "carpentieri", "operai".
"Impreditore" si dichiarava il boss Rocco lo Presti, potente nell’edilizia in Val di Susa a causa delle sue amicizie politiche locali che portarono, 1995, allo scioglimento del comune di Bardonecchia per mafia.
La ndrangheta, interessata all’edilizia, ha, da decenni, "messo mano" al canavese; dal sequestro e uccisione l’imprenditore Mario Ceretto alla fortuna smisurata, imprenditoriale e politica, di Michele Iaria che nel 1980 diventa vice segretario del PSI provinciale, anche se i suoi contatti con i boss calabresi erano noti.
Iaria viene arrestano [416 bis], con l’operazione Minotauro.
Poi c’è la faida per il controllo del territorio che dal 1998 ha causato una decina di omicidi e tentati omicidi di persone impegnate nel campo edile.
Rocco Marando, pentito, racconta ai PM come venivano spartiti gli appalti: "quando c’è un appalto da realizzare nel territorio della ’società’ debbono ’mangiare’ le ditte che sono gestite da esponenti della medesima ’società’, se ad esempio vince l’appalto una ditta estranea alla ’società’, viene convinta prima con le buone ad andare a lavorare da un’altra parte, poi con le cattive e si può arrivare anche a uccidere."
Il settore che più fa gola alla ndrangheta è quello pubblico, anche se qualsiasi altro va bene ugualmente,: appalti e subabbalti, pubblici, dove si incontrano gli interessi di mafia e politica portati in cabila elettorale.
A Torino e provincia la ndrangheta garantisce migliaia di voti e "locale" per "locale", in multipli di più di 49 che si organizzano per unirsi ad altre "locali", possono sostenuti dalla "società", condizionare risultati elettorali anche regionali e nazionali.
Per questo motivo candidati di rivolgono ad affiliati e boss, sapendo perfettamente di poter avere garantiti i voti del bacino dell’ ’onorata società’.
Di questi candidati, l’operazione Minotauro, ne ha trovati una decina, trasversali politicamente, mentre chiedevano voti ai boss.
Fabrizio Bertot, primo cittadino di Rivarolo Canavese; il suo segretario comunale Antonino Battaglia ha "sponsorizzato" la candidatura del sindaco alle europee del 2009 tra gli uomini delle cosche, raccomandandosi a Giuseppe Catalano, boss della ndrangheta piemontese, l’accusa dei PM è "voto di scambio" per i 20 mila euro che Battaglia e l’imprenditore Giovanni Macrì "avrebbero pattuito con la controparte, insieme alle promesse di appalti e varianti al piano regolatore.
Per "presentarsi" ai calabresi, Bertot partecipa con il suo segretario ad un pranzo elettorale presso il bar Italia [proprietà Catalano] ed in quella occasione illustra ai presenti i lavori e le grandi opere.
Al bar Italia c’erano le telecamere dei Carabinieri che hanno pure filmato riunioni di affiliazioni mafiose.
Bertot dice di non essersi insospettito di nulla, "perché ero in un locale pubblico, non in un bunker e per giunta di fronte c’è addirittura il Comando Carabinieri".
Non ha avuto alcun dubbio neppure per la presenza al pranzo elettorale di quel Giovanni Iaria, detto "gianni", di Cuorgné, noto al mondo politico per i suoi precedenti.
Al bar Italia c’era anche l’assessore regionale Claudia Porchietto, per le provinciali del 2009; l’aveva portata il consigliere comunale di Orbassano Luca Catalano, staff elettorale dell’assessore e nipote del proprietario del bar.
Il bar Italia era frequentato assiduamente da Ignazio Rimi, ucciso di fronte al locale nel 2006: quattro pistolettate alla testa.
Altri nomi che emergono dalle 2.500 pagine dell’ordinanza Minotauro sono politici del centro sinistra, in rapporti con Salvatore de Masi, detto giorgio: Domenico Lucà [parlamentare PD], è intercettato mentre al telefono gli chiede sostegno per Piero Fassino nelle primarie del 2011; il consigliere regionale Antonio Boeti [PD] lo invita a casa sua insieme all’assessore del comune di Alpignano Carmelo Trombi [IDV]; l’on. Gaetano Porcino [IDV] lo incontra al bar Massaua di Torino; per loro De Masi è semplicemente un costruttore noto, capace di muovere consensi, ma già prima d’essere identificato dai magistrati "padrino di Rivoli con dote", i suoi trascorsi avrebbero dovuto mettere in allarme quei politici.
De Masi è il genero del defunto Antonio Romeo, capo indiscusso di San Luca, suo cognato è Giuseppe Giorgi, tra i 30 latitanti del programma di ricerca speciale del Ministero degli Interni
La ndrangheta avrebbe sostenuto anche Paolo Mascheroni, candidato sindaco a Castellamonte nel 2007 con una lista civica di centro destra.
La vicenda ha avuto strascichi anche in Consiglio comunale.
Un ex palestra situata nel centro di Castellamonte era stata destinata al recupero proposto da una importante ditta locale, la Canavesana Costruzioni, progetto approvato dal Consiglio.
Uno dei due proprietari della Canavesana, Urbano Zucco viene arrestato, nel frattempo, con l’operazione Minotauro [associazione mafiosa]: il suo nome sparisce dall’Ordine del Giorno e l’approvazione diventa comunque definitiva.
Il 27 giugno viene presentato un nuovo punto all’Ordine del Giorno, ma si "dissolvono" i nomi della Canavesana Costruzioni e del titolare arrestato; il consigliere Pasquale Mazza chiede la sospensione della delibera in votazione, ma la risposta è no. Delibera approvata.
Il sindaco è tranquillo: "non compete al primo cittadino sapere chi c’è o meno in una una ditta... comunque è stata una semplice dimenticanza, vedrà tutto il notaio..."
Paolo Mascheroni è intercettato e negli atti dell’Ordinanza Minotauro risulta essere "persona a disposizione per quello che può".
Urbano Zucco, comproprietario della Canavesana Costruzioni, è un personaggio chiave dell’inchiesta Minotauro; figlio del defunto Giuseppe Zucco, capo della "locale" di Natile di Careri [RC] a Torino, Urbano, secondo i magistrati, è affiliato alla ndrangheta dal 2007 con la dote di "trequartino", le sedi delle sue aziende erano centri per summit mafiosi e affiliazioni.
Lui e la sua famiglia, dal nulla, in dieci anni, ad imporsi nel nord torinese come una delle più importanti realtà del mondo edile.
Ma è grazie a Nevio Coral che Zucco riuscirà ad aggiudicarsi appalti e lavori in tutta la provincia.
... continua
Lucio Galluzzi
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Messaggi

  • L’Alto MAGISTRATO e GIURISTA, il Dottor Alfonso Papa per rispetto della Legge, lotta intrepidamente contro il Flagello dei Miserabili Vermi di sinistra puzza, che da troppo lungo tempo ci opprime e strangola la Nazione e con ammirevole coraggio di Uomo, anche contro tutti i pusillanimi, gli infingardi e gli Scornacchiati del vile e Associato Gaglioffume giudiziario; in primis, con particolare e meritoria attenzione verso quei Ciarlatani, degni figli di Topone di Fogna; quei vili Assassini della Giustizia e di questo povero Stato. --- Solo chi ha avuto la grande Sventura di conoscere l’IGNORANZA e l’eccelsa Superbia del Turpe GIUDICIUME Politico, specie quello della fitusissima “Scuola Torinese” (una balorda e Triste Gang di Mona, così perfidamente autopromossasi, per Ludibriosa Stronzaggine, dei loro Scellerati Boss) che tramando e Tradendo il POPOLO, arrivò ad ingolfarsi pur senza strozzarsi (Boja Fauss, min-chia …) coi più grassi Pastoni a cui un Immondo SUINO possa aspirare, principalmente quando razzola negli altrui Truogoli; soltanto un Sofferente (da vigliacca e Tribunalizia manu militari) di questo Martoriato Popolo riesce ad apprezzare la nobile e Sacra Lotta, che porta avanti (anche) sull’Immane Tragedia delle nostre mortifere e orrende CARCERI, con tenacia e sagacia il chiarissimo Professor Papa, che da ex detenuto ha vissuto la terribile realtà del disumano Lager di Poggioreale e cerca di alleviare questa infernale situazione che peggio della Lebbra, impesta Barbaramente la nostra Società; senza che vi sia alcun timore da parte di questi vili e DISONORATI Cialtroni, di pagare il fio delle loro Somme Scelleratezze; perché il razzolante CANAGLIUME magistraturale è ben ammanicato con Deviate Istituzioni, ispiratrici e fomentatrici di questo sciagurato TERRORISMO dei Felloni; queste Brigantesche Bande che si sentono autorizzate a tutto per Divina Investitura, nel loro disgustante mercimonio si sono Vendute (anche) a quel cornuto di Satana, fetentissimo santo Protettore di Calunniatori, Mariuoli, Ricottari, Corna-Copia e MAFIOSI. --- Questo disse uno Scugnizzo di bassa scuola, dall’alto di questa pugnace e Benemerita Barricata della Libertà, pur con la consapevolezza di poter scomparire presto e male (nel “Mistero” …), tramite Assassine mani sporche di sangue dei sempre servili e “Segreti” SGHERRI, anch’essi al pari dei loro Padroni, Stupidi e Superbi, MARIUOLI (Lader di destrezza) di gradi e di medaglie (a volte anche inventate, con meretricio di Coscienza e a danno di altri …), di questo e da loroTradito e Usurpato Stato; così parlò Zione, il socio Fondatore dell’ A. V.G. (Associazione Vittime della Giustizia), nonchè già in passato, per sentito e ineludibile Dovere Morale, fustigatore di Tenie e Pantegrane (con tutto il rispetto) e quantunque mordace, ma pur sempre nei miseri panni di povero Cristo e per giunta anche Vesuviano; il che in certi ambienti di Rinnegati, rappresenta sempre un’indifesa e ghiotta PREDA per i moderni, reconditi e AUTENTICI BOJA “Piemontesi” facenti capo alla deviata e Criminale Magistratura dei Felloni giudiziari. ruotologiu@libero.it