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Perben II in libertà vigilata

Publie le lunedì 4 ottobre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Laurent Mouloud

Dichiararzione di colpevolezza, pools contro la grande criminalità, allungamento
del fermo fino a quattro giorni ... a partire da oggi, molte misure essenziali
della legge Perben II, « che adeguano la giustizia alle evoluzioni della criminalità »,
devono entrare in vigore nell’insieme delle sedi giudiziarie francesi. Dopo mesi
di controversie e qualche rimostranza del Consiglio costituzionale, questo testo,
votato a febbraio a scapito dell’opposizione, continua ad incontrare l’ostilità di
buona parte del mondo giudiziario. Avvocati e magistrati in testa, le cui organizzazioni
sindacali moltiplicano, negli ultimi giorni, gli appelli alla « vigilanza ».

Un lavoro di improvvisazione

Per il Guardasigilli, Dominique Perben, la legge del 9 marzo 2004 dà risposta a « due realtà purtroppo estremamente gravi: lo sviluppo della criminalità organizzata » e l’incapacità del sistema penale di « trattare in maniera opportuna l’insieme dei procedimenti ». Nei fatti, questo mostro legislativo, con i suoi 224 articoli che trattano sia degli atti di terrorismo che dell’inquinamento marino o degli incendi boschivi, rivisita da cima a fondo il Codice di procedura penale (CPP). « Praticamente tutte le parti del CPP sono interessate, conferma un magistrato parigino. Per noi é un enorme lavoro di applicazione che dobbiamo fare in fretta, cioé improvvisando. Avremmo preferito, almeno, avere un po’ più di tempo.

Fondamentalmente, la legge Perben II realizza, secondo i suoi detrattori, un cambiamento radicale del sistema giudiziario. Essa insiste sul riequilibrio della procedura in favore delle forze di polizia e della procura, i cui magistrati (come i procuratori generali, nominati in Consiglio dei ministri) sono sempre più dipendenti nei confronti del potere politico. In effetti la legge ufficiakizza il ruolo del Guardasigilli come quello di colui che « dirige la politica dell’azione pubblica determinata dal governo ». Ma che puo’ anche « dare istruzioni scritte » nei procedimenti individuali. Misura emblematica di un tale ribaltamento : comparire dopo riconoscimento preliminare della colpa (CRPC). Ispirata dalla dichiarazione di colpevolezza all’anglosassone, questa nuova procedura permette al procuratore di proporre una pena al delinquente che riconosce il suo errore per un delitto passibile di un massimo di cinque anni di carcere. Il giudice della sede del tribunale non deve far altro, in seguito, che omologare o no la decisione.

Per la Cancelleria, la CRPC é destinata agli affari semplici e mira anzitutto ad « alleggerire le udienze in tribunale ». Un punto di vista lontano dall’essere condiviso. « Il rischio evidente é che sia estorta l’approvazione dei prevenuti, analizza Aïda Chouk, presidente del Sindacato della Magistratura (SM). Penso ai tanti episodi di ribellione e oltraggio. Di fronte al procuratore, il cittadino non avrà i mezzi per difendere la sua causa davanti alla giustizia. Sarà una pena senza giudizio né difesa, decisa nel segreto del gabinetto dell’onnipotente pubblico ministero che concentra il potere di perseguire e quello di condannare. » In chiaro : la fine del giusto ed equo processo. Per non dire, inversamente, dei rischi di soffocamento dei processi poiché la misura puo’ essere applicata anche alle « persone morali » : imprese, associazioni o partiti politici. La CRPC promette di scontrarsi con una vigorosa opposizione. A Lilla e a Bordeaux gli avvocati invitano fin d’ora a rifiutare tutte le proposte di « dichiararsi colpevole ». A Parigi, ci si limiterà ai fatti « semplici » e « isolati ».

Infiltrazione, ascolto, perquisizione

Altra misura criticata : i nuovi poteri d’indagine delle forze di polizia, nel quadro di infrazioni commesse in « banda organizzata » : fermo di 96 ore (anche per i minori di 16 anni), indagine in flagranza di quindici giorni, sonorizzazione dei luoghi privati, infiltrazione, perquisizioni notturne, ascolti telefonici. Il Consiglio costituzionale ha tenuto a precisare che queste procedure eccezionali di indagine devono essere applicate solo se sussistono « elementi sufficientemente gravi ». Comunque ha ristabilito la possibilità di annullare questa procedura eccezionale e riqualificare il delitto. Un aggiustamento che, per Aïda Chouk, non cambia fondamentalmente niente : « La banda organizzata é una nozione delicata. Malgrado questa precisazione, la polizia utilizzerà queste misure eccezionali, come il fermo prolungato. E se ammette in seguito di essersi sbagliata, questo non cambierà niente : il male sarà già stato fatto. »

Un testo squilibrato

Resta, infine, la questione dei mezzi. « Il problema non é necessariamente il testo che si vota, ma i mezzi che gli si attribuisce, sottolinea Bruno Thouzellier dell’Unione sindacale dei magistrati (USM). Questo testo aumenta i poteri della polizia e, contemporaneamente, non dà ai magistrati mezzi di controllo sufficienti. Non é un testo liberticida ma squilibrato, applicato in fretta e senza mezzi supplementari. Non dimentichiamo che é sempre per mancanza di mezzi o per mancanza di controlli che ci si trova davanti a dei problemi. » Più fondamentalmente, molte misure non sembrano superare per ora lo stadio dell’esibizione politica. E’ il caso della misura sui « pentiti », ancora in attesa dei decreti di applicazione. “Questo dispositivo costa in Italia 80 milioni di euro, rileva Bruno Thouzellier. In Francia, non é previsto neppure un centesimo...”

Per i sindacati dei magistrati e per gli avvocati siamo ormai alla veglia d’armi. Anzi alla risposta. L’associazione Giustizia azioni libertà (Jal), un collettivo di avvocati costituito in occasione del voto della legge, chiama oggi ad una giornata di azione al Palazzo di giustizia di Parigi. Ed esige l’abrogazione pura e semplice del testo. L’USM sollecita un rapporto parlamentare sull’applicazione della legge. Da parte sua, il Sindacato della magistratura ha appena creato un osservatorio dell’applicazione della legge Perben II. Ha inoltre distribuito in tutte le sedi giudiziarie una contro-circolare di applicazione « destinata a ridurre i rischi » che questo testo presenta per le libertà fondamentali.

Tradotto dal francese da Karl e Rosa - Bellaciao

source:

http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=9857