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Perché un gemellaggio fra il sito di Bellaciao e quello di "Per un’altra Firenzuola"?
Publie le venerdì 23 aprile 2004 par Open-Publishing
http://unaltrafirenzuola.org
– version française : Pourquoi un jumelage entre le site de Bellaciao et celui de "Per un’altra Firenzuola" ?
Un po’ di storia
Firenzuola é una cittadina di meno di cinquemila abitanti, a
metà strada fra Bologna e Firenze, nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano. Viene
fondata nel ’300, quando il Mugello usciva dal Medioevo e dalla dominazione feudale
degl Ubaldini ed i suoi abitanti si organizzavano in liberi Comuni. La posizione
strategica di Firenzuola, lungo il tracciato di una delle più importanti vie
di comunicazione fra il Nord ed il Centro Italia, non poteva sfuggire a Firenze,
città che aveva finito per imporre il suo dominio a tutta la Toscana, che ne
fa una piazzaforte, munita di poderose mura e di una rocca, sede dei podestà fiorentini,
uno dei quali é quel Michele di Lando che aveva guidato il tumulto dei Ciompi,
uno dei primi esempi di sciopero politico della storia. La principale risorsa
di Firenzuola é sempre stata la pietra, quella pietra serena ben visibile nei
manufatti architettonici di Firenze, il cui sfruttamento riprende vigore all’inizio
del 19° secolo. All’epoca della I guerra mondiale, i residenti sono circa 20.000,
all’epoca della II circa 10.000 ed oggi, come indicato all’inizio, meno di 5.000,
anche se almeno altrettanti sono i non residenti. Oltre alla pietra, le risorse
di Firenzuola sono l’agricoltura, l’allevamento del bestiame (bovini) e, più recentemente,
il turismo. Durante la II guerra mondiale la cittadina, pernio della Linea Gotica,
dispositivo di difesa dell’esercito tedesco fra l’Italia centrale e l’Italia
settentrionale dopo l’8 settembre 1943, é al centro di un’intensa attività resistenziale,
che interessa, nell’ambito della Resistenza in Toscana ed Emilia-Romagna, tutto
il Basso e l’Alto Mugello. Situata sulla direttrice dell’avanzata delle truppe
anglo-americane, Firenzuola viene quasi totalmente distrutta nell’estate 1944
in seguito ai bombardamenti dell’aviazione alleata. Nel dopoguerra la cittadina
viene lentamente ricostruita, con al centro la sua Rocca del XIV secolo, che
ne é un po’ il simbolo, e la sua via principale fiancheggiata da portici, come
usa in Emilia-Romagna, ed anche le ferite terribili inferte al suo territorio
si sono lentamente rimarginate. La storia del dopoguerra procede senza grandi
avvenimenti fino a una ventina d’anni fa: Firenzuola é un comune povero e la
sua amministrazione, che dispone di bilanci modesti proporzionati alle sue risorse, é guidata
alternativamente dall’una o dall’altra delle "anime" popolari della Toscana (e
dell’Emilia-Romagna) quella "cattolica" e quella "comunista", con i "socialisti" a
fare, in una certa misura, da ago della bilancia.
La svolta
All’inizio degli anni 90, la grande svolta. Fra le varie ipotesi di tracciato
per la nuova linea ferroviaria ad alta velocità fra Firenze e Bologna, prevale
quella che prevede l’attraversamento, fra gli altri, del territorio del comune
di Firenzuola. Le elezioni comunali vengono vinte da una lista di centro-sinistra,
che si impegna ad utilizzare la "manna ferroviaria" investendone i fondi in tutte
quelle opere ed iniziative che la ristrettezza dei bilanci avevano fino ad allora
reso irrealizzabili.
Il programma é ambizioso: migliorare i servizi e le infrastrutture, promuovere
l’agricoltura (i famosi marroni di Firenzuola!) e l’allevamento biologico, dotare
il territorio di strutture turistiche adeguate alle sue bellezze allora incontaminate,
attrezzare gli accessi al fiume Santerno frequentati dai bagnanti con gli indispensabili
servizi e sistemarne le rive, migliorare la rete dei sentieri, promuovere l’artigianato
della pietra serena, restaurare l’ingente patrimonio architettonico, proteggere
la fauna e la flora locali, sviluppare l’edilizia popolare e scolastica. Intanto
iniziano i grandi lavori: la rete stradale deve sopportare giornalmente il transito
di un’enorme quantità di camion, con conseguenze molto pesanti sulla qualità dell’aria
e sul livello di rumorosità, per non parlare di quelle per il fondo stradale,
il lavoro di perforazione delle montagne "buca" oltre al terreno, già di per
sé franoso per la presenza quasi ovunque di calanchi argillosi, decine e decine
di sorgenti in una zona piuttosto arida come quella appenninica, i tre principali
corsi d’acqua del territorio comunale vengono inquinati dai materiali di sterro
misti a residui di carburante e ad altre sostanze tossiche e la loro portata
si riduce a vista d’occhio. Diventa evidente nel giro di poco tempo che, a differenza
di quanto era stato assicurato dal consorzio di ditte che si sono aggiudicate
gli appalti, e confermato dalle amministrazioni locali, nessuno studio geologico
preliminare serio era stato realizzato e che dunque i danni saranno ingenti (qualcosa
come 10 miliardi di euro, secondo le stime più recenti). Questo disastro viene
aggravato dalla vittoria delle destre alle elezioni politiche del 2001, che immediatamente
si traduce in un peggioramento della legislazione relativa agli appalti, ai criteri
di trasporto e stoccaggio dei materiali di risulta etc.
La politica dell’amministrazione comunale
Ma qual’é, in questo quadro, la politica attuata dall’amministrazione comunale
di centro-sinistra? Vengono denunciati i disastri? Si mette mano ad utilizzare
i fondi a disposizione per riparare le ferite più gravi? Si mobilita la popolazione?
Si pensa al futuro, quando la "festa" degli appalti e dei subappalti sarà terminata?
Nulla di tutto questo, malgrado la battaglia interna della sinistra, i cui due
consiglieri finiscono per uscire dalla giunta all’inizio del 2002, prendendo
atto della mancata attuazione del programma per il quale si sono battuti per
ben sei anni, per riprendere la lotta fra la popolazione senza condividere le
responsabilità dell’amministrazione. La giunta comunale di Firenzuola sostiene
che tutto va per il meglio e si vanta in ogni occasione delle sue realizzazioni.
La realtà é diversa. Delle infrastrutture promesse, le uniche degne di nota sono
i parcheggi di cui vengono dotati il centro storico e tutte le frazioni, i cui
criteri di progettazione e di esecuzione non sono peraltro esenti da critiche,
anche gravi. Viene realizzato un bellissimo museo della pietra serena nel cuore
di Firenzuola, sotto la rocca, mettendone a nudo parte delle antiche strutture
sepolte dal tempo e dai bombardamenti. Ma, avulso da un vero percorso museale,
il museo viene visitato pochissimo ed anch’esso, come i parcheggi, non é esente
da inconvenienti tecnici. Vengono realizzate nuove strade, ma in qualche caso
con caratteristiche tali che, una volta chiusi i cantieri, ai cui mezzi sono
attualmente ed esclusivamente destinate, non saranno collaudabili e quindi non
accessibili alla circolazione ordinaria. Ed infine, classica ciliegina sulla
torta, la giunta comunale decide di costruire una piscina scoperta in un comune
di montagna dove la sua fruibilità sarà limitata a parte del periodo estivo,
un comune che dispone di un fiume, che, opportunamente attrezzato, puo’ offrire
una decina di piscine naturali di grande bellezza a quanti vogliano rinfrescarvisi.
Ma non sono i dettagli tecnici dei lavori eseguiti con le risorse della "manna
ferroviaria" l’aspetto più preoccupante della linea politica della giunta, si
tratta piuttosto della filosofia che ne é alla base. La giunta di Firenzuola
si é rapidamente trasformata, da gruppo promotore di quel "Progetto democratico" grazie
al quale ha conquistato un primo ed un secondo mandato, in comitato d’affari
delle principali ditte locali di subappalto dei grandi lavori ferroviari e stradali
ed altre opere secondarie. Infatti l’enorme richiesta di inerti ha moltiplicato
le attività estrattive ed i profitti ad esse collegati, finendo per aggiungere
al dissesto del territorio dovuto ai lavori quello dovuto all’apertura di sempre
nuove cave, chiuse senza ripristino dei siti e aperte fuori da ogni seria programmazione.
La ricchezza di Firenzuola non é più la pietra serena, la bellezza del suo territorio
con la sua flora e la sua fauna, l’agricoltura e l’allevamento, ma gli inerti,
tali anche da un punto di vista di dinamica economica. Per moltiplicare i profitti
di pochi, l’intera comunità svende un suolo e un sottosuolo che sono frutto dell’opera
di milioni e milioni di anni, modificando perfino il profilo orografico del territorio
comunale. Una parte enorme delle risorse idriche serve prioritariamente per lavare
gli inerti, gratis, mentre il costo dell’acqua per usi civili cresce, quando
e se é disponibile. Gli stessi miglioramenti della rete stradale sono principalmente
finalizzati al trasporto degli inerti, con le conseguenze immaginabili per chi
abita le frazioni ed i casolari situati sul loro percorso. L’Ufficio tecnico
comunale, troppo piccolo, sostiene l’amministrazione comunale, per far fronte
ai progetti previsti, viene sostituito da un Ufficio esterno ad hoc, il cui personale
viene dotato di adeguati stipendi. Anche le competenze del rimanente personale
del Comune vengono progressivamente ridotte, mentre una "cooperativa" si incarica
di svolgere sempre nuove mansioni un tempo di pertinenza del Comune. Si chiama
esternalizzazione. La discarica, che provvedeva alle esigenze di Firenzuola,
viene ammodernata, la sua capacità aumentata esponenzialmente, per provvedere
alle esigenze di un numero imprecisato di comuni, affidata ad una ditta privata,
mentre i cittadini di Firenzuola, oltre a sopportare un enorme traffico di autotreni
carichi di immondizia provenienti da ogni dove sulla sua rete stradale, si vedono
aumentare del 50% la bolletta per il servizio di nettezza urbana. Invece di risarcire
le ferite inferte al territorio, il Sindaco decide di nasconderle: incarica un
famoso scultore di realizzare un monumento che esalta l’alta velocità ferroviaria,
mentre la popolazione comincia a rendersi conto delle sue conseguenze, almeno
parzialmente nefaste, prevedendo di spendere la bella cifra di oltre 6 miliardi
di vecchie lire. Non contento, il Sindaco promette nuovo "sviluppo" sbracciandosi
per ottenere la realizzazione di un collegamento con la variante di valico dell’Autostrada
Firenze-Bologna, la "bretellina", che significherà altri danni ambientali, altre
cave ed il vantaggio per le auto di arrivare a Firenze via autostrada, con riduzioni
del tempo di percorrenza più che ipotetiche. E’ l’ultimo atto di una filosofia
politica che é espressione di un modello di sviluppo basato sul breve piuttosto
che sul medio e lungo termine, sull’interesse immediato di pochi piuttosto che
sull’interesse in prospettiva di molti, sullo sfruttamento dissennato della terra,
dell’aria e dell’acqua di Firenzuola piuttosto che sulla coltivazione della terra,
sulla salvaguardia dell’aria e dell’acqua che i nostri padri ci hanno trasmesso
per le generazioni future, per migliorarne e diversificarne i prodotti, per migliorarne
la qualità e ridurne il costo, per fare come si fa con qualunque capitale: farlo
fruttare.
E’ una filosofia politica che, non a caso, é indifferente al patrimonio artistico
ed architettonico del nostro comune: frazioni intere, che pure contengono edifici
pregevoli, sono abbandonate al degrado, antiche strade e ponti vecchi di secoli
sono in condizioni deplorevoli. E’ la stessa politica che viene applicata al
patrimonio paesaggistico, alla flora ed alla fauna e cioé del più totale disinteresse
per le sponde dei corsi d’acqua, cui é legata la base stessa dell’insediamento
umano nel nostro territorio, per i castagni secolari, selve, sentieri, casolari
sempre per lo stesso motivo: non producono profitti immediati. A conclusione
di tutto cio’, va sottolineato che l’opposizione di destra é rimasta per tutto
questo tempo un’opposizione virtuale, dato che la linea politica dell’amministrazione,
cosi’ come l’abbiamo descritta, l’ha trovata e la trova sostanzialmente concorde.
Essa rappresenta, infatti, quegli stessi interessi economici di cui la giunta
di centro-sinistra ha dimostrato di saper tenere il dovuto conto e dunque mancano,
almeno sulle questioni strategiche, le contraddizioni e quindi le ragioni di
un’opposizione, che si limita ad aspetti del tutto secondari, come la salvaguardia
di interessi "minori", di piccole clientele elettorali legate a questo o quel
personaggio locale, questa o quella frazione, questa o quella "corporazione".
Per un’altra Firenzuola
E’ questa la situazione che ha spinto i cittadini di Firenzuola, negli ultimi
due anni del mandato dell’attuale giunta e nell’imminenza delle elezioni comunali
del giugno 2004, a mettere direttamente mano alla salvaguardia dei loro bisogni
immediati ma anche di medio e lungo termine, senza più delegarla all’amministrazione
in carica. Partendo dalla mobilitazione sul problema della devastazione del territorio
e proseguendo con quella sul problema del peggioramento e del rincaro di servizi
come la nettezza urbana, conseguente alla sua privatizzazione, i cittadini di
questo piccolo comune sono arrivati a costruire un gruppo di lavoro "Per un’altra
Firenzuola" che tenta di superare le anguste frontiere dei partiti tradizionali,
che la pratica dell’attuale amministrazione e della sua opposizione di destra
si é incaricata, almeno localmente, di cancellare. E da questo gruppo di lavoro
nasce una lista che si presenterà alle prossime elezioni comunali di giugno con
un suo candidato sindaco ed un suo progetto politico alternativo a quello di
un centro-sinistra che ha completamente tradito il suo programma, quello in base
al quale la popolazione lo aveva eletto. Alla base di questo progetto sono due
elementi irrinunciabili, senza i quali esso non avrebbe alcun senso: la lotta
contro la guerra ed il terrorismo, contro tutte le guerre e tutti i terrorismi,
e la lotta contro il neoliberalismo che ha nella guerra e nel terrorismo le condizioni
per la sua esistenza. Si tratta anzitutto di prendere chiara coscienza che, chiusi
i grandi cantieri, l’economia del territorio di Firenzuola non sarà più "drogata" dalle
attività ad essi collegate, con i relativi posti di lavoro ed il reddito conseguente
e che non sarà la "bretellina" a risolvere questo grave problema. La soluzione,
secondo "Per un’altra Firenzuola", é un’altra, ed é legata al completo abbandono
della filosofia politica dell’attuale amministrazione, anzi ad un suo vero e
proprio capovolgimento. E’ necessario ricercare insieme alla cittadinanza un
modello di sviluppo opposto a quello finora egemone. Anche "Per un’altra Firenzuola" intende
sfruttare le risorse del territorio, ma per valorizzarlo in tutte le componenti
della sua ricchezza, che é anzitutto paesaggistica. Si propone infatti un piano
complessivo di recupero del territorio comunale, che sappia chiudere le ferite
dei grandi cantieri, o almeno cominciare a porvi mano, coniugandolo con un progetto
organico di politica sociale. Un progetto dunque di riequilibrio, di risanamento
e di valorizzazione del territorio nella prospettiva di una differenziazione
delle attività produttive, di incremento delle possibilità di occupazione, che
sappia sviluppare ed affinare le attività tradizionali adeguandole alle necessità attuali.
L’accento é posto sull’agricoltura biologica, estremamente adatta ad un ambiente
come quello firenzuolino, sull’allevamento biologico, dei cui prodotti vi é sempre
maggiore richiesta, perché compatibili con la salvaguardia della natura e dei
suoi delicati equilibri, sull’estrazione e sulla lavorazione della pietra serena
per sviluppare le attività artistiche ed artigianali a valle dell’attività estrattiva,
quelle che creano posti di lavoro e ricchezza, collegate ad un nuovo sviluppo
della formazione professionale. Le attività economiche, agricole, dell’allevamento
e della lavorazione della pietra possono essere collegate ad un progetto educativo
che inizi dalle scuole della prima infanzia ed a un progetto di sviluppo turistico
che attiri visitatori curiosi di apprendere e riapprendere antiche tecniche,
gustare sapori genuini, scoprire una natura incontaminata. Se saranno ricostituite
queste condizioni basilari, la vocazione turistica del territorio di Firenzuola,
con il suo inestimabile patrimonio di fiumi e torrenti di montagna, di boschi
naturali e di castagneti, con la sua rete di sentieri che come un sistema circolatorio
lo percorrono in ogni direzione, i suoi passi montani e le sue vallate, i suoi
antichi borghi che testimoniano come la pietra possa avere oltre a una funzione
di utilità anche una di abbellimento, potrà esprimersi e crescere. Il turismo
creerà nuove possibilità di lavoro, non soltanto negli alberghi e nella ristorazione
e settori collegati, quanto nella scoperta e riscoperta del territorio, dei frutti
della terra e del bosco, della fauna e della flora. Il progetto riguardante il
territorio non puo’ essere separato da quello riguardante i cittadini e cittadine
che vi risiedono, non soltanto quelli "attivi", ma anche quelli anziani, che
rappresentano un’aliquota molto elevata della popolazione comunale e che devono
poter godere di condizioni abitative decenti ed a prezzi accessibili e di servizi
sociali, soprattutto sanitari, all’altezza delle loro necessità, oltre che continuare
ad essere soggetto attivo della comunità mettendo a disposizione delle scolaresche
la loro esperienza ed il loro antico sapere. Ed anche per i giovani, che rappresentano
il futuro della collettività, dovranno essere individuate risposte adeguate ad
un disagio crescente, che deve trovare canali di espressione diversi da quelli
che la società dei consumi propone ed impone, risposte che devono iniziare da
un miglioramento e diversificazione della formazione professionale, collegata
alle risorse ed alle tradizioni locali, dall’offerta di occasioni e condizioni
di lavoro adeguate ai bisogni, di attività sportive e culturali in grado di rispondere
alla domanda nuova delle giovani generazioni.
"Per un’altra Firenzuola" e il Collettivo Bellaciao
Anche noi del Collettivo Bellaciao di Parigi cerchiamo, ormai da qualche anno,
strade nuove sul nostro percorso verso la costruzione di un nuovo strumento politico
che, superate le frontiere nazionali, si dispieghi nella dimensione internazionale
nella quale il potere politico, economico, militare al quale ci opponiamo viene
oggi esercitato. Anche noi pensiamo che l’esperienza nei partiti tradizionali
della sinistra storica sia ormai esaurita o in via di esaurimento e che occorrano
strumenti nuovi.
Proprio come "Per un’altra Firenzuola" non abbiamo aspettato le elezioni, le
recenti regionali in Francia, le prossime comunali in Italia e quelle europee,
né aspetteremo le regionali l’anno prossimo e le politiche fra due anni in Italia
per sviluppare il nostro progetto. Per noi le elezioni sono tappe intermedie
di un percorso politico, non certo traguardi. Tappe da cui ripartire tracciando
un bilancio del lavoro svolto nella società ed elaborando un nuovo progetto che
faccia tesoro proprio di quel bilancio, sapendone cogliere gli aspetti positivi,
per migliorarli e gli aspetti negativi, per eliminarli. I visitatori del nostro
sito Internet trilingue, ormai vicini a 300.000, lo sanno bene. Del resto la
sinistra non sfugge alla legge della trasformazione incessante che presiede a
tutti i fenomeni legati alla vita, e dunque alla storia ed alla società. Periodicamente
anche la sinistra viene travolta dalla storia, dalla sua stessa storia, ma immancabilmente
ne nasce una nuova, che ne raccoglie la bandiera, per proiettarsi in una fase
più avanzata di lotta e di progresso. La capacità di recupero delle tendenze
conservatrici, contro le quali ognuno di noi deve battersi anche all’interno
di se stesso, o addirittura delle forze più oscure della reazione, come insegnano
i vari populismi sempre risorgenti, é immensa. E dunque occorre sempre rinnovarsi,
in ogni epoca e in ogni luogo. E’ in questo spirito che cerchiamo di allargare
al massimo l’offerta di controinformazione su quanto avviene in Italia ed in
Francia (ma anche nel resto del mondo, nel limite della nostre modeste possibilità),
in campo politico e sociale, in campo sindacale e culturale, accogliendo punti
di vista ed opinioni diversi. I principi della lotta per la pace nel mondo e
contro il neoliberalismo con il suo corollario di guerra e terrorismo che vicendevolmente
si alimentano, sono anche i nostri. E’ la lezione che il giovane movimento dei
movimenti, nato a cavallo fra il secondo e il terzo millennio, impartisce anche
a noi ed al gruppo di lavoro "Per un’altra Firenzuola". Nelle rispettive sfere
di competenza, un piccolo comune di montagna ed una megalopoli di più di 10 milioni
di abitanti, perseguiamo entrambi lo stesso obbiettivo: lottare per un modello
di società totalmente alternativo a quello dominante oggi senza attendere di
averlo realizzato ma cominciando a praticarlo qui e subito, senza cercare facili
scorciatoie o metodi sbrigativi per imporlo, la forza é cosa diversa dalla violenza, riuscendo a coniugare le diverse esigenze di genere, di culture e tradizioni
diverse, le necessità dello sviluppo economico con quelle della sua sostenibilità,
le esigenze del genere umano con quelle della natura, le esigenze di trasformazione
ed innovazione di oggi e di domani con quelle di salvaguardia di quanto di positivo
il passato ci ha tramandato. E’ su questa base che intendiamo dar vita al gemellaggio
fra due iniziative distanti geograficamente, ma non politicamente e culturalmente,
due iniziative che possono utilimente arricchirsi a vicenda. E’ un piccolo esempio
di come sia possibile procedere fra forze di origini diverse per ispirazione,
per idee e per esperienza verso un obbiettivo comune.
23.04.2004
Collettivo Bellaciao