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Pisa, #excolorificio ri-occupato: «Siamo tornati!»

par Massimo Lauria

Publie le sabato 7 dicembre 2013 par Massimo Lauria - Open-Publishing

Un centinaio di cittadini del Municipio dei Beni Comuni hanno riaperto lo spazio sociale sequestrato dalla Questura il 26 ottobre scorso. «Pratichiamo un atto di cittadinanza».

«A Pisa sparisce il grigiore. Riportiamo colore nella nostra città». Questa la parola d’ordine con cui cittadini appartenenti al Municipio dei Beni Comuni hanno annunciato la nuova occupazione dell’Ex Colorificio Liberato, in via Montelungo. Un centinaio di loro si sono dati appuntamento all’alba di sabato mattina, restituendo alla città un importante spazio sociale chiuso il 26 ottobre scorso dalla Questura di Pisa, su ordinanza del Tribunale.

«Pratichiamo un atto di cittadinanza», scrivono gli occupanti in un comunicato stampa. «Oggi facciamo nostre le parole di Ugo Mattei, quando definisce a chiare lettere cosa significhi ricorrere al "diritto di resistenza" - spiega il collettivo -. «Il nostro movimento tenta di superare quel vuoto delle istituzioni, così come della politica, che ha consentito di sgomberare energie sociali, pratiche virtuose e cittadinanza attiva da un luogo condannato a restare preda del pubblico oblio.

Per le 17 è convocata la prima assemblea pubblica «aperta a tutti e tutte, perché i progetti e le idee che hanno connotato un anno di attività all’interno dell’ex Colorificio possano continuare, ripartire, e altri se ne possano aggiungere, costruendo nuove relazioni - spiegano gli occupanti -; perché l’ex Colorificio sia un luogo dove i cittadini possano trovare spazio per lo sviluppo libero della persona; perché il diritto di una comunità a decidere sul territorio venga riaffermato».

Il valore sociale di quello spazio, quasi del tutto ignorato dalla giunta cittadina - guidata dal Pd Marco Filippeschi -, è stato invece riconosciuto da molti giuristi italiani e personalità di primo piano della cultura e della politica di questo paese. Perfino il Consiglio d’Europa ha voluto l’ex Colorificio al tavolo di una conferenza internazionale, che ha raccolto al suo interno le migliori iniziative europee «volte alla riduzione della povertà, delle diseguaglianze e dello spreco delle risorse umane e materiali».

«La rioccupazione dell’ex Colorificio - ha spiegato in quell’occasione Gilda Farrel, dirigente della Divisione ricerca e sviluppo della coesione sociale a Strasburgo -, ha significato ridare senso a un edificio abbandonato. Per noi questo è estremamente importante, perché riattivare le risorse fuori uso è un atto di cittadinanza». L’azione del Municipio dei Beni Comuni riapre quindi la discussione sul riuso dei beni abbandonati al degrado; o peggio ancora destinati alla speculazione edilizia.

Sui 14 mila metri quadrati dell’ex Colorificio Toscano c’è un progetto per «residenze collettive per anziani e studenti», come aveva spiegato James Junghanss, consigliere delegato della multinazionale J Colors S.p.a, proprietaria dell’immobile. Secondo l’Unione inquilini di Pisa, invece, con questa operazione si dà «modo ad una multinazionale di costruire un altro bel dormitorio per studenti a prezzo di libero mercato». La stessa azienda in passato aveva delocalizzato la produzione e licenziato di decine di lavoratori.

«Al nostro fianco - dicono invece gli occupanti - vi sono lavoratori, studenti, le più disparate espressioni del vasto tessuto sociale che connota una città come Pisa. Parlamentari, giuristi, intellettuali, sacerdoti di strada, sono qui con noi per sostenere e difendere uno spazio divenuto crocevia di solidarietà e di ripresa civile, di lotta alle diseguaglianze e costruzioone di una città, di un mondo più giusto».

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