Home > Presidente del consiglio e vice citati dal legale di uno degli accusati. (…)

Presidente del consiglio e vice citati dal legale di uno degli accusati. Processo anti no global

Publie le martedì 24 febbraio 2004 par Open-Publishing

"Berlusconi e Fini testi"

"Devono presentarsi il 2 marzo"

IL NOME di Silvio Beriusconi compare in cima alla lista dei testimoni consegnata ieri mattina dall’avvocato milanese Mirko Mazzali, che difende alcuni dei 26 imputati per le devastazioni ed i saccheggi compiuti durante il G8. Con il premier e tra gli altri sono stati chiamati a deporre nel processo, la cui prima udienza è fissata per martedì 2 marzo, anche il vice-presidente del consiglio Gianfranco Fini, l’onorevole di An. Filippo Ascierto e il sindaco di Genova Giuseppe Perìcu. Mazzali, che ha presentato la lista nell’interesse di Stefano Caffagnini, uno dei no-global sotto accusa, vorrebbe ascoltare soprattutto Berlusconi in merito all’organizzazione e alle sinergie tra i diversi ministeri (Interno, Difesa, Giustizia) così come erano state pianificate prima del vertice internazionale.

Piani preventivi, arresti in anticipo, cariche spietate, uso di gas illegali, differimenti nei colloqui tra fermati e difensori: ci sono tante domande rimaste senza risposta da circa tre anni, e il legale milanese vorrebbe chiedere un po’ di collaborazione al capo del governo nella speranza di chiarirsi meglio le idee. Forse più suggestiva ed ironica la seconda motivazione: da Bertusconi, Mirko Mazzali vorrebbe avere chiarimenti sull’»enorme amplificazione a livello planetario» dei fatti di devastazione e saccheggio che avrebbe cosi recato «grave danno non patrimoniale all’immagine del nostro Paese nei confronti della comunità intemazionale».

Non a caso, la Presidenza del Consiglio si è da tempo costituita parte civile insieme al Ministero dell’Interno, della Difesa e della Giustizia: secondo le istituzioni, i danni morali sono dovuti anche perché il Ministero dell’Interno «malgrado l’impegno profuso nell’adozione delle misure idonee a prevenire l’insorgere di incidenti e disordini in piazza, ha visto revocata in dubbio la propria capacità di assolvere alle proprie specifiche funzioni istituzionali di garantire l’ordine e la sicurezza pubbliche». Danno all’immagine, insomma, cui andrebbe aggiunto quello patrimoniali «per i tanti beni mobili ed immobili danneggiati o distrutti».

E parte civile sta per diventare anche il Comune di Genova: al suo sindaco si chiede di testimoniare circa gli accordi che — prima del luglio 2001 — erano stati siglati con le forze dell’ordine e il Genoa Social Forum per ospitare migliaia di manifestanti. Più prevedibili le richieste di ascoltare Gianfranco Fini e Filippo Ascierto: in ballo c’è quella chiacchieratissima presenza nella sala operativa del Comando provinciale dei carabinieri, a Forte san Giuliano, mentre sulle strade genovesi si scontravano forze dell’ ordine e no-global.

Le liste testi presentate dalle parti saranno il principale argomento di discussione dell’udienza del 2 marzo, nel corso della quale i legali di alcuni imputati dovrebbero presentare una serie di eccezioni procedurali. Durante i successivi appuntamenti, fissati sempre nelle giornate di martedì, altri avvocati dovrebbero sollevare il legittimo sospetto, facendo riferimento alla presenza di un giudice genovese tra le vittime delle violenze: il ricorso alla Cirami potrebbe sospendere il procedimento, in attesa dell’eventuale trasferimento a Torino.