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Processi sul G8: Comunicato Stampa, Arci Genova, Arci Liguria

Publie le lunedì 1 marzo 2004 par Open-Publishing
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C’è stata troppa fibrillazione politica, istituzionale e mass mediatica attorno ai processi sul G8. Era forse inevitabile ma c’è il rischio di appannare alcuni fatti semplici che qui ribadiamo.

La verità sui fatti di Genova è lontana dall’essere raggiunta. Una cosa per tutte? Non esistono nè esisteranno processi su tutte le persone picchiate selvaggiamente per strada dalle forze dell’ordine.

Quello che si apre oggi non è il processo ai black bloc. Gli imputati hanno vicende diverse tra di loro e nessuno può permettersi di semplificare la discussione, affermando che chi avanza dubbi sul percorso di verità su Genova sia a favore della violenza. E’ un terreno di discussione intellettualmente scorretto. L’Arci è addirittura per statuto una organizzazione nonviolenta e lezioni su questo terreno - se permettete - non ne prende da nessuno.

Vorremmo inoltre ricordare a tutti che questi 26, prima di essere un’etichetta, sono innanzitutto 26 persone da considerarsi innocenti fino all’ultimo grado di giudizio.

Pensiamo di poter affermare, senza timore di ledere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, principi per noi veri al contrario di quello che pensa il nostro premier, che l’accusa di ³devastazione e saccheggio² è un’accusa molto pesante e prova ne è il fatto che è stato un reato contestato rarissimamente.

Fatte queste premesse che rispondono a semplici dati di verità, ne conseguono alcune considerazioni:

Il Procuratore Pellegrino dice che la magistratura non indagherà sul comportamento delle forze dell’ordine nelle strade, sulle cariche, sugli ordini ricevuti. Perché ³non spetta alla Magistratura chiarire questi aspetti. Le scelte organizzative delle forze dell’ordine non sono mai entrate deliberatamente nelle nostre inchieste. Lecito che ci sia chi chiede un chiarimento politico².

Questo è il punto nodale. Prendiamo il caso della Diaz: la Magistratura è intervenuta su falsi verbali e su altri reati. Benissimo. Ma visto che la Magistratura non lo farà perché non può farlo, chi individuerà i mandanti di quella mattanza? Tutte le persone che erano lì dentro sono state selvaggiamente picchiate prima, umiliate poi da accuse infamanti. La nostra Repubblica gli chiederà mai scusa dicendogli chi ha deciso quell’intervento?

E rispetto alla giornata del 20, chi ci dirà perché le forze dell’ordine hanno invertito tolleranza e interventismo rispetto a ciò che il buon senso avrebbe dovuto suggerire? Chi accerterà perché il corteo di via Tolemaide è stato caricato senza motivo in un punto in cui era autorizzato?

Per questo oggi manifestiamo in piazza Alimonda al fianco di chi chiede Verità e giustizia. Continueremo a chiedere una Commissione parlamentare d’inchiesta, in assenza della quale, la verità giudiziaria sarà una verità parziale che scriverà una storia dei fatti di Genova umiliante per chi in quei giorni ha vissuto la sospensione dello stato di diritto.

Il Presidente Arci Genova
Mauro Cafasso

Il Presidente Arci Liguria
Massimiliano Morettini

Messaggi

  • Al Presidente Arci Genova Mauro Cafasso, manifestare è diritto di tutti specie in un paese democratico come dicono sia quello italiano, ma il diritto di manifestare non deve danneggiare le cose altrui, questo è avvenuto in quei giorni, io posso colpevolizzare l’atteggiamento delle forze dell’ordine ma certamente non giustifico il comportamento di quelle persone che hanno guastato una manifestazione che doveva essere pacifica, anzi li condanno proprio per la brutta immagine che hanno dato a tutti quelle persone che credono in qualcosa, e certo non è la violenza, quindi vi dico manifestate e non devastate.