Home > Processo G8 Genova non sarà parte civile
Respinta la richiesta del Comune, soddisfatti i no global sotto accusa
Il Tribunale
sorprende l’aula
Agnoletto attacca:
«Adesso Pericu
chieda scusa
al movimento».
GENOVA - «Inammissibile per mancanza dei requisiti minimi stabiliti
dalla legge», è stato dichiarato dal tribunale di Genova l’atto di
costituzione di parte civile del Comune di Genova. L’ente pubblico a
sorpresa è uscito perciò di scena dal processo contro 26 no global,
accusati di devastazione e saccheggio, ieri alla seconda udienza.
Immediate e di segno opposto sono state le reazioni da parte di
esponenti politici e del movimento no global all’estromissione del
Comune dal processo. Il sindaco Giuseppe Pericu, attaccato da più parti,
ha convocato una conferenza stampa per spiegare: «Anche se a questa
vicenda è stato dato un significato politico, sia da destra che da
sinistra, quanto avvenuto dimostra ancor più che il nostro era un atto
tecnico. In ogni caso non credo di dover chiedere scusa a nessuno». Le
scuse erano state sollecitate da Vittorio Agnoletto e da esponenti di Prc.
La decisione dei giudici, che hanno accolto le eccezioni presentate
dalla Difesa, è piombata nell’aula in tarda mattinata, creando stupore e
incredulità tra il pubblico e le stessi parti in causa. «In tale atto -
si legge nell’ordinanza - si fa un generico riferimento al reato
previsto dall’art. 419 del codice penale (devastazione e saccheggio) e
alla volontà di ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali,
senza specificare a quale dei dieci capi di imputazione si faccia
riferimento». L’avvocato Giovanni Salvarezza, legale del Comune di
Genova, ha spiegato che «i giudici hanno preso questa decisione perché i
danni materiali subiti del Comune sono stati già risarciti ampiamente
dallo Stato». L’avvocato si è comunque riservato di «procedere in altra
sede contro gli eventuali condannati nell’attuale processo».
Sul fronte politico sono intervenuti, tra gli altri, Agnoletto,
Disobbedienti, esponenti di Prc e Alfredo Biondi di Forza Italia. «Ora
aspettiamo - ha dichiarato Vittorio Agnoletto - le scuse del sindaco ai
genovesi e al Movimento. La costituzione di parte civile da parte del
comune di Genova non era un atto dovuto ma una scelta politica». Anche
il segretario provinciale genovese di Rifondazione comunista, Bruno
Pastorino, ha chiesto le scuse di Pericu al quale chiede «soprattutto un
forte ripensamento politico su quanto è accaduto in queste settimane».
Il capogruppo di Rifondazione comunista in Commissione Giustizia,
Giuliano Pisapia, ha stigmatizzato a sua volta: «È incredibile che,
oltre all’errore politico insito nella decisione di costituire parte
civile il Comune di Genova al processo per i fatti relativi al G8, il
sindaco Pericu sia incorso in un così grave errore giuridico, che
conferma la strumentalità della sua decisione». Per i Disobbedienti
invece «il sindaco ha fatto un clamoroso autogol». Per il vicepresidente
della Camera, Alfredo Biondi (Fi), «la decisione da parte del tribunale
di Genova di respingere la costituzione di parte civile del Comune ha
dell’incredibile».
Il processo era iniziato, in un clima sereno, ma a infuocare subito
l’atmosfera e l’esiguo pubblico, tra cui Don Andrea Gallo e Giuliano e
Haidi Giuliani, genitori di Carlo, sono state le eccezioni della Difesa
contro la costituzione di parte civile del Comune di Genova, di alcune
banche e di altri soggetti. Il tribunale ha ammesso parti civili le
banche Carige e San Paolo Imi e il carabiniere Filippo Cavataio, ferito
nell’assalto al Defender che guidava in piazza Alimonda quando il suo
collega Mario Placanica sparò il colpo mortale a Carlo Giuliani.
Placanica è stato prosciolto dall’accusa di omicidio, così come
Cavataio, che si trovava alla guida del Defender che passò due volte sul
corpo del giovane no global, ormai a terra, colpito dalla pallottola. Il
processo continua il 16 marzo.