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Quando lo spettro si aggirava al Sud

par Marco Zerbino

Publie le giovedì 18 aprile 2013 par Marco Zerbino - Open-Publishing

La storia della Cgl, il sindacato rosso che operò nel ’43, dopo lo sbarco degli Alleati. Una ricerca di Francesco Giliani

Nel 1943, all’indomani della caduta del fascismo e dopo lo sbarco alleato in Sicilia, rinasce in Italia la Confederazione Generale del Lavoro. Ma a vedere la luce nell’autunno di quell’anno, in un Meridione provato dalla guerra, occupato dagli angloamericani e attraversato da fortissimi conflitti sociali, è la Cgl, senza la "i", che rinasce a Napoli come sindacato "rosso" e la cui influenza si estenderà nei mesi successivi a tutto il Sud Italia. Un sindacato "di classe", che intendeva riprendere il testimone della Cgdl del periodo prefascista e la sua tradizionale contrapposizione alle leghe bianche. Un sindacato che, lungi dal poter essere derubricato a semplice gruppo o "frangia", seppe radicarsi, nei mesi successivi, nei bastioni storici della classe operaia meridionale e costituì di fatto, per tutta una fase, un’alternativa alla linea di collaborazione di classe avanzata dal Pci a partire dal settimo congresso dell’Internazionale Comunista (1935) e poi importata nella penisola con la "svolta di Salerno".

Ora di quell’esperienza - per anni considerata dalla maggior parte degli storici della Resistenza un episodio "minore" e trascurabile lungo il percorso che, con il Patto di Roma del giugno ’44, porterà alla confluenza dei due filoni sindacali socialcomunista e cattolico nella Cgil unitaria - un documentato studio ricostruisce la parabola, intrecciandola da un lato con lo studio delle lotte operaie che si svilupparono dopo la caduta del fascismo nel Meridione occupato dagli angloamericani e, dall’altro, con l’analisi delle politiche messe in atto dai comandi alleati nel tentativo di scongiurare lo spettro di una lotta antifascista in grado di trasformarsi in rivoluzione sociale. Fedeli alla classe. La Cgl rossa tra occupazione alleata del Sud e "svolta di Salerno" (1943-45), il volume di Francesco Giliani da poco pubblicato per i tipi di AC Editoriale (Milano, 2013, 13 €) ha l’ambizione di contribuire a rimettere in discussione il mito patriottico della Resistenza come secondo Risorgimento. Un mito di cui, secondo Giliani, la storiografia dominante «è stata ed è ancella».

«Una situazione rivoluzionaria nell’Italia del ’43? Lo ’spettro del comunismo’ che si incarna in milioni di proletari? E per giunta nel Meridione? Favole buone per storici ’militanti’ o per spie anglo-americane afflitte da isteria anticomunista, sostiene la voce eternamente ragionevole e cauta dell’accademico italiano, progressisti e compagni di strada dell’ex Pci inclusi». Il lavoro di Giliani, invece «è partito proprio da lì. Dallo studio di una conflittualità proletaria, attestata da centinaia di documenti in buona parte inediti, che talora scompaginò la politica degli Alleati ma anche i piani del CLN e del ’partito nuovo’ togliattiano, impegnato ad imporre anche ai suoi una transizione che eliminasse il fascismo senza rovesciare il capitalismo».

La ricerca di Giliani, che è anche il prodotto di un lungo lavoro sulle fonti condotto nei National Archives di Washington DC, dimostra come gli analisti dell’Office of Strategic Services, i servizi segreti Usa dell’epoca, considerassero la rivoluzione in Italia uno «spettro assai concreto, una forza materiale generata dal dissolversi dell’obbedienza verso il potere costituito, e dalla volontà di regolare i conti con i propri padroni, da parte di milioni di operai e contadini». Eppure, rarissimi sono gli storici che hanno preso sul serio queste "insospettabili" analisi degli Alleati. La storia della Cgl rossa, delle sue iniziali fortune e della sua considerevole capacità di radicamento fra i lavoratori meridionali, vengono così utilizzate dall’autore per rimettere in discussione almeno tre capisaldi della vulgata resistenziale: la visione di un Meridione «terra di masse dormienti o in preda a un ribellismo immaturo», «l’immagine di un Pci compatto dietro a Togliatti nell’alleanza con la monarchia in nome della democrazia progressiva» e, infine, «l’idea di un esercito alleato sbarcato in Sicilia animato da una sincera volontà antifascista», una monolitica «macchina da guerra decisiva militarmente contro i tedeschi e pronta a schiacciare un’insurrezione rivoluzionaria di massa senza nemmeno batter ciglio».

Al contrario, che la prospettiva della rivoluzione sociale, nell’Italia del ’43-’44, fosse concreta e rischiasse di trovare nella Cgl rossa uno strumento a propria disposizione, è dimostrato secondo Giliani dal fatto che gli stessi comandi militari alleati finirono per considerare la partita sindacale assolutamente centrale. Il "necessario" passaggio dalla Cgl alla Cgil, assunse così un’importanza fondamentale nel quadro della costruzione di quell’unità nazionale che doveva servire a depurare la lotta antifascista delle sue connotazioni sociali e rivoluzionarie. Gli stessi attacchi frontali di Palmiro Togliatti, non appena tornato in Italia, nei confronti di coloro che criticavano da sinistra l’unità nazionale dimostrano quanto il prevalere della linea della "svolta di Salerno" fosse inizialmente incerto e obbligato a confrontarsi con l’insubordinazione operaia e contadina delle masse meridionali che la Cgl ed il suo gruppo dirigente stavano dimostrando di saper organizzare. Centrale, nella vicenda della rinascita del sindacalismo "rosso" nel Meridione all’indomani della caduta del fascismo, fu la figura di Enrico Russo che della Cgl fu segretario generale e principale dirigente. Napoletano, operaio metallurgico fra i fondatori del Pcd’I nel capoluogo campano, in seguito vicino alle posizioni di Amadeo Bordiga e capo di una milizia internazionale del Poum durante la guerra civile spagnola, Russo era un uomo che «portava tutte le cicatrici di una generazione di operai rivoluzionari». La sua storia, e quella della Cgl rossa, è anche quella di una sconfitta. Che tuttavia, finora, pochi si sono presi la briga di raccontare.

Per richiedere il volume, scrivere a: fedeliallaclasse sRG libero.it

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