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Quel che i telegiornali non dicono lo sanno tutte le città dello Stato spagnolo.

Publie le domenica 14 marzo 2004 par Open-Publishing

Le manifestazioni spontaneee, convocate attraverso cinque messaggi sms
questo pomeriggio sotto i soli slogan "verdad ya", "mani9pulacion basta
ya" e "vuestra guerra nuestros muertos", non hanno raccolto qualche
centinaio di persone come ancora dis-informa repubblica.it e il
televideo rai, ma moltitudini incredibili di cittadine e cittadini, per
lo più giovani e determinatissimi.

A Madrid il presidio spontaneo di fronte alla sede del PP, già nella
prima mezz’ora di mille persone, è diventato di cinquemila in meno di
due ore. Per la prima volta (sorpattuto per le/i compagn* di movimento
presenti), una manifestazione non autorizzata non è stata affrontata
violentemente dalla polizia: il fatto è, da quanto raccontano, che gli
stessi reparti posti a presidio della sede, mentre Rajoy invocava lo
scioglimento degli assembramenti "illegittimi", hanno socializzato coi
manifestanti: molti giovani militi hanno deposto le armi antisommossa e
si sono messi a dialogare con il presidio.

In breve tempo, mentre correva la voce della riunione straordinaria
della Giunta Elettorale e dopo la conferenza stamba del buogardo n.1, il
ministro Acebes, responsabile di tre giorni di attribuzione ufficiale ad
ETA dell’attentato e che dava adesso in pasto all’informazione di massa
l’arresto di tre arabi e due indiani, al presidio si aggiungeva un’altra
convocazione spontanea, per la mezzanotte a Puerta del Sol.
Da Madrid mi hanno detto che il paseo, al momento in cui diecimila
persone si sono spostate dalla sede del PP al nuovo appuntamento dove
già altre migliaia si stavano radunando, era pieno di gente che usciva
dalle case e si univa. Scene senza precedenti di partecipazione dalle
stesse case sul percorso seguito dalla gente che chimava a manifestare
battendo le pentole e le casseruole.

Il concentramento a Puerta del Sol, mezz’ora dopo, era incalcolabile,
mentre arrivava la voce della notizia - anche questa lungamente negata
all’informazione ufficiale - di una rivendicazione registrata di Al Qaeda.

A Barcelona la manifestazione si è autoconvocata nelle stesse forme e in
modo indipendente da quella di Madrid. Già venerdì, malgrado l’esigua
partecipazione alla manifestazione alternativa organizzata da movimenti
e sindacati alla sede del PP, era stata l’enorme folla della
manifestazione ufficiale a convertire l’occasione in un momento di
richiesta di pace e a profluire sulla sede stessa a decine di migliaia.
Stasera, la scena è stata anche più incredibile: alle 24 non si
contavano le presone, una marea di giovani e meno giovani, confluiti nel
centro della capitale catalana. Le scene di cedimento degli stessi corpi
di polizia viste a Madrid si riproducevano anche a Barcelona: un intero
reparto della municipale ha rotto i ranghi e si è unito al presidio
quando è partito in corteo per il Passeig da Gracia...

Dalle 23 circa, l’autoconvocazione alle sedi del PP, con la primaria
richiesta di una dichiarazione pubblica immediata di Aznar di
ufficializzazione della verità sull’attentato e delle scuse alla
popolazione, e le stesse parole d’ordine contro la guerra e la
manipolazione, si è moltiplicata in decine di città dello Stato
spagnolo: "centinaia" erano solo le persone che si sono radunate a
Tenerife. Mentre decine di migliaia hanno manifestato nella sola
Santiago de Compostela: lo provano foto di una folla sterminata e
identificabile pubblicate su indy madrid.
Migliaia a Saragoza, dove le forze di sicurezza hanno invece tentato di
fare pressione sulla concentrazione di piazza, ma sono state rese
impotenti dai numeri e dalla spontaneità: solo un escoriato era il
bilancio allo scioglimento della manifestazione all’una.

L’intera Galizia è in particolare scesa in strada: la sede galiziana del
PP e il Parlamento della comunità sono stati posti sotto assedio, la
polizia ha avuto là un atteggiamento molto più teso, ma anche in questo
caso l’enormità della folla e l’omogenità determinata dei comportamenti
spontanei ha impedito la repressione. La folla ha fatto anche irruzione
negli uffici della Telefonica della Xunta de Galicia, perché sulla sua
home continuava ad apparire il comunicato di "condanna dell’ETA" per
l’attentato...

In Andalusia rapida espansione della mobilitazione popolare:
concentramenti e cortei sponstanei durati ore sia a Malaga, con
striscioni dalla scritta "Terroristas no, musulmanes sì" e "Fuera de la
guerra ya", che a Sevilla.

Tensione alle stelle in Euskadi, dove l’uccisione del panettiere Angel
Berroeta - militante di Etxerat, l’organizzazione dei familiari dei
detenuti politici baschi - da parte di un poliziotto spagnolo poi
consegnatosi e con la versione che sarebbe stato "colpevole" di non aver
esposto segni di lutto, ha provocato manifestazioni di protesta a
Pamplona, città dell’omicidio e capitale di Navarra, Vitoria, Bilbao e
San Sebastian, ma anche nella francese Bayonne. Scontri, cariche della
polizia e barricate in tutti e tre i casi. Domani mobilitazione
convocata da Batasuna.

Questo, intanto è il testo della rivendicazione registrata in
videocassetta da Al Qaeda consegnata alla stampa dal ministero
dell’Interno spagnolo in conferenza stampa notturna, dopo le
mobilitazioni contro la menzogna dell’attribuzione protratta ad ETA
dell’attentato di giovedì:

"Dichiariamo la nostra responsabilità per quanto avvenuto a Madrid,
esattamente due anni dopo i nostri attentati di New York e Washington.
E’ una risposta alla vostra collaborazione con il criminale Bush e i
suoi alleati. E’ una risposta ai crimini che avete causato nel mondo e,
in particolare, in Iraq e in Afghanistan, e ce ne saranno altre, se Dio
vuole.

"Voi volete la vita, noi vogliamo la morte, questo dà un esempio di
quello che ha detto il profeta Maometto, se non cessate le vostre
ingiustizie il sangue crescerà ancora e ancora, e questi attentati
sembreranno poca cosa rispetto a quello che potrà succedere con quello
che voi chiamate terrorismo".

Nello Stato Spagnolo, a quanto ci dicono i primi post indipendenti e le
informazioni telefoniche dirette, dopo quest’ulteriore annuncio non muta
di un millimetro il sentimento popolare di ripulsa verso il governo.
Che l’attentato si iscrivesse nella guerra globale e dunque sotto la
responsabilità diretta di un governo che, come il nostro, ha portato il
Paese in guerra, è esattemnte la verità gridata e rivendicata dalle folle.

Presidi e concentramenti di piazza sono stati convocati nelle stesse
manifestazioni di questa notte in Castiglia, Catalogna, Galizia,
Andalusia, Navarra ed Euskadi per domani, davanti ai seggi elettorali.