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Quelle dichiarazioni inopportune sulla presenza in Irak

Publie le venerdì 27 agosto 2004 par Open-Publishing

Quelle dichiarazioni fuori luogo sulla presenza in Iraq

E’ stato opportuno rivendicare la nostra presenza in Iraq. Doveva essere proprio confermata di fronte ai media di tutto il mondo?

il presidente della Federazione Internazionale dei Giornalisti Aidan White riflette sulla vicenda

Falliti miseramente i tentativi italiani per la liberazione di Enzo Baldoni ed il drammatico epilogo ne è la conseguenza spietata. A stigmatizzare gli errori della diplomazia è stato il presidente della Federazione Internazionale dei Giornalisti Aidan White. Si pone una domanda che è quella che in tanti, in Italia, si sono fatti. Era necessario che il nostro governo proprio con Silvio Berlusconi, mentre la diplomazia italiana cominciava ad operare per la sua liberazione, affermare retoricamente che l’Italia non si sarebbe ritirata dall’Iraq. E perché altri governi, come quello britannico, durante il caso Brandon non avevano commesso lo stesso errore? Un errore tremendo, sempre teso a garantire a Bush il posizionamento fedele dell’Italia alla politica americana in Iraq.

Anche quando non ce ne è bisogno, anche quando si mette a rischio la vita di prigionieri italiani, anche quando paesi più fedeli come la Gran Bretagna scelgono di abbandonare la retorica per salvare i propri giornalisti. Non si pretendeva che il governo italiano cedesse agli assurdi ricatti dei bandidti che avevano rapito Enzo Baldoni. Non possiamo nemmeno dire che Enzo oggi sarebbe vivo se Berlusconi e Frattini non avessero rilasciato ai media quelle dichiarazioni. Ma certamente dovevano essere evitate. Insomma, erano sicuramente inopportune per la situazione così come si stava delineando. E così queste considerazioni, che in molti hanno fatto, sono diventate quelle di Aidan White. La Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) ha ovviamente condannato l’omicidio di Enzo Baldoni definendola «l’insensata uccisione di un collega generoso».

Così si è espresso Aidan White, segretario generale dell’organizzazione che rappresenta più di 500.000 giornalisti in oltre 100 Paesi. «Enzo Baldoni aveva una reputazione data dal miglior giornalismo», ha affermato ancora Aidan in un comunicato sottolineando inoltre: «la sua uccisione è un barbaro monito che non vi sono valori di civiltà fra coloro che prendono di mira giornalisti per imporre richieste impossibili». Il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq in 48 ore come richiesto dai rapitori, constata l’esponente della Federazione, «non sarebbe mai avvenuto, ma il nostro collega è stato sacrificato mentre veniva utilizzata una retorica che sembrava lasciare poco spazio ad un negoziato sensato e mirato a risolvere la crisi». Nella nota diffusa a Bruxelles dove ha sede l’Ifj si segnala che dieci giorni fa «una simile crisi per un ostaggio» (il giornalista britannico James Brandon) era stata risolta dopo che persone che lavorano per il leader religioso radicale Moqtada Sadr a Najaf hanno premuto sui rapitori per liberarlo.

Inoltre viene ricordato che Baldoni era volontario della Croce Rossa e che la figlia del giornalista aveva sottolineato in tv come il padre cercasse di salvare vite umane. Il segretario generale della Federazione internazionale dei giornalisti (Ijf), Aidan White, ha accusato il governo italiano ed in particolare il presidente del consiglio Silvio Berlusconi di aver usato una inutile «retorica» nel caso Baldoni. «È un peccato che il governo italiano sia ricorso alla retorica in una situazione in cui non era necessaria», ha sostenuto il capo dell’organizzazione. White, in un messaggio di condanna dell’uccisione di Baldoni, aveva affermato fra l’altro che «il nostro collega è stato sacrificato mentre veniva scambiata una retorica che sembrava lasciare poco spazio ad un negoziato sensato e mirato a risolvere la crisi». «L’ho affermato per sottolineare la differenza con il caso-Brandon dove i britannici hanno usato la diplomazia, ma non hanno rilasciato dichiarazioni in modo retorico dicendo che non si sarebbero ritirati» dall’Iraq.

Alla richiesta di specificare a quali dichiarazioni italiane si riferisca, White ha precisato: «a quelle di Berlusconi, la cui immediata dichiarazione è stata quella di dire che si sarebbe fatto il possibile per salvare il collega, ma subito dopo di riaffermare che l’Italia non si sarebbe ritirata. Penso - ha aggiunto - che non era necessario dirlo. Sarebbe stato necessario che avesse solo condannato il rapimento e impegnato il governo a trovare una soluzione». «Quando un giornalista è preso in ostaggio - ha ribadito White - la cosa migliore è eliminare la retorica e ingaggiare trattative per trovare una soluzione».