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REPORT e proposta TAVOLO CULTURA SOCIALE E ARTE
Publie le mercoledì 28 gennaio 2004 par Open-PublishingREPORT e proposta TAVOLO CULTURA SOCIALE E ARTE di Milano 10.01.04
Contiene
*Passaggi dei lavori
1) la nostra cultura:
proposta di istruttoria su “Genova04” -città della cultura europea 2004-
2) le riflessioni del tavolo
*Include
a-nota sul ruolo della cultura per “l’altra Europa”
b-comunicazioni importanti dal Laboratorio Sociale Occupato Buridda di Genova
***
TAVOLO CULTURA SOCIALE E ARTE
IL REPORT DI MILANO
Resoconto della riunione del Tavolo (nazionale) cultura sociale ed arte tenuta a Milano il 10
gennaio 2004 (pomeriggio) in occasione del Seminario Nazionale dei Social Forum e delle reti del Forum
Sociale Europeo.
(messaggio inviato alle reti di movimento e sensibili, al territorio genovese, alla lista “chiusa”
TcedArt e ai/alle partecipanti dell’incontro milanese)
Si è confermata una partecipazione extraterritoriale. Erano infatti presenti una decina di persone
“provenienti” in ordine sparso da Genova, Riva del Garda, Modena, Pescara, Roma, Bologna e Milano.
Attivist*, ricercator*, “operatori” culturali dei centri sociali, dal movimento e non.
Dopo una breve introduzione che ha proposto ai/alle presenti la sintesi delle tappe del Tavolo ad
oggi, Livorno e Genova (marzo 2003 e luglio 2003) e le presentazioni di rito la discussione è
entrata subito nel vivo.
I PUNTI SALIENTI:
1) la relazione con “l’istituto” delle città della cultura europea: “Genova04” è stata inaugurata
il 31
dicembre 2003. Il seguito all’appello europeo di mobilitazione e le possibilità per
sviluppare, a
partire dal territorio, un progetto per una “presenza” significativa della “nostra” cultura”
durante
l’anno a venire
2) il punto sulla situazione critica che investe le aree di teatro, musica e media indipendenti:
circuiti
ufficiali e produzioni indipendenti
1)
DAL PORTO ANTICO DI GENOVA ALLA COCA-COLA CHE CI SALVERA’
La necessità di confrontarsi con Genova “città della cultura” deriva dall’Assemblea delle
resistenze artistiche e culturali del 15.11 durante l’FSE2003 di Parigi. Una rete europea di contatto,
elaborazione e azione tra artisti, intellettuali e attivisti è in costruzione. Le cerimonie francesi
e italiane per salutare Lille e Genova, "città della cultura" per il 2004, ci hanno imposto una
reazione. Un "istituto" quasi ridicolo ormai al cospetto della tragica situazione della creazione e
della cultura nel nostro paese e in Europa, irrispettoso del panorama sociale reale nel nostro
continente. Mentre a Lille il 6 di Dicembre gli intermittenti francesi hanno realizzato un incontro
nazionale tra i vari coordinamenti e strappato (per ora) al sindaco, la signora Martine Aubry,
l’impegno all’apertura durante l’anno culturale (francese) di alcune finestre per l’approfondimento
sulle questioni culturali, in Italia rispondendo all’appello europeo, si è cercato di “interagire”
con l’evento di apertura di “Genova04”. E se al porto antico il 31 dicembre al cospetto del
“didascalico contenitore di messaggi universali” non si sono incontrat* che una decina di
“interessati/e” (Milano-Torino-Venezia), la comunicazione iniziata qualche giorno prima ha portato un buon
risultato sul fronte della possibile riattivazione del territorio. Mentre con un blitz (inaspettato, ma
altrimenti irrealizzabile) gli intermittenti occupavano a Roma la “Commedie Francaise” la nave
della “Fura” salpava verso il molto “universale” Forum della Cultura di Barcellona. Laggiù
l’attendono i poteri forti del business imperiale che a pretesto “canalizza” i codici della comunicazione
altermondialista e apre “spazi di democrazia” con i finanziamenti europei, ben sostenuti da quelli
delle multinazionali. Grande kermesse multimiliardaria che ci farà sentire tutti meglio.
E forse grazie alla Coca-Cola (che continua ad assassinare sindacalisti in vari angoli del globo)
finalmente Noam Chomsky riuscirà ad incontrare Bill Clinton e tanti altri amici brinderanno alla
ritrovata armonia tra le visioni di Porto Alegre e quelle di Davos …. Nonostante Mumbay.
Noi restiamo qui ancora per qualche giorno, l’accoglienza in Spagna sarà certamente diversa.
INTERAZIONI COL TERRITORIO “04” E IL DIBATTITO DI MILANO
Singoli e gruppi che hanno iniziato mesi fa l’esperienza del Laboratorio Sociale Occupato Buridda,
appartenenti al forum sociale di Genova ponente e al GSF e forum del teatro, hanno cominciato
nell’ultimo mese a dialogare intorno a delle ipotesi. A riflettere a partire da alcuni fatti
concreti.
A Milano intanto Antonio (Ponente), ha ricostruito cosa è stato ad oggi “il calare dall’alto” del
dispositivo politico-affaristico su Genova. Un fronte bi-partisan di connivenze e relazioni ben
articolate tra politici di sinistra e grandi edili di destra (macro categorie). Avevano agitato un
processo territoriale che avrebbe portato G04 nelle periferie e coinvolto la città, ma oltre i
“make-up”, le privatizzazioni di intere zone e la marginalizzazione delle realtà non allineate al
giochino (da vendere come la ex-Facoltà di Economia, casa di “Buridda”), ai genovesi nient’altro è
rimasto.
Sono persino riusciti a spostare un museo dalla periferia al centro e grazie a un meccanismo di
appalti sul quale la magistratura sta indagando a farlo crollare spezzando la vita di un operaio
albanese, Albert Kolgjeja, 30 anni. Era alla vigilia di FSE2004.
I genovesi ci sono stati al Porto Antico il 31 dicembre, buon anno Italia…
Mesi fa qualcuno ha provato a parlare (a Genova) di come affrontare “quest’anno” ma poi le energie
e le priorità hanno portato altrove.
Maurizio (fdt), Samantha e Paolo (area milanese e Focus Puller), Tony (Forum della Musica),
Francesca (ricercatrice) Luciano (artisti in movimento nel Modena Social Forum e fdt) e chi aveva
introdotto la realtà del territorio, intrecciandosi hanno evidenziato che tutto si è svolto
apparentemente alla luce del sole ed è “disponibile on-line“ sul sito ufficiale.
Tante realtà locali “parrebbe” abbiano partecipato a quanto sopra e sono state ingaggiate con
alcuni fondi del pacchetto. Una “ricaduta sociale” importante sul futuro di realtà di produzione
artistica e culturale del territorio? Nessuno comunque si è smarcato particolarmente dal meccanismo di
gestione politica della lobbie che da un ventennio gestisce la cultura del nostro paese. Un
meccanismo che da anni ci impone la sopravvivenza. La dipendenza dalle “briciole”. Il bilancio della
“grande” pioggia ben blindato alle solite solide logiche era già chiuso prima dell’estate (un dato
già presentato da alcuni artisti genovesi presenti all’incontro del luglio03 del Tavolo). Nessun
risvolto sul piano politico, sociale e della comunicazione.
…non sappiamo ancora. Così come i genovesi.
Neanche loro lo sanno ancora di quest’anno “fantastico”.
Vedranno passare i “Carreras”, potranno godere di esposizioni d’arte a prezzi di mercato (folli)
etc.
UN ALTRO G8…
Dopo il G8, Genova04 è ancora una volta imposizione, che rimuove e violenta la città reale, che
anzi la rilancia strategicamente come punto di prestigio internazionale per il nostro paese.
Diritti, verità e giustizia, precarietà, nuove visioni e alternative. E come un meccanismo ad orologeria
per un po’ almeno si parlerà di Genova come la culla moderna dell’antico patrimonio culturale
europeo, meno del processo del 2 marzo…
Possiamo lasciare alle Liste di movimento il resto?
Telefonare a Genova e chiedere: “cosa avete pensato per l’anno della cultura?” – “veramente nulla
di particolare… ancora…”.
Dopo lo spiazzamento iniziale dei primi contatti un interesse alla mobilitazione si è rianimato e
vari segnali sembrano disporsi verso la possibilità iniziative future.
Può articolarsi una relazione concreta che “a partire dal territorio genovese” realizzi un momento
di rappresentazione e comunicazione alto per la cultura del movimento dei movimenti, la nostra e
quella di quante e quanti in questa Italia non solo non si arrendono ma da anni stanno lavorando
per portare mutazioni, trasformare, cambiare?
Aprire una finestra di due/tre giornate in cui ospitare dibattiti e seminari (opposizione alla
guerra, migranti, diritti, Europa, beni comuni, precarietà…), laboratori, arte e cultura,
informazione e comunicazione, proposte e mobilitazione: la nostra cultura, aperta davvero all’interazione con
la realtà, col quotidiano, col destino delle persone.
Abbiamo attivato dei contatti, la “Buridda” è viva e partecipata (e… già in vendita!) e Genova
può riuscire a scegliere. “Buridda04” (vedi comunicazione conclusiva) ci pare un segnale decisamente
importante da riprendere e rilanciare. Abbiamo un vantaggio: mesi in cui articolare e costruire un
progetto, forse possibile all’inizio dell’estate.
LA PROPOSTA
Il Tavolo si è espresso per riportare al territorio genovese e al movimento la proposta di una
fase istruttoria che valuti entro il mese di febbraio quali sono le volontà e le energie per
costruire il progetto.
(invita artiste e artisti di ogni provenienza e settore, quante e quanti impegnati nelle
mobilitazioni a tutela dei beni comuni, contro le privatizzazioni e le insorgenze precarie, i comunicatori
e gli intellettuali di questo paese a portare il loro contributo)*
Una fattibilità, politica e sociale, ma anche una praticabilità economica, perché è tempo di
uscire da quella logica assurda del fare senza denaro… che poi il denaro lo devi trovare lo stesso per
pagare i debiti…
Due livelli possibili:
1) Genova04 è un’articolazione su più livelli che non rispetta un’intera città. Indagine,
denuncia, attivazione del territorio e rilancio del confronto e delle vertenze. Un lavoro intenso che
possa essere alla base dei contenuti che l’altra Genova e i tavoli possono articolare e portare al
progetto.
2) Concreto inizio del confronto tra i vari soggetti disponibili a lavorare sul progetto. Un
progetto aperto, a partire dal territorio genovese.
A partire dalla centralità del territorio genovese, la relazione tra i Tavoli tematici nazionali**
cultura sociale e arte, beni comuni e precarietà e il cognitivismo*** di movimento possono
coordinarsi per arrivare a riprendere “la scena” che l’impegno collettivo e quotidiano dell’opposizione
sociale ha giocato sui territori negli ultimi anni.
Questo è il nostro patrimonio. Riportarlo al centro della comunicazione del movimento detto dei
movimenti è possibile e diventa alla luce degli ultimi mesi necessario.
SI DECIDE DI RIVOLGERE A “GENOVA” L’INVITO PER ORGANIZZARE AL PIU’ PRESTO UN INCONTRO CHE COMINCI
A VALUTARE LA PROPOSTA.
* Anche la sessione del Sabato sera sulla repressione e i fatti di Genova con il Cveg hanno
manifestato interesse e attenzione per l’anno della cultura genovese.
**ultimamente più voci hanno invitato ad auspicabili interazioni tra le varie aree tematiche
***un’area questa costituita attorno ad esperienze e intelligenze straordinarie, definite
“collettive”
ma che troppo spesso si inchiodano alle loro posizioni filosofiche, tecnologiche e di
progetto
rigettando implicazioni con altri livelli e al di fuori delle visioni prodotte.
Un’area che molto potrebbe portare
2)
LE RISORSE, LE PRODUZIONI E I PERCORSI INDIPENDENTI E UNA MENTALITA’ CHE DEVE CAMBIARE
In un tempo in cui agli artisti/e si chiede ancora quasi esclusivamente di “animare la socialità”,
Samantha e Luciano, hanno riportato il disagio e la necessità di una rottura rispetto al contesto
degli ultimi anni. Animati da forte volontà e capacità professionali moltissimi territori e
situazioni hanno dato vita a sperimentazioni e proposte che purtroppo col tempo sono scomparse per usura
inevitabile delle energie dei soggetti e delle persone che le hanno animate.
Come uscire dall’impossibilità al “fare” sociale se si è schiacciati dall’urgenza del sopravvivere
col proprio lavoro artistico, culturale o cognitivo? E pensabile oggi la costruzione di
un’alternativa necessaria senza fondi e sostegno economico?
Il crack “global” del media attivismo progettuale, l’impossibilità di fatto con le regole del
gioco attuali di mettere decisamente a frutto le alte professionalità disponibili, il collasso di
alcune delle più affermate realtà della ricerca teatrale e l’impossibilità per molte altre di
intraprendere (ex-novo) progetti (vedi anche musica e cinema), sono elementi concreti che non possono
essere considerati marginalmente (Antonio Focuspuller). Dobbiamo davvero arrenderci a non poter
varcare certi livelli di penetrazione della nostra iniziativa o restare relegati nei recinti che
l’impero ci concede?
Le risorse finite, verso la privatizzazione della cultura “pubblica” sono ormai il “disco rotto” a
cui tutt* noi dovremmo arrenderci. Maurizio ha sottolineato quanto questo scenario sia in realtà
stato già ben preparato negli ultimi “striscianti” dieci anni. Ora persino alcuni operatori
scrivono della fine del “pubblico” arrendendosi intellettualmente al disastro. Un grande bluff… Mentre la
passività di molti artisti/e li annichilisce. Che la capacità di investire in certi settori (si
dice non produttivi) non sia mai stata proverbiale da parte del potere questo è evidente quanto
almeno la tendenza al controllo e alla gestione delle risorse che comunque esistono e sempre più sono
strategicamente vengono investite a sostegno e cornice del paradigma del pensiero collettivo che
deve restare “unico” e allineato agli standard di gestione della loro globalizzazione…
Se Genova04 ne è sommo esempio, la quotidianità ci ripropone altri scenari più abbordabili e
correnti in qui non è difficile individuare anche parti attive del meccanismo che da anni collaborano
al tutto disegnando progetti incasellati e omologanti in questa nostra Italia, in cui la gestione
delle cose culturali, storicamente, non è certo appaltata alle destre.
Le lobbies della gestione politica della cultura esistono, e sono quelle che negli anni hanno
fatto leggi, regole e circuiti, sono quelle che gestiscono bilanci e strutture, fuori e dentro agli
assessorati, che hanno puntato a una certa logica di sviluppo, a certi settori e filoni particolari.
L’esperienza portata dal lavoro del Forum della Musica (Tony) sta cercando di “far suonare” i
musicisti. Questa “intrigante” iniziativa nel suo svolgersi concreto incontra porte spesso chiuse e a
doppia mandata. Scardinare quelle porte, riaprire a nuove logiche bilanci e visioni e un lavoro
massacrante ma necessario. Comunque già iniziato.
L’esperienza di ricerca e interazione internazionale di Francesca ha riportato alla necessità di
seguire le dinamiche di paesi europei, come Francia, Belgio e Germania, dove risorse e spazi sono
spesso realmente disponibili alla proposta e all’articolazione dei progetti artistici e culturali
indipendenti (anche se in Francia si sta peraltro provvedendo a togliere la possibilità di creare a
decine di migliaia di artiste e artisti della produzione “dal vivo”). In questa fase è
importantissimo continuare il lavoro di scambio e interazione tra i vari modelli e portare avanti la
costruzione delle reti di contatto e confronto europeo.
Sullo sfondo a interrogarci (anche per limiti oggettivi di tempo) è rimasto il contributo di
Jeanne una delle artiste che hanno preso casa al Laboratorio Sociale Occupato Buridda di Genova. Una
proposta per la realizzazione di incontri finalizzati all’allestimento di spettacoli, interventi
grafici, pittorici, fotografici, musicali, video, cinematografici e quant’altro che abbiano però
come tema comune" la difesa dei diritti" e l’altro che preveda momenti collettivi finalizzati alla
creazione di una piattaforma di lotta che riguardi i lavoratori dello spettacolo. Un cammino che
mettesse in
discussione anche le specificità della nostra categoria che nel nostro paese non brilla
sicuramente per capacità rivendicativa ormai da molti anni. Il contratto dei lavoratori dello spettacolo è
fermo al 1992 (!), la nostra difesa contrattuale è pressoché inesistente, i nostri diritti
acquisiti con le lotte degli anni passati, ormai superati nei fatti da pratiche liberiste, spesso
purtroppo vissute come regole acquisite anche da nostri colleghi.
***********************
LE INCLUSIONI IMPORTANTI:
a) una cultura necessaria all’altra Europa
b) Buridda04: per cominciare
a)
Al Seminario Nazionale di Milano è stata presentata anche una bozza "Europa" base di discussione
nell’ambito dei processi europei sulla definizione percorso politico e delle strategie per la
costruzione dell’altra Europa: ancora una volta e stavolta davvero con grande scoramento abbiamo
riscontrato l’assenza della parola "cultura" intesa non in un’accezione trasversale o generalista.
In una fase in cui i diritti sono brutalmente aggrediti in tutto il continente si rende necessario
uno sforzo da parte dell’Europa dei popoli. Le artiste e gli artisti, i liberi pensatori e
comunicatori e la visione per una cultura finalmente sociale sono pronti a fare la loro parte.
Qualcuno si muove da prima di Firenze2002 per questo.
La cultura sociale ha costruito il suo percorso e la sua "presenza" verso e al FSE2003 a partire
dal conflitto sociale e di senso aperto dalla questione dei diritti degli intermittenti francesi e
per una cultura pubblica e sociale. Una presenza che si è politicamente scritta nero su bianco
anche nel Programma del passato forum, pronta a continuare verso Londra...
Abbiamo dei motivi importanti per esserci
– L’iscrizione del diritto alla cultura e alla promozione della diversità culturale nella Carta dei
Diritti Fondamentali
– L’iscrizione tra i primi articoli della Costituzione Europea di una vera politica comune di
promozione della diversità culturale e per un durevole sostegno allo sviluppo e alla circolazione della
creazione artistica.
– L’esclusione definitiva del settore culturale e dei servizi pubblici dagli accordi negoziabili
WTO.
Arte, creazione intellettuale, identità culturale e linguistica, il principio di solidarietà
sociale, l’educazione e la sanità non sono valori commerciabili.
– Una concertazione collettiva di tutti gli attori coinvolti per elaborare un sistema di protezione
sociale per le artiste e gli artisti e i tecnici dello spettacolo dal vivo.
Una riaffermazione e una tutela dei diritti, una promozione dei bisogni e un rilancio dei desideri
in una Europa che ripudi la guerra e favorisca la libera circolazione delle persone e delle idee
provenienti da tutto il mondo.
Perchè finalmente un movimento europeo possa crearsi per la promozione della diversità culturale.
C’eravamo a Roma il tre di ottobre alla “Sapienza” per questo, per i nostri immaginari, i nostri
territori, il nostro futuro. Quel giorno ancora una volta la parola cultura non fu pronunciata da
nessuno... Possibile che nella bozza attuale la parola “cultura” non abbia trovato posto neanche
nel “riepilogo” dei beni collettivi e/o comuni?
E’ STATA CONDIVISA LA RESTITUZIONE IN SINTESI DI QUANTO SOPRA DURANTE LA COMUNICAZIONE DELLA
SINTESI DEI LAVORI DELLA DOMENICA MATTINA.
b)
Alcune riflessioni sono già nella realtà al lavoro: ci pare giusto sottolinearlo allegando
l’ultima comunicazione proveniente dalla Lab Buridda.
Un esempio concreto di quanto arte e cultura possano fare e di come sappiano essere sostegno e
elemento importante tra e con gli altri delle nostre mobilitazioni. A tutt* buon lavoro
Chiudo qui il report del Tavolo scusandomi del ritardo con quant* lo aspettavano.
Per il Tavolo cultura sociale e arte
mb
per contatti
TcedArt@libero.it
DAL LABORATORIO SOCIALE OCCUPATO BURIDDA
Nel momento in cui inizia l’anno in cui Genova sarà Capitale europea della Cultura, l’assessore al
patrimonio (Monteleone) mette in vendita l’edificio dell’ex facoltà di economia e commercio in cui
da otto mesi vive un’esperienza di autogestione e occupazione realizzata da una molteplicità di
colletivi politici, compagnie teatrali, laboratori artistici cittadini.
Insieme al Laboratorio Buridda vengono messe in vendita case popolari, vigne e cascine site in
Barolo e con lo stesso dispositivo ci si prepara nei prossimi mesi a dismettere ulteriori importanti
pezzi del patrimonio pubblico comunale (tra cui, potenzialmente, anche edifici di carattere
storico). Il motivo adotto per giustificare queste vendite è quello di risanare i conti dell’Azienda di
Trasporto Pubblico locale che la giunta si appresta una volta "risanata" a privatizzare entro
marzo-aprile di quest’anno. Sei mesi fa, con la medesima motivazione, sono state vendute le dighe
comunali.
Riteniamo inaccettabile che il Comune di Genova, invece di chiedere a Governo e Regione di
sbloccare i fondi destinati al trasporto pubblico locale pensino in un colpo solo di vendere pezzi di
patrimonio pubblico, privatizzare l’AMT e liquidare un’esperienza cittadina importante come il
Laboratorio Buridda.
La Buridda non si Vende!
L’AMT non si privatizza!
Siamo tutti Autoferrotranvieri!
BURIDDA04
giovedí 29 gennaio, ore 18.00
Derive&Approdi
in occasione dell’uscita dell’ultimo numero della rivista sui movimenti negli Stati Uniti, Canada
e Australia presentazione del progetto della nuova serie di DeriveApprodi, inaugurata da tre
numeri di inchiesta sul Movimento Globale.
con la partecipazione di Sandro Mezzadra.
venerdí 30 gennaio, ore 21.30
Cultura e diritti sociali in Europa
incontro con la rete francese degli intermittenti dello spettacolo e le esperienze italiane contro
la precariet‡.
in collaborazione con
Rete comunitaria reddito per tutti - Roma
ChainWorkers - Milano
sabato 31 gennaio, ore 21.30
Cani sciolti
spettacolo teatrale di Rosario Cascina
compagnia progetto teatrale Zerbe e teatro Ovunque
con Antonio Tancredi / scene di Oscar Colombo / con la collaborazione artistica di Gabriell
Picciau e Antonio Carletti
domenica 15 febbraio, ore 15,30
Linux Installation Party
per un intero pomeriggio sarà possibile imparare ad installare Linux sul proprio computer.
segue aperitivo. in collaborazione con Spinhacker404.
giovedí 19 febbraio, ore 21,30
Tra pochi giorni è Natale
spettacolo teatrale di Antonio Carletti
Pinelli l’anarchico? e perché non "Pinelli il ferroviere"? Perché non "Pinelli, papà di Silvia e
Claudia"? Perché non "Pinelli la staffetta partigiana"? Perché non "Pinelli, che leggeva centinaia
di libri e aveva fatto solo la 5^ elementare"?
NO, "Pinelli, l’anarchico".
Interesse e ammirazione verso una persona che non c’è più. Un indagine che cerca di non
tralasciare niente e di illustrare i fatti in maniera chiara, asettica e trasparente, sebbene di chiaro, in
questa storia ci sia ben poco.
Cinema04
a cura di Panda Vision project
mercoledí 28 gennaio, ore 21,30
Benvenuti a Sarajevo
di Michael Winterbottom, 1997
domenica 1 febbraio, ore 21,30
Dogville
di Lars Von Trier, 2003
mercoledí 4 febbraio, ore 21,30
La polveriera
di Goran Paskaljevic, 1999
domenica 8 febbraio, ore 21,30
Mystic River
di Clint Eastwood, 2003
mercoledí 11 febbraio
No man’s land
di Danis Tanovic, 2001
(*) tutte le iniziative sono ad ingresso libero. durante le serate sarà in funzione il servizio
bar. i film sono proiettati su maxischermo.