Home > Reazioni a Madrid

Reazioni a Madrid

Publie le domenica 14 marzo 2004 par Open-Publishing

Il governo esorta gli spagnoli a dimostrare col voto che è stata una strage inutile

"È il nostro 11 settembre" titolano tutti i quotidiani spagnoli all’indomani dell’attentato che ha colpito la città di Madrid. "L’eventualità che la carneficina sia opera di al Qaeda e sia legata al sostegno del governo Aznar alla guerra degli Stati Uniti in Iraq – scrive El País – introduce un elemento di novità che non può non suscitare grande inquietudine".

Secondo El Mundo tutte le piste sono ancora aperte, ma se l’attentato non portasse la firma dell’Eta si produrrebbero alcuni effetti immediati: "Innanzitutto la paura degli spagnoli, consapevoli di essere diventati un obiettivo privilegiato del terrorismo islamico; in secondo luogo l’angoscia di non sapere se la polizia spagnola è in grado di fermare gli estremisti; infine le difficoltà in cui si troverebbe Aznar, perché molti elettori potrebbero rivolgere la loro paura e la loro rabbia contro il Partito popolare".

Nel caso in cui ci fosse la mano di al Qaeda, si tratterebbe di un avvertimento a tutta l’Europa: "Per la prima volta – ipotizza La Vanguardia – si è cercato di colpire un paese dell’Ue per essersi allineato alla politica statunitense in Iraq".

Su El País il giornalista basco Luis Daniel Izpizua chiede di evitare le generalizzazioni che assimilano l’organizzazione separatista al popolo basco: "Solo l’Eta è responsabile di questo massacro. Sarebbe un grave errore cercare i colpevoli al di fuori di questa banda assassina. Nessun cittadino basco vuole essere strumentalizzato e diventare una giustificazione per il crimine".

Nel suo editoriale La Razón parla di una "strage inutile": "Si sta cercando di imporre un modo di pensare e una visione del mondo con la morte. Eppure, anche nel dolore, mentre migliaia di cittadini fanno la fila per donare il sangue e gli ospedali sono pieni di feriti, bisogna dire che il terrore non trionferà su una società libera, sullo stato di diritto e sulla costituzione spagnola".

Nel Paese Basco il quotidiano Diario Vasco condanna senza appello gli attentati, definendoli un massacro "crudele e disumano". "La sfida che il terrorismo ha lanciato alla società e alle istituzioni democratiche della Spagna obbliga tutti a combattere senza tregua ogni forma di fanatismo. Dobbiamo essere uniti e partecipare in massa a ogni mobilitazione di protesta".

La necessità di una partecipazione attiva è difesa anche da Esperanza Aguirre, presidente della Comunidad di Madrid: "È importante – scrive su El Mundo – che domenica prossima tutti i cittadini esprimano il loro voto per condannare la barbarie terrorista e dimostrare ai colpevoli che le loro azioni sono ripugnanti e non servono a niente". Le parole in nome delle quali il governo ha chiesto al paese di scendere in piazza sono state "con le vittime, con la costituzione, per sconfiggere il terrorismo".

"Questo obiettivo – sostiene il conservatore Abc – è il solo tipo di unione tra i partiti politici che interessa agli spagnoli per mettere fine ai continui colpi di stato dei criminali terroristi".

Infine il direttore di La Vanguardia José Antich invita la nazione a non abbandonarsi al pessimismo: "Una società matura come quella spagnola deve cercare di risollevarsi e di uscire dal pantano in cui l’hanno fatta piombare gli attentati".

internazionale.it