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Report dalla carovana della pace in Calabria e nel metapontino
Publie le martedì 9 marzo 2004 par Open-PublishingHo accompagnato la carovana da Villa San Giovanni a Scanzano J.. Sono
stati tre giorni pieni e positivi in cui abbiamo cercato di praticare al
meglio i due obiettivi della carovana: promuovere i contenuti e la
partecipazione del 20 marzo e attraversare i luoghi del conflitto,
della mobilitazione popolare e dell’impegno civile al Sud.
Con questi fini ci siamo mossi in Calabria e in Basilicata, naturalmente
incontrando, di volta in volta, il lavoro territoriale dei comitati
locali e vivendo con loro le difficoltà e le cose positive che si
esprimono nella preparazione. Quello che segue è il report
dell’esperienza.
5/marzo
Ore 9
arrivo del pulmino della carovana a Villa San Giovanni, incontro con le
realtà di movimento che ci attendevano.
Ore 9,30
incontro pubblico nella sala consiliare di Villa San Giovanni. La sala
era piena di giovani e di rappresentanti di organizzazioni e movimenti
di cittadini. Presenti il sindaco e alcuni amministratori di Villa che
nei giorni scorsi sono stati fatti oggetto di attentati e intimidazioni
per la loro posizione espressa contro la costruzione del ponte sullo
stretto. A loro abbiamo espresso la solidarietà di noi tutti e
l’incontro, inevitabilmente, ha avuto come tema centrale proprio il
ponte sullo stretto. Era del giorno prima la notizia della decisione del
TAR di bocciare il progetto di Lunari per la costruzione del ponte
proprio con la motivazione centrale dell’illeggittimità di una decisione
assunta senza tener conto del parere delle comunità locali e dei loro
rappresentanti istituzionali. L’intreccio fra la logica di comando
antidemocratica della costruzione del ponte, il suo impatto devastante
sul territorio, il carattere contrario agli interessi di bisogno di un
lavoro buono, tutela dell’ambiente, gestione corretta delle risorse,
intreccio con gli interessi mafiosi è stato il tema di un breve incontro
partecipato dall’intervento di cittadini e degli amministratori che si
sono impegnati a sostenere la mobilitazione del 20 e i suoi obiettivi.
La presenza di alcune delle realtà di movimento che più hanno
contribuito alla mobilitazione contro il ponte, come il centro sociale
cartella, ha segnato di contenuti la tappa a Villa S.G.. Alla fine
abbiamo incontrato le scolaresche delle scuole elementari con i loro
insegnanti che, fra l’altro, ci hanno consegnato un disegno molto bello
nei colori e nel messaggio che porta: “la pace senza giustizia sociale è
una menzogna”.
Prima di andar via la firma delle bandiere e dei moduli della
consultazione popolare hanno chiuso questo primo incontro.
Ore 10,30
Reggio Calabria, incontro con gli studenti in corteo contro la guerra.
Un gazebo con la raccolta di firme sulla bandiera e per la raccolta di
moduli della consultazione ci attendeva in piazza. I colori, i la musica
dei giovani erano accompagnati da un gruppo di giocolieri e di teatranti
che hanno dato vita a performance creative. Gli interventi hanno
sottolineato l’impegno alla partecipazione alla manifestazione del 20.
Ore 12,30
Villa San Giuseppe (frazione di Reggio Calabria). Incontro con i
cittadini e il comitato di lotta contro la costruzione di una discarica
che sventrerebbe un’area di giardini coltivata ad agrumi. Ci hanno fatto
vedere un video molto bello sulla loro lotta e, mentre ci offrivano il
pranzo con i prodotti della loro terra in piazza, abbiamo fatto
l’assemblea. Il video ci ha raccontato una delle tante lotte in cui i
cittadini del Sud sono ormai impegnati per la difesa della loro terra e
della dignità. Anche qui la scelta è stata quella di nominare un
commissario di fronte cui la politica si lava le mani, anche qui il
trasformismo delle posizioni tende a far ingoiare ai cittadini la
decisione di una discarica a pochi metri dalle case, lungo il corso di
un fiume, sulle fonti sorgive da cui da sempre captano l’acqua. Il
paragone con l’esperienza di Scanzano è stato immediato: radicalità
delle posizioni, unità dal basso, chiarezza degli obiettivi per
sconfiggere le logiche antidemocratiche che espropriano i cittadini di
sovranità. Qualche settimana fa (il 15 marzo) si è tenuta a Scanzano
l’assemblea meridiana dei movimenti che sta costruendo il tessutoi di
coordinamento su cui collegare questa e tante altre lotte per la difesa
del territorio, dei diritti, del lavoro; il coinvolgimento di
quest’esperienza in quel percorso è stato l’appuntamento di lavoro con
cui siamo usciti da una discussione che ha posto con chiarezza la comune
battaglia contro la guerra permanente come terreno unitario di
costruzione dell’alleanza. Saranno a Roma il 20 Marzo.
Ore 16,30
Vibo Valentia. Incontro in piazza con il presidio contro la guerra.
Praticamente tutte le organizzazioni presenti con i loro rappresentanti.
Molti rappresentanti istituzionali e politici. A tutti loro abbiamo
portato il messaggio della carovana, raccogliendo, qui come altrove, le
firme sulla bandiera e sui moduli della consultazione. Il pulmino della
carovana ha guidato la partenza del corteo contro la guerra che ha poi
proseguito tenendo un’assemblea pubblica finale.
Ore 18
Catanzaro. Nella Sala della Provincia si era tenuta una affollata
assemblea contro la guerra di Bush e i suoi alleati e chiedere il ritiro
delle truppe dall’Irak. Abbiamo incontrato i partecipanti nella
piazzetta antistante la sala della provincia. Anche qui l’impegno a
partecipare il 20 Marzo alla manifestazione a Roma
Ore 20
Crotone. Ci attendeva una Piazza centrale piena, allestita con gazebo di
diverse organizzazioni e una bella bandiera già firmata dai molti che
avevano partecipato al presidio nell’attesa. Ancora una volta abbiamo
portato i contenuti e il messaggio della carovana in una delle realtà
difficile del sud. Il comune e la provincia di Crotone, gestite dal
centro sinistra, sono attraversate da una crisi morale profonda.
Commissariamenti e azioni giudiziarie contro amministratori e
imprenditori stanno ponendo a tutti il tema dell’amministrare e della
corenza fra gli obiettivi della politica e le pratiche di gestione della
cosa pubblica. Il movimento e le forze democratiche sono impegnate in un
confronto difficile su questo tema per una territorio che attende
risposte ancora inevase sul lavoro, i diritti, l’ambiente. La
partecipazione di tutte le componenti al presidio era forse un segnale
utile: la ricerca dell’unità può essere fatta sulla chiarezza dei
contenuti e contro i trasformismi. La manifestazione del 20 marzo chiede
con chiarezza il ritiro delle truppe occupanti dall’IRA, è auspicio di
un percorso possibile. Anche dalla piazza di Crotone arriva l’impegno a
rivedereci il 20 a Roma.
6 marzo
ore 8.30
Crotone. Gli studenti delle superiori in un corteo unitario ci
accompagnano all’uscita da Crotone. Prima di andar via c’è il tempo di
fare una piccola assemblea. Chi oggi sposa la cultura di guerra
permanente è lo stesso che persegue lo smantellamento della scuola
pubblica, realizza i CPT, impone il restingimento degli spazi sociali,
nega il lavoro, approva leggi restrittive e poliziesche sulle droghe.
Per questo gli studenti di Crotone, realtà viva e plurale, saranno a
Roma.
Ore 12
Cosenza. Incontro davanti alle scuole con gli studenti all’uscita, firma
delle bandiere.
Ore 16-20
Presidio in Piazza, volantinaggio, firma delle bandiere e dei moduli.
Certo la tappa di Cosenza ci ha mostrato un movimento cosentino solo in
parte in grado di costruire l’appuntamento con la carovana in maniera
unitaria. E’, spesso, un problema ricorrente nel Sud. La carovana pone a
tutti, nella chiarezza delle posizioni come guerra del rifiuto della
presenza occupante in Irak, uno sforzo unitario per un obiettivo che non
può che essere di molti, in cui tanti arrivano con percorsi diversi ma
che, proprio per questo, chiama a riprodurre il meglio che il movimento
italiano a saputo esprimere fin qui coniugando la radicalità delle
posizioni, il riconoscimento delle diversità e la costruzione
dell’unità.
Ore 18
Cosenza. Sala del consiglio comunale, incontro con l’assemblea di
Aprile. Nella sala piena alla presenza di Giovanni Berlinguer siamo
intervenuti per portare i contenuti e gli obiettivi della carovana.
L’accoglienza calorosa ricevuta e sottolineata da molti applausi di
consenso, indica come il bisogno di chiarezza di obiettivi politici a
sinistra sia molto più diffuso di quanto la schematizzazione di un
dibattito sulle appartenenze sia in grado di esprimere. La firma della
bandiera da parte di molti dei presenti è un risultato importante.
7 marzo
Ore 8,30 -10
La tappa nel metapontino, luogo della mobilitazione contro le scorie,
inizia a Nova Siri Scalo,, nel luogo in cui è stato tenuto il blocco al
confine fra la Basilicata e la Calabria. Oltre il pulmino della carovana
partono camion e auto con le bandiere e attraversano in corteo il centro
urbano per arrivare in una sala messa a disposizione dal comune. Qui,
oltre che agli interventi delle organizzazioni che hanno promosso
l’iniziativa (fra gli altri i Cobas e la CGIL) intervengono i sindaci di
tre comuni della zona (due calabresi e Nova Siri) per annunciare il
sostegno alla carovana e l’adesione alla manifestazione. In particolare
il Sindaco di Nova Siri spiega perché lui, militante socialista da
sempre, crede sia importante per la sinistra che le realtà locali
facciano arrivare un segnale chiaro a tutti: fuori senza se e senza ma
dall’Irak, che il parlamento voti senza indecisioni il ritiro delle
truppe occupanti.
Ore 10 – 11,45
Attraversamento in corteo di Policoro (il maggior centro urbano del
Metapontino) e incontro in piazza con i cittadini. In una città
amministrata dal centro destra ci accolgono alcuni consiglieri
d’opposizione (Sinistra DS, Alleanza Popolare, civica sostenuta dal PRC,
Margherita) dando l’adesione e l’impegno per il 20. Fra gli altri
l’intervento del presidente regionale delle ACLI segnala l’ampiezza
della partecipazione. Il corteo di macchine, che si fa sempre più
numeroso e colorato attraversa i quartieri popolari di Policoro con le
bandiere delle ACLI, dell’ARCI, del PRC, della sinistra Giovanile, della
CGIL e degli altri.
Ore 12
Scanzano Jonico. Il corteo di macchine e camion, infoltendosi, arriva a
Scanzano attraversandolo mentre si annuncia, con lo speakeraggio,
l’appuntamento. L’incontro con i cittadini avviene di fronte alla chiesa
madre. Pranzo offerto dal Foro Contadino Altragricoltura e solite firme.
Diverse televisioni e giornali che ci aspettano. Buon impatto
comunicativo. La tappa di Scanzano era segnata da una tensione.
Nonostante i molti tentativi di evitarlo, una parte delle associazioni
di base che hanno partecipato alla mobilitazione di Scanzano avevano
deciso di tenere il giorno prima la loro iniziativa contro la guerra.
Iniziativa su cui non c’era il consenso di tutti per un motivo di merito
e uno di sostanza,. Nel metodo chi ha deciso di tenere l’iniziativa il
giorno precedente (proposta come tappa della carovana a prescindere dal
fatto che nel programma era prevista per il sette) venivano esclusi fra
i promotori i partiti politici con la motivazione che i cittadini non
avrebbero condiviso la loro presenza perché la pace è patrimonio di
tutti. Nel merito per quella iniziativa era prevista la presenza, oltre
che di Giuliano Giuliani, di Carmen La Sorella e del presidente della
regione Basilicata. Ambedue si erano più volte espressi per la pace ma,
anche, per l’inevitabilità delle guerre umanitarie. Così la tappa di
Scanzano, riuscita nella partecipazione e negli obiettivi, ha visto
sostanzialmente l’assenza di chi aveva promosso l’iniziativa del 6 ed ha
dovuto registrare una polemica con le forze di centro destra al governo
a Scanzano. Hanno criticato l’iniziativa perché ci sarebbero state
troppe bandiere rosse. Potete immaginarvi la risposta…..(vi allego il
comunicato stampa di seguito).
Ore 16-18.30
Scanzano Jonico Assemblea nella Sala Consiliare. L’assemblea è stata
aperta dalla folta delegazione che da Rapolla (PZ) è arrivata a
Scanzano. Il gonfalone del comune era sul palco insieme al
rappresentante del comitato di lotta di Rapolla e dal vicesindaco. A
Rapolla da qualche giorno i cittadini in massa stanno occupando la
strada statale che collega Potenza con Melfi per scongiurare la
realizzazione di un tracciato pericolosissimo per i cittadini di un
grande elettrodotto che porterebbe l’energia in Italia dall’Albania.
Hanno deciso di “fare come a Scanzano” e di battersi ad oltranza contro
la decisione che farebbe passare sulle loro case il pericolosissimo
elettrodotto. Forse per questo, proprio per evitare che l’esmpio di
Scanzano si estenda a macchia d’olio, la polizia aveva caricato il
blocco mandando all’ospedale sette cittadini di cui uno con sei costole
rotte. Sono venuti a chiederci sostegno e solidarietà e a rivendicare
l’appartenenza comune alla lotta per il territorio e contro la guerra.
L’assemblea ha espresso con calore l’adesione ed ha assunto l’impegno a
mobilitarsi al loro fianco. Molti gli interventi di diversi protagonisti
delle giornate di Scanzano, tutti a sottolineare l’intreccio stretto fra
la battaglia contro la guerra permanente di Bush e i suoi alleati e la
lotta per la terra e la dignità. L’assemblea ha assunto alcune
importanti decisioni:
nasce il COORDINAMENTO NO SCORIE NO GUERRA.
Tre primi obiettivi: preparare la più vasta partecipazione nella
manifestazione del 20 a Roma dal metapontino che ha vinto la
battaglia contro le scorie; sostenere la mobilitazione di Rapolla;
costituirsi come primo coordinamento per riprendere, dopo le 15 giornate
di Scanzano, la mobilitazione per il territorio, contro il neoliberismo
e la guerra
Ore 21.30
Rapolla. La carovana fa una tappa provvisoria non prevista a Rapolla. Li
spieghiamo ai cittadini chi e cosa facciamo e assumiamo impegni: il 16
mattina la carovana, cambiando il suo programma, farà tappa a Rapolla
per incontrare i cittadini mobilitati; l’11 marzo il coordinamento No
Scorie No Guerra garantisce il più ampio sostegno alla mobilitazione
indetta in occasione dell’incontro che a Roma si terrà fra Governo e
Regione per decidere sulla variante al percorso dell’elettrodotto.
Obiettivo comune è di fare in modo che a Roma il 20 Marzo ci sia la più
vasta presenza anche dei cittadini di Rapolla nella manifestazione
contro la guerra. L’entusiasmo dell’incontro e l’adesione alle proposte
ci da il segno di quanto la scelta di fare una carovana contro la guerra
per attraversare i conflitti sia vincente. La guerra non è atto separato
dalle nostre vite e dalle nostre aspirazioni.
Comunicato stampa, Scanzano J. 8,3,04
La carovana della pace ha attraversato con successo nel metapontino i
luoghi della mobilitazione popolare
per dire con chiarezza no alla permanenza delle truppe occupanti
italiane in Irak e preparare la grande mobilitazione di Roma del 20
marzo contro la guerra di Bush e dei suoi alleati:
NASCE IL COORDINAMENTO NO SCORIE NO GUERRA: TUTTI A RAPOLLA L’11 MARZO
Dichiarazione di Gianni Fabbris del coordinamento nazionale per la
manifestazione del 20 Marzo e della carovana per la pace (info
3351336977)
Stiamo attraversando i luoghi del conflitto, della mobilitazione
popolare e dell’impegno civile che si esprime in tutt’Italia per
chiedere con loro la fine della politica di guerra del nostro tempo.
L’impegno per il lavoro, la cultura, la difesa del territorio, gli spazi
di socialità non è altra cosa da quello contro la guerra preventiva
scatenata da Bush e i suoi alleati contro i popoli del mondo. La
battaglia contro il nucleare e quella contro la guerra hanno gli stessi
avversari: la logica di un ordine mondiale globalizzato neoliberista che
ovunque produce sofferenza, restrizione delle libertà, uno sviluppo
asservito al mercato devastando i nostri territori e espropriando di
sovranità i cittadini.
Così è anche per il nostro Sud e la Basilicata che qualcuno vorrebbe
pattumiera militarizzata d’Europa.
La carovana per la pace chiede alla politica un assunzione chiara di
responsabilità; la pace non è una aspirazione ideale dell’animo ma si
costruisce con gesti concreti: il ritiro delle truppe occupanti
dall’IRAK e il ripristino della legalità internazionale garantita
dall’ONU per restituire sovranità al popolo irakeno è la prima
condizione che i pacifisti di tutto il mondo chiedono con chiarezza e
senza trasformismi. Su questo obiettivo sfileremo il 20 Marzo a Roma, su
proposta dei movimenti pacifisti statunitensi e insieme a milioni di
cittadini mobilitati in contemporanea in tutto il mondo. Per realizzare
questo obiettivo è nato un comitato nazionale formato di centinaia di
realtà organizzate italiane che esprimono una grande articolazione di
contenuti ma che sono assolutamente unite nel chiedere al parlamento ed
al governo italiano di esprimersi con chiarezza per il ritiro delle
truppe occupanti italiane sotto il comando dell’esercito aggressore
statunitense dalla provincia di Nassiria. Un cartello amplissimo
composto da realtà associative di base, da movimenti religiosi e laici,
sindacati, partiti e movimenti politici, uomini e donne di cultura
diversi nei percorsi che li portano all’appuntamento ma uniti dagli
obiettivi comuni della giornata.
Noi siamo chiari e a chi non è d’accordo con noi chiediamo chiarezza e
di assumersi le proprie responsabilità. Non capisco di cosa parlano
alcuni rappresentanti del centro destra del Metapontino quando insinuano
che la carovana sia stata strumentalizzata da forze politiche e
sindacali per aver visto sventolare insieme alle tante bandiere della
pace a Scanzano e nel Metapontino le bandiere delle organizzazioni che
hanno promosso con chiarezza l’iniziativa e i gonfaloni dei comuni e
delle istituzioni che la stanno sostenendo. A chi, dalle fila della
maggioranza di centro destra di Scanzano critica la manifestazione
chiedo: avete votato o siete pronti a votare in consiglio comunale una
presa di posizione contro la presenza militare italiana in Irak, come
altri stanno facendo? Se no, ditelo con chiarezza; dite che la vostra
idea di pace è quella di chi pensa di costruirla con la guerra e
assumetevi le vostre responsabilità senza mistificare, con posizioni
pretestuose, parlando di pacifismo. Il sindaco di Nova Siri lo ha fatto,
altri lo stano facendo… a voi non resta che farlo o dichiarare, al
contrario, la vostra adesione al proseguimento dello stato di guerra.
Sarà anche più chiaro, così, in quale cultura nascano decisioni come
quelle di imporre il deposito di scorie ad un territorio contro la
volontà dei cittadini.
Noi lavoriamo per portare a Roma la voce di chi è contro la guerra
assumendoci la responsabilità di posizione chiare, sapendo che la
mobilitazione contro il nucleare e le scorie non è atto separato dalla
logica di guerra. Saremo in tanti lucani in quell’occasione a Roma, gli
stessi protagonisti delle giornate contro le scorie, con le nostre
bandiere diverse, per noi segno di identità che ci viene dalle tante
battaglie per la giustizia sociale e ambientale e non motivo di
divisione dai cittadini e dai loro interessi. Certo saremo divisi da chi
avrà votato in parlamento per la guerra ma, questo, è un vostro problema
che dovrete spiegare perché continuate ad assumere decisioni contro la
volontà della maggioranza degli italiani che vi chiedono di smetterla.
Ci saremo dal metapontino e da Rapolla di cui ieri il neonato
COORDINAMENTO CONTRO LE SCORIE E LA GUERRA ha assunto con forza gli
obiettivi della mobilitazione. Saremo con loro, con i cittadini di
Rapolla mobilitati l’11 marzo per dire no all’elettrodotto sulle teste
dei cittadini.
La carovana della pace, che ieri sera ha già incontrato a Rapolla i
cittadini mobilitati, è parte di quella battaglia e per questo,
cambiando l’itinerario previsto, saremo a Rapolla il 16 Marzo. Per dire
No all’elettrodotto e No alla guerra di Bush e i suoi alleati in Irak e
nel mondo senza se e senza ma.