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Riesplode in tutta la sua violenza la guerra di bassa intensità in Chiapas
Publie le giovedì 19 febbraio 2004 par Open-PublishingSe da una parte prolificano le iniziative di
celebreazione dei 10 anni della rivolta zapatista, dall’altra si fa
sempre più pesante la militarizzazione e si
intensifica l’offensiva contro le comunità
indigene nei Municipi Autonomi in Chiapas.
Solo nel gennaio scorso, nella regione dei Montes
Azules, con l’intervento di corpi di polizia
federale e statale, sono state bruciate 23 case e
sgomberati violentemente gli abitanti della
comunità di Nuevo San Rafael, ed è stato impedito
l’accesso alla zona dei rappresentanti di
organizzazioni per i diritti umani, come il
Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las
Casas, lasciando questa zona completamente
isolata.
La politica degli "sgomberi" rientra nella
strategia dei grandi piani di sviluppo che
riguardano questa zona del mondo, come il PPP -
Plan Puebla Panamà - che prevede lo svuotamento
dell’area dai suoi abitanti per sfruttarne in
maniera intensiva le risorse naturali, piano per
il quale il 27 gennaio scorso l’Unione Europea ha
concesso un finanziamento di 15.000.000 di euro
con la seguente motivazione "appoggiare gli
sforzi del governo del Chiapas per combattere la
povertà e contribuire a rafforzare le azioni di
conservazione delle risorse naturali della Selva
Lacandona", definendo questo progetto "sviluppo
sociale integrato e sostenibile in Chiapas".
Nella regione del Caracoldi La Garrucha, con
popolazione di etnia Tzeltal, prosegue la
devastazione dei boschi con i permessi del
governo; già migliaia di metri cubi di legname
sono stati saccheggiati e svenduti, per altro, ad
un prezzo miserabile.
Da segnalare, inoltre, le continue aggressioni da
parte di funzionari municipali del PRD (partito
di centro-sinistra) contro le basi di appoggio
dell’EZLN nella comunità di Zinacantán, con
l’interruzione della fornitura di acqua potabile
ed impedendo il transito agli zapatisti.
Nel Municipio Autonomo di San Perdro Polhò,
regione de Los Altos, la situazione rischia di
precipitare dopo che la Croce Rossa
Internazionale ha deciso di lasciare questa zona,
sostenendo che "la priorità in questo momento è
l’Iraq". La presenza della CICR in questa zona,
seppur con alcune riserve, rappresentava un
segnale minimo di attenzione sanitaria alle oltre
8.000 persone che dal 1997, dopo il massacro di
Acteal, vivono ancora in accampamenti precari, in
condizioni igieniche e sanitarie allarmanti,
perché impossibilitate a far ritorno alle
comunità di origine per la minaccia rappresentata
da gruppi paramilitari riattivatisi negli ultimi
mesi.
Il Municipio Autonomo di San Pedro Polhò denuncia
che "ad aggravare questa situazione è la pesante
militarizzazione e la presenza di paramilitari
che non permettono agli zapatisti di andare a
lavorare nelle milpas" (campi di mais), e fa
appello alla solidarietà civile nazionale ed
internazionale per un’azione urgente. Con una
lettera inviata alla solidarietà italiana
chiedono un appoggio economico d’emergenza.
"Adesso - scrivono - non abbiamo nessun appoggio
per coprire queste necessità vitali, perciò vi
presentiamo questa situazione, perché sappiamo
che non siamo soli e che voi siete parte di
questa lotta".
"Nonostante tutta la sofferenza noi continueremo
a resistere e a costruire l’autonomia.
Ringraziamo gli sforzi che realizzerete per
appoggiare questa necessità alimentare".
Il Comitato Chiapas di Brescia aderirà alla
campagna di sostegno per il Municipio Autonomo di
Polhò che partirà a giorni con l’apertura di un
conto corrente per la raccolta donazioni, su
iniziativa di Manitese Lucca. Per informazioni ed
adesioni, Comitato Chiapas 030-2304848
L’ultima notizia, risalente al giorno 10 febbraio
per voce di Enlace Civil, è stata l’assassinio di
due simpatizzanti zapatisti appartenenti ad una
comunità sotto il municipio di SimonJovel,
Caracol di Oventik, nella regione de Los Altos.
La coppia, un uomo ed una donna, sono stati
aggrediti mentre tornavano alla loro villaggio e
sono stati uccisi a colpi di coltello e machete.
In aggiunta, si inasprisce il livello di
controllo sugli osservatori di pace
internazionali, con la richiesta di un
parlamentare chiapaneco di"fare ricorso
all’espulsione" per queste persone in quanto
"violerebbero le regole del permesso di soggiorno
turistico".
Di fronte alla situazione allarmante, facciamo
appello agli organi di stampa affinché, oltre che
occuparsi di analisi e approfondimento delle
"teorie" zapatiste, pongano attenzione sulla
realtà della difficile sopravvivenza quotidiana
delle comunità indigene zapatiste attraverso cui
prende corpo il progetto di autonomia indigena.
Comitato Chiapas Torino
Gruppo Tematico Chiapas Roma Nord Est Social
Forum Associazione Paviainseriea
Officina Shake - Castellanza
Gruppo Mani Tese di Lucca
Comitato Chiapas "Maribel" Bergamo
Cantieri Sociali per l’America Latina di Roma
Comitato Chiapas Brescia
Coordinamento Toscano di sostegno alla lotta
zapatista
Centro Sociale Intifada di Empoli
S.A.L. onlus (Solidarietà con l’America Latina)
Roberto Bugliani - La Spezia
Leo Forte - Massa Carrara
Manlio Vicini- Consigliere Comunale del Comune di
Brescia, Rifondazione Comunista
Brescia Social Forum
Padre Marcello Storgato, Saveriani, Brescia
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