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Rifondazione, un congresso non una rissa

Publie le lunedì 7 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Rifondazione, un congresso non una rissa

di Alessandro Cardulli

Da qualche giorno la grande stampa ha scoperto che sono in corso i congressi dei circoli di Rifondazione. A Roma in particolare si è già chiusa questa fase e nel fine settimana si svolgerà il congresso della Federazione.
La mozione di cui è primo firmatario Nichi Vendola puntava ad ottenere la maggioranza assoluta e c’era anche chi parlava della possibilità di toccare il 55%. Niente di tutto questo. La mozione si è fermata al 47%, netta minoranza . Non solo molti sono i voti contestati in diversi Circoli, tanto che questa percentuale che comunque non consente di esprimere il segretario e di avere la maggioranza negli organismi dirigenti, potrebbe calare.

A dire la verità la grande stampa, con riferimenti specifici a Repubblica e Corriere della sera si era occupata di questo congresso intervistando più volte proprio Vendola, il presidente della Regione Puglia e autocandidato a segretario di Rifondazione. Per lui hanno fatto il tifo anche leader del Pd, come La Torre, lo stesso D’Alema, e esponenti di altre associazioni fra cui Sinistra democratica di Claudio Fava e Fabio Mussi. I poteri forti, ovunque collocati, guardavano con simpatia un’operazione che dovrebbe portare alla progressiva scomparsa di Rifondazione, partito scomodo anche se non più presente in Parlamento, per dar vita ad una indistinta formazione di sinistra.

Certo non si poteva che prendere atto del fallimento della Sinistra Arcobaleno. Ma sotto diverse spoglie si mirava al solito risultato: far scomparire dalla scena politica una sinistra di alternativa che punta alla trasformazione , che vuole ristabilire un legame sociale, una sinistra di classe. Adempiuto al loro “dovere” i media dei poteri forti si sono disinteressati certi che l’obiettivo cui miravano sarebbe stato raggiunto. Non spetta a noi esprimere valutazioni e commenti. A noi il compito d’ informare il lettore in modo che possa formarsi una sua opinione. E’ accaduto che i fatti stanno andando diversamente dalle aspettative sia dei media che contano sia dalle “certezze” più volte espresse dai autorevoli esponenti della mozione due. I numeri dicono che nazionalmente le due principali mozioni stanno correndo testa a testa.

La numero uno di cui sono primi firmatari Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero, ex ministro della politiche sociali, Claudio Grassi , Ramon Mantovani, Giovani Russo Spena, ex capogruppo al Senato e la numero due di cui sono primi firmatari Nichi Vendola, l’ex segretario Franco Giordano, Gennaro Migliore, ex capogruppo alla Camera e che ha in Fausto Bertinotti una sorta di “ padre nobile”, procedono quasi di pari passo. Ma questo ai media non importa. I risultati dei Congressi di Circolo danno un quadro interessante: fino alle ore due del sette luglio se ne erano svolti 1399. La mozione uno ha ottenuto la maggioranza in 699, la due in 478, la tre in 114, la quattro in 30, la cinque in 15 . in 63 c’è il pareggio. Le percentuali delle due mozioni maggiori si aggirano sul 43%.
Ma, ripetiamo, tutto ciò non fa notizia.

Il congresso riemerge dalle nebbie quando vengono annullate alcune votazioni favorevoli alla mozione due, quando cominciano ad arrivare sui tavoli della commissioni che devono garantire la regolarità dei congressi ricorsi che parlano di tesseramenti gonfiati, di gravi violazioni del regolamento che sarebbero avvenute a favore della mozione due ed a sfavore, ovviamente, delle altre quattro mozioni. Che fanno i nostri colleghi giornalisti? Intanto dovrebbero conoscere, come abbiamo scritto, che il primo dovere è quello di informare, che bisogna sempre risalire alle fonti e verificare la notizia, che non si deve prendere per buono niente. Niente di tutto questo.

Nessuno sente il bisogno di chiedere ai “ garanti” dei congressi cosa è avvenuto, perché si è presa questa o quella decisione. Basterebbe poi fare un confronto con quanto stabilisce il regolamento congressuale ed il giornalista avrebbe la possibilità di fornire al lettore un informazione corretta. No, ripetiamo niente di tutto questo. Si riportano solo dichiarazioni delle parti in cause, accuse e controaccuse. Si trasforma un congresso in rissa, corrono parole non proprio da persone che convivono sotto lo stesso tetto. Forse ai media dei poteri forti interessa proprio questo. Ma, solo ai media?

dazebao