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Rimini, applausi alle ex terroriste nere di Piazza Bologna

Publie le lunedì 23 agosto 2004 par Open-Publishing
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Rimini, applausi alle ex terroriste
I parenti delle vittime: "Indegno"
Le dure critiche di Paolo Bolognesi, che guida i familiari
dei morti per la strage di Bologna: "Spazzano via il dolore"

Francesca Mambro e Renato Farina (direttore del giornale berlusconiano Libero) nella foto

RIMINI - Al Meeting sono loro le protagoniste di oggi. L’ex donna dei Nar, Francesca Mambro, sei condanne all’ergastolo, e la ex brigatista Nadia Mantovani, che fu anche la compagna di Renato Curcio. Entrambe, sedute al tavolo dei dibattito con Luigi Manconi e Renato Farina, hanno raccolto un lungo applauso. Alla Mambro è accaduto quando ha raccontato il rapporto nato con alcuni dei familiari delle persone che lei e il marito Giusva Fioravanti hanno ucciso. Alla Mantovani quando, chiudendo il primo intervento, ha invitato i militanti di Comunione e Liberazione ad "andare avanti così".

Secco, e severissimo, è il giudizio che dà del dibattito di Rimini Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna: "Una operazione indegna". Per Bolognesi, infatti, è inaudito che "un meeting cattolico si faccia lustro con la fama dei terroristi, spazzando via il dolore di coloro che devono fare i conti con la scomparsa di persone uccise dalla violenza sanguinaria".

Ma alla reazione dei parenti delle vittime di Bologna replica la stessa Cl con il portavoce Robi Ronza. "Abbiamo invitato al Meeting Francesca Mambro e Nadia Mantovani - dice Ronza - sulla base di un’indicazione offertaci l’anno scorso dal presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, perché riteniamo che abbiano un’esperienza umana da raccontare". E ancora, il portavoce ciellino precisa che ciò "non vuol dire che vogliamo assolvere qualcuno, né che partecipiamo ad una posizione di perdono".

Poco prima, come detto, la platea aveva accolto con attenzione, e anche con applausi, le parole delle ex terroriste, che prima di salire sul palco hanno evitato qualsiasi domanda dei cronisti su Battisti e su Cinzia Banelli. "Non ho risposte su un presente che sento lontano dal mio passato", si è limitata ad accennare la Mantovani. Francesca Mambro, poi, ha spiegato di aver inviato l’anno scorso assieme a Fioravanti una lettera al Meeting, tramite Francesco Cossiga, raccontando di aver sempre seguito la comunità di Cl che opera "senza esibizionismi".

Da Repubblica 23 agosto

Messaggi

  • INNANZITUTTO NADIA MANTOVANI NON E’ UN EX TERRORISTA NERA MA E’ UNA DELLE PRIMISSIME MILITANTI DELLE BRIGATE ROSSE, NON E’ IMPUTATA IN REATI DI SANGUE DI ALCUN GENERE E HA LASCIATO QUELLA ORGANIZZAZIONE - PUR SENZA "PENTIMENTI" NE’ DISSOCIAZIONI PALESI - DAL LONTANISSIMO 1976.
    HA SCONTATO INTERAMENTE LA PENA CHE A SUO TEMPO GLI FU IRROGATA ED ATTUALMENTE SI OCCUPA COME VOLONTARIA DI REISERIMENTO DI EX DETENUTI.
    QUESTO PER LA CHIAREZZA E PER LA PRECISIONE.
    PER QUANTO RIGUARDA LA MAMBRO, REA CONFESSA DI CINQUE O SEI OMICIDI - QUASI TUTTI RELATIVI A POLIZIOTTI O A CAMERATI CONSIDERATI "TRADITORI" - SI DICHIARA INVECE DEL TUTTO INNOCENTE, CONGIUNTAMENTE AL MARITO, PER LA STRAGE DI BOLOGNA ( E NON DI PIAZZA BOLOGNA ) DEL 1980.
    PERSONALMENTE CREDO SIANO EFFETTIVAMENTE INNOCENTI, VISTO CHE, TRA L’ ALTRO, SE AVESSERO CONFESSATO ANCHE QUELLLA RESPONSABILITA’, LA LORO SITUAZIONE PERSONALE - LUI HA TREDICI ERGASTOLI, LEI TRE O QUATTRO - NON SAREBBE CAMBIATA DI UNA VIRGOLA.
    IN PIU’ OGGETTIVAMENTE LO "STRAGISMO" INDISCRIMINATO - A DIFFERENZA DEI GRUPPI FASCISTI DI QUALCHE ANNO PRIMA - NON RIENTRAVA NELLA LORO LOGICA E NELLA LORO PRATICA.

    KEOMA

    • Da "Il Manifesto" di oggi 24.8.04

      Applauso per Mambro e Mantovani

      Le due ex terroriste invitate al meeting di Cl. Cossiga: «Vanno rispettate e ascoltate»
      L’ex Nar: «La nostra è stata una scelta senza uscita, ma non capisco i rancori ideologici a 50 anni». L’ex br: «Qualcosa di allora è rimasto, l’amore per la giustizia»
      ELENA VERONELLI
      Un lunghissimo applauso e tanta commozione per Francesca Mambro, uno dei capi dei Nar, e Nadia Mantovani, ex brigatista. Così la platea del meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli, organizzato dai Ciellini, ha risposto al ripensamento delle due ex terroriste che, pur senza rinnegare il loro passato, hanno rimesso in discussione e superato le loro antiche scelte. Un incontro il cui titolo vale a spiegare lo spirito dell’evento: «Un’altra opportunità». Dalle testimonianze delle due donne, ora diventate amiche, emerge infatti che entrambe hanno sfruttato i loro anni carcere per lasciarsi alle spalle la scelta armata. A riprova di questo, è il rapporto nato tra Mambro e alcuni dei familiari delle persone che lei e il marito, Valerio Fioravanti, avevano ucciso: «Mi hanno cercato vittime cui ho dato quella parte migliore di me che c’era sempre stata». La donna ha confessato di aver riflettuto molto sui meccanismi che in gioventù l’hanno portata «a covare la vendetta che porta a distruggere le vite». Aggiunge però di aver subito anche «sentenze ingiuste», proclamando ancora una volta la sua innocenza per la strage di Bologna del 2 agosto del 1980. Un’innocenza sostenuta con convinzione non solo dall’amica Mantovani ma anche dal giornalista Renato Farina e dall’ex leader verde Luigi Manconi, che partecipavano al dibattito.

      Anche Nadia Mantovani, che fece parte delle Brigate rosse fino al 1975, ha detto che della sua voglia cambiare il mondo, che in passato le ha fatto compiere molti errori, qualcosa ha salvato: «l’amore per la giustizia e la solidarietà». L’ex brigatista rossa ha poi confessato di aver partecipato alla costruzione delle Br, ma ha specificato di non aver avuto il tempo per prendere parte ad omicidi politici.

      Durante l’incontro non c’è stato nessun accenno alle vicende attuali di Cesare Battisti e di Cinzia Banelli, come se le due ex terroriste volessero prendere le distanze da un passato che non appartiene più a nessuna delle due: «Il mio presente oggi è molto lontano dal mio passato» dice Mantovani. Le due donne hanno infatti già ricominciato la loro vita: Mambro, in semilibertà, lavora per l’associazione «Nessuno tocchi Caino», Mantovani si occupa del reinserimento dei detenuti presso l’associazione «Verso Casa».

      Neanche in un’occasione simile, però, sono mancate polemiche tanto assurde quanto ingiustificate. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari vittime della strage di Bologna, ha definito l’incontro della platea «indegno». Anche Salvatore Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, ucciso in un agguato dalle Brigate Rosse la mattina del 10 marzo del `78 a Torino, ha sfogato la sua rabbia inveendo contro i mass media, Liberazione e Comunione, i quali avrebbero dato voce a «queste figure che hanno terrorizzato il paese».

      A rispondere alle accuse, a ragion veduta, Francesco Cossiga. L’ex presidente, grazie al quale le due donne sono state invitate a partecipare all’incontro, invita a tenere presente «che l’uomo, qualunque cosa faccia o abbia fatto, rimane sempre uomo. Quindi deve debbono essere rispettato ed ascoltato e si deve tener conto della sua esperienza». Anche Robi Ronza, portavoce del meeting di CL, spiega che questo invito non ha nulla a che fare con il perdonismo: «Abbiamo solo voluto proporre ai nostri partecipanti un’esperienza umana senza dar vita a giudizi di appello».

    • Sei sono le sentenze che comminano l’ergastolo alla Mambro:

       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Venezia del 17 gennaio 1985
       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 6 febbraio 1986
       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 5 novembre 1987
       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 7 aprile 1988
       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 3 marzo 1989
       sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 16 maggio 1994

      Quindi:

      ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)
      ergastolo per l’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)
      ergastolo per la strage alla Stazione di Bologna (2 agosto 1980)
      ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)
      ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)
      ergastolo per l’omicidio di Giuseppe De Luca (31 luglio 1981)
      ergastolo per l’omicidio di Mambroarco Pizzari (30 settembre 1981)
      ergastolo per l’omicidio di Francesco Straullu e Ciriaco di Roma (21 ottobre 1981)
      ergastolo per l’omicidio di Alessandro Caravillani (5 marzo 1982)

      La mancata corrispondenza tra numero degli omicidi e numero di ergastoli è dovuta all’applicazione del vincolo della continuità.
      La Mambro ha inoltre accumulato complessivamente 84 anni e 8 mesi di reclusione per reati quali: furto e rapina (una ventina in tutto), detenzione illegale di armi, violazione di domicilio, sequestro di persona, ricettazione, falso, associazione sovversiva, violenza privata, resistenza e oltraggio, attentato per finalità terroristiche, occultamento di atti, danneggiamento, contraffazione impronte.

      Morti attribuibili alla responsabilità di Francesca Mambro: 96.
      Anni effettivamente scontati in carcere: 16

      E una persona del genere viene presentata come una star al convegno di CL,sotto lo sguardo compiaciuto del giornalista di corte Renato Farina,direttore del giornale berlusconiano Libero