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Rutelli: «Non cancelleremo le riforme di Berlusconi». Critiche da tutto il centrosinistra

Publie le martedì 3 agosto 2004 par Open-Publishing

di red

Questa volta a difendere Franscesco Rutelli sono davvero in pochi. Il leader della Margherita sostiuene che il centrosinistra non può cancellare tutte le riforme approvate dal governo Berlusconi. A cominciare dalle pensioni («andrà cancellato lo scalino») e dalla scuola («dopo aver sperimentato la riforma Moratti - dice - si dovranno stabilire i punti precisi su cui intervenire»).

Certo, commenta Violante, bisognerà ragionare su quali leggi «cancellare» e quali «modificare profondamente». Ma per tutto il centrosinistra il problema è un altro. Quali sono le proposte alternative da presentare agli elettori? Come mostrare la discontinuità del nuovo progetto di governo rispetto a quello fallimentare di Berlusconi?

Rifondazione e Verdi tornano a chiedere l’immediata convocazione di un tavolo programmatico di tutta la coalizione. Distinguo anche dai prodiani della Margherita: «La linea politica - afferma Franco Monaco - va discussa con tutto il partito».

Il riformismo di Rutelli: «Gli italiani sono stanchi. Non cancelliamo le leggi della destra»
«Se andremo al governo non potremo scaraventare l’Italia in un terzo quinquennio di riforme che riformano riforme che avevano riformato altre riforme». Francesco Rutelli, in un’intervista al Corriere della Sera lancia la sua sfida al centrosinistra sul programma di governo della coalizione. E all’orizzonte vede addirittura uno «scontro» (anche se lui preferirebbe chiamarlo «confronto»): da una parte le istanze della Margherita, dall’altra le proposte di Rifondazione: «Sia molto chiaro - dice Rutelli - così come noi abbiamo rispetto per le istanze del Prc, anche il Prc deve sapere che dovrà discutere con la Margherita. E che la posizione conclusiva cui giungerà il centrosinistra non potrà essere stabilita da Bertinotti».

Per il leader della Margherita ha avuto ragione Nicola Rossi a dire che non bisogna cancellare la «brutta riforma pensionistica» varata dal governo. «Bisogna dare certezze - spiega Rutelli - serviranno interventi selettivi per correggere e migliorare le attuali leggi. Andrà per esempio cancellato lo «scalino» creato con la riforma previdenziale, e che penalizza chi andrà in pensione dal primo gennaio 2008. Dopo aver sperimentato la riforma Moratti sulla scuola si dovranno stabilire i punti precisi su cui intervenire. E la legge sul mercato del lavoro andrà ritoccata per evitare alcune esasperazioni del sistema, garantendo insieme alla flessibilità più sicurezza sociale. Non si può seminare nel Paese l’incertezza permanente sul futuro».

Le critiche del centrosinistra: «Quelle leggi vanno prese e stracciate. Ci vogliono proposte alternative»
Ma nel centrosinistra a dare ragione a Rutelli è solo Fabris dell’Udeur e Nicola Rossi. Dagli altri solo critiche. A cominciare dai Ds. «Francamente, non ho capito a che cosa si riferisse Rutelli - afferma Gavino Angius - il 90% delle leggi della CdL va preso e stracciato. Vogliamo parlare delle leggi-vergogna? Dovrebbero essere cancellate dai nostri codici. Vogliamo parlare delle politiche economiche e sociali? Siamo al disastro! Vogliamo parlare della riforma Moratti? È una controriforma!». Di fronte a questo quadro, conclude il presidente dei senatori diessino, «invece di dividerci in dibattiti inutili dobbiamo continuare l’impegno politico di costruire l’unità del centrosinistra».

Certo, osserva Luciano Violante, «bisognerà distinguere e individuare le riforme che andranno cancellate e quelle che andranno profondamente corrette». Ma il problema non è solo questo. «Se si vogliono conquistare i delusi del centrodestra - ragiona il responsabile lavoro della Quercia Cesare Damiano - bisogna fare proposte alternative». E Fabio Mussi, coordinatore del correntone, aggiunge: «I cittadini ci voteranno solo se saremo in grado di rappresentare una chiara e nitida alternativa alla politica, alla cultura e all’ideologia della destra».

Dure critiche da Franco Giordano di Rifondazione: «È veramente paradossale che, mentre la maggioranza perde clamorosamente consensi sulle politiche liberiste in crisi, Rutelli ed alcuni altri esponenti del centrosinistra vorrebbero salvare una parte della legislazione inaccettabile del governo Berlusconi». In questo momento la strada da seguire è tutt’altra: «Per vincere bisogna essere in sintonia con la società più avanzata, nettamente alternativi a Berlusconi sul liberismo e sulle guerre. Anche per questo abbiamo chiesto un confronto programmatico, da aprirsi nell’immediato, con tutte le forze disponibili a rinnovare la società italiana».

Un tavolo programmatico viene invocato anche dai Verdi. E Pecoraro Scanio invoca l’interevento di Romano Prodi, «perchè proposte come quella di Rutelli, che prevedono di mantenere leggi indecenti come quelle del centrodestra, vanno nettamente bocciate».

Per il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Di liberto, «Rutelli dice che bisogna sperimentare alcune riforme della destra. Ma si tratta di un esperimento di genocidio perchè se si attueranno la riforma della scuola e la legge Biagi un paio di milioni di cittadini verranno consegnati alla macelleria sociale. Quelle riforme vanno abrogate».

Critiche infine anche dalla stessa Margherita. Per il prodiano Franco Monaco, Ieri, alla direzione nazionale di Margherita, abbiamo chiesto invano di fare il punto sulla situazione politica. Del resto, era punto previsto dall’ordine del giorno e comunque era cosa naturale e doverosa dopo le discussioni seguite all’assemblea di Rocca di Papa, dopo la proposta di Prodi sulle primarie, dopo l’avvio incerto della nostra presenza nell’Europarlamento. Invertendo l’ordine del giorno, ci si è occupati solo di tesseramento. Oggi, in un’intervista al Corriere della Sera rilasciata evidentemente nella stessa giornata di ieri, Rutelli formula giudizi e orientamenti di particolare rilievo che avrebbero meritato di essere discussi». Ma «un partito degno di questo nome si costituisce e cresce solo se gli orientamenti politici sono discussi e decisi
dentro i suoi organi».

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