Home > SCIOPERO GENERALE 26 MARZO
UNO SCIOPERO A METÀ
UNA PIATTAFORMA DI OMISSIONI E CEDIMENTI
dichiarazione di Luciano Muhlbauer
(Segreteria nazionale SinCobas)
Lo sciopero generale di 4 ore proclamato da Cgil, Cisl e Uil per il 26 marzo è debole nella sua articolazione oraria e costituisce un sostanziale arretramento sul piano della piattaforma. È difficile vedervi senso e prospettiva, se non quello della celebrazione del rientro nei ranghi da parte della Cgil.
Quattro ore di sciopero non servono per fermare un governo, che ha immediatamente ribadito che il taglio delle pensioni si farà comunque e che in Parlamento può contare sull’incredibile mano tesa da parte di Margherita e DS.
Una piattaforma che raccoglie e sintetizza il cambiamento di linea avviato dalla Cgil negli ultimi mesi. Sull’altare dell’unità con la Cisl a tutti i costi sono stati sacrificati prima i tranvieri, poi l’opposizione alla legge 30 con la firma dell’accordo sui contratti di inserimento e, infine, la difesa del contratto nazionale con l’accordo sulla regionalizzazione dei contratti per le imprese artigiane.
Il Ministro Maroni fa bene a sorridere. La piattaforma propone un improbabile ritorno al passato, a quel sistema concertativo che ha già fallito nella pratica con l’impoverimento di milioni di lavoratori. E la piattaforma confederale nulla dice sulla legge 30, concede nuovi spazi allo smantellamento del contratto nazionale e ripropone ostinatamente la “politica dei redditi”.
Occorre sì lo sciopero generale per contrastare l’ingiustificato taglio delle pensioni ed il sempre più esteso e preoccupante peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori. Ma non lo si fa con uno sciopero a metà e con una piattaforma in cui brillano le omissioni ed i cedimenti.
Ufficio Stampa Sincobas
Milano, 11 marzo 2004