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SECONDO I MEDICI SENZA FRONTIERE ALCUNI CENTRI PER CHI E’ DA RIMPATRIARE SONO IN CONDIZIONI PRECARIE
Publie le martedì 27 gennaio 2004 par Open-PublishingACCOGLIENZA IN ORDINE SPARSO
Il sistema dei Centri di permanenza temporanea (Cpt) per i cittadini stranieri delineato dalla
legge Turco-Napolitano del 1998, e sostanzialmente confermato dalla Bossi-Fini del 2002, è da
rivedere. L’insuccesso riguarda sia il pieno rispetto dei diritti umani sia l’efficacia nella gestione
degli immigrati irregolari. L’allarme è contenuto in un rapporto curato dall’associazione
umanitaria internazionale Medici senza frontiere (Msf) che sarà presentato domani alla commissione per i
Diritti umani del Senato.
Le èquipes di Msf hanno visitato tutti i Cpt presenti sul territorio nazionale e alcuni "centri
ibridi" (così detti Centri di identificazione), per un totale di 16 strutture. L’associazione ha
svolto il monitoraggio grazie a una speciale autorizzazione del ministero dell’Interno.
«Prima di noi
– sottolinea Loris De Filippi, responsabile dei progetti di Msf in Italia - nessuna organizzazione
indipendente aveva avuto accesso ai centri e, in alcuni casi, anche i rappresentanti delle
istituzioni sono stati tenuti al di fuori. E’ ora di garantire più trasparenza al sistema, anche
attraverso l’istituzione di un’Authority indipendente».
Strutture inadeguate, rari contatti con il Servizio sanitario nazionale, assistenza legale e
psicologica scarsa o inesistente, somministrazione di psicofarmaci non sempre dovuta, interventi delle
Forze dell’ordine che talvolta vanno oltre i casi previsti dalla legge: sono le principali
violazioni riscontrate dall’organizzazione vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1999.
Questo
insieme di carenze accomuna tutti i Cpt, nonostante la profonda disomogeneità che caratterizza la
gestione dei singoli centri.
I CPT. Nati per ospitare temporaneamente (al massimo per 60 giorni) gli immigrati irregolari da
identificare per il rimpatrio, i Cpt - secondo Medici senza frontiere - si sono trasformati in
strutture dalle condizioni precarie. In ambienti spesso inadeguati vivono, senza alcuna distinzione,
persone responsabili del solo illecito amministrativo di essere entrate in Italia senza permesso di
soggiorno, immigrati che hanno commesso reati, stranieri che chiedono il diritto di asilo e che,
secondo le Convenzioni internazionali, dovrebbero godere di altro trattamento.
LA PROVENIENZA DEGLI STRANIERI. In media, il 60% degli ospiti dei Cpt proviene dal carcere.
L’inefficienza di questo sistema - afferma il rapporto di Msf - assume i tratti dell’ingiustizia, visto
che non raramente gli immigrati che dal penitenziario vengono trasferiti nei Cpt hanno già
scontato la pena. I 60 giorni nel Cpt rischiano di diventare, così, un’estensione del periodo di
detenzione. Un sistema che, insomma, presenta punti deboli e anomalie, come confermano i casi di persone
che, contrariamente alla legge, anziché essere rimpatriate allo scadere dei 60 giorni, si sono
trovate a "scontare" reiterati soggiorni nei Cpt.
LE INEFFICIENZE. Questo quadro di «inefficienze» accomuna tutti i Centri, ma dal punto di vista
delle strutture e dei servizi la foto scattata da Medici senza frontiere mostra situazioni
eterogenee. Trapani, Lamezia Terme e Torino ospitano gli stranieri in strutture inadeguate o in container
con spazi ridotti, tanto che per queste tre strutture Msf chiede la chiusura. Va, però, tenuto
conto che, negli ultimi mesi, in alcuni casi sono stati effettuati interventi di adeguamento. A
Modena, Milano e Bologna i Cpt sono nuovi o ristrutturati e offrono ambienti più dignitosi.
Eppure, rileva il rapporto, la migliore qualità abitativa non ha sempre effetti positivi per
alleviare il disagio degli ospiti: infatti, secondo Msf, non mancano atti di autolesionismo. In queste
occasioni, capita che il personale sanitario presente nei centri si limiti a curare le ferite
senza rivolgersi ai centri di salute mentale del Ssn. Spesso vengono somministrati psicofarmaci senza
una consulenza psichiatrica.
«Il monitoraggio - afferma De Filippi si è concluso nell’ottobre del 2003: da allora alcune cose
sono cambiate, ma occorre fare molto di più».
Da "IlSole24Ore"