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IL VIDEO DELLA LIBERAZIONE
di red
L’annuncio arriva poco dopo le 17.30 dagli schermi della tv satellitare al Jazira:
le due Simone sono state liberate. Affidate all’incaricato d’affari italiano,
dopo una breve sosta all’ospedale della Croce Rossa, si sono dirette all’aeroporto.
Sono già in volo per l’Italia. Arriveranno verso mezzanotte all’aeroporto militare
di Ciampino. Liberati insieme a loro anche i due ostaggi iracheni: Manhaz e Ra’ad.
I quattro sono stati incappucciati e rilasciate in tre luoghi diversi. Pare che
siano stati attivati 16 diversi canali per tentare di salvarle. E Berlusconi
ha detto che avevano anche messo in programma la possibilità di un blitz.
Ancora al Jazira, verso le 19.30, mostra il video delle due ragazze dopo la liberazione. In piedi, la testa coperta da un velo nero, si scoprono il volto e sorridono. Con loro il commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli. Secondo l’inviato della Rai Nucci, Scelli è atterrato a Baghdad alle 7 di stamattina ora italiana. E domani sono attesi in Italia, a bordo un aereo della Croce Rossa, 15 iracheni malati non sono curabili in Iraq. Sarebbero parte dello scambio per la liberazione delle due volontarie della Ong italiana.
La famiglia di Simona Torretta ha appreso la notizia dalla televisione. Poco prima dell’annuncio in tv le famiglie erano state preavverite dal prefetto e poi hanno ricevuto una telefonata di conferma dal governo. I familiari sia a Rimini che a Roma si affacciano ai balconi, salutano, commossi la piccola folla di reporter. Si abbracciano.
A Roma centinaia di persone si sono radunata attorno alle sette di sera sotto la sede di Un ponte per... a piazza Vittorio. Una festa spontanea, nella quale i volontari dell’associazione dall’interno del palazzo tramite altoparlante hanno ringraziato tutte le persone che in questi giorni hanno chiesto la liberazione delle due ragazze.
Un riscatto da un milione di dollari
Un milione di dollari: questo, secondo le indiscrezioni del pomeriggio sarebbe il riscatto pagato ai rapitori per liberare le due volontarie di Un Ponte per.... A rivelarlo in questo caso è il quotidiano di Kuwait City Al-Rai al-Aam, che cita fonti «molto vicine alle fazioni islamiche», che già parlavano di un «esito felice» della vicenda di Simona Torretta e Simona Pari. Il giornale rivela che i rapitori hanno ricevuto lunedì 500.000 dollari e che il resto della somma sarà consegnata da un mediatore oggi, cioè martedì. Palazzo Chigi e Farnesina dicono che i particolari del rilascio saranno spiegati poi.
Ieri gli 007 Usa avevano annunciato di aver "captato" una voce "proviene" dal triangolo sunnita - dove si ritiene siano state portate Simona Pari e Simona Torretta dopo il sequestro in pieno centro a Baghdad - attraverso un sistema chiamato "Sigint", che ha permesso di isolare la voce di una donna occidentale sullo sfondo di una conversazione. In realtà la notizia della liberazione, secondo le notizie di oggi, sarebbe arrivata almeno ieri pomeriggio, visto che il commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli si è imbarcato per Baghdad alle 17,05 ora italiana. Almeno secondo quanto appreso dall’inviato della Rai.
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=38057
Messaggi
1. > SIMONA E SIMONA SONO LIBERE, 1 ottobre 2004, 16:11
C’è riscatto e riscatto, e certo questa volta sono stati soldi ben spesi.
Se è vero quello che si va dicendo, un milione di dollari per Simona&Simona, niente di male per nessuno, e pazienza se Spagna e Francia storcono il naso.
Persino Gino Strada è stato zitto, mentre lo scorso 10 giugno, dopo la liberazione di Stefio, Cupertino e Agliana denunciava loschi pagamenti dalle pagine de l’Unità. Interrogato dal Magistrato e ascoltato da molti, scanddalizzati dall’ipotesi denaro in cambio di vita: Furio Colombo inorridiva al sospetto di operazioni economiche", scriveva di Maurizio Scelli tutto il male possibile, accusava il governo di menzogne spudorate. Adesso invece la liberazione delle due ragazze è per l’Unità "la prima vittoria italiana in Iraq", e per Furio Colombo "un gesto bene organizzato e ben condotto di umanità e di intelligence".
L’altroieri sulla Repubblica Giuseppe D’Avanzo scriveva "il riscatto è stato pagato e non c’è da vergognarsene".
Giustissimo. Però a metà giugno D’avanzo la pensava diversamente "quello che ci è stato detto finora sta in piedi come un sacco vuoto", sriveva, "la faccenda si fa seria per il governo perchè quegli interrogativi - è stato pagato un riscatto? gli ostaggi potevano tornare a casa anche prima della vigilia elettorale? - acquistano una maggior consistenza di un pregiudizio politico ideologico".
Adesso non c’è nemmeno più il pregiudizio politico-ideologico, e non ci sarà l’iterrogazione Parlamentare di Pietro Folena, quella per costringere il governo "a dire finalmente tutta la verità sugli ex-ostaggi" e non ci saranno le indignate dichiarazioni di Marco Minniti. O l’allarme di Pecoraro Scanio.
Forse il riscatto è stato sdoganato.