Home > SOTTO PROCESSO!
23.01.04 - Tutti rinviati a giudizio: si conclude così la prima fase di una vicenda drammatica, di una battaglia contro i CPT e la Legge Bossi-Fini iniziata diversi mesi fa; i rinviati a giudizio sono: Don Cesare Lodeserto che gestisce per conto della Curia leccese il Centro di Permanenza Temporanea "Regina Pacis", a pochi kilometri da Lecce; 5 suoi collaboratori e 11 carabinieri.
Tutti imputati di violenza, maltrattamenti e comportamento razzista per aver costretto con la violenza alcuni immigrati maghrebini a mangiare carne di maiale durante il Ramadan.
I fatti risalgono a metà novembre del 2002: tra il 22 e il 23 novembre diversi immigrati maghrebini fuggono dal Regina Pacis, vengono ripresi quasi subito, dopo una spietata caccia all’uomo, e pestati. Quando il 30 novembre 2002, nel corso di una manifestazione contro i CPT, una delegazione dei manifestanti entra dentro il Centro, Dino Frisullo che fa parte della delegazione intuisce immediatamente cosa è accaduto e all’uscita denuncia, insieme con l’On.
Bulgarelli e gli altri componenti della delegazione, di aver trovato gente ferita, pestata, con fratture e lussazioni non curate.
Parte così prima la denuncia da parte del Lecce Social Forum e poi a dicembre quella dei ragazzi maghrebini.
Le reazione della città, o meglio della sua classe politica sono di indignazione contro coloro che avevano osato mettere in dubbio l’opera di accoglienza e di cristiana carità svolta dal Centro: da Destra e da Sinistra, con l’eccezione di Rifondazione Comunista, dei Verdi e della Sinistra DS, si leva unanime il coro di solidarietà, gli apprezzamenti, gli attestati di stima nei confronti di chi gestisce il Centro "Regina Pacis" messo così irresponsabilmente e in maniera criminale sotto accusa dai c.d. no-global.
La retorica della solidarietà e dell’accoglienza viene dispiegata tutta, utilizzando voci ’autorevoli’ per mascherare quello che non è niente altro che un BUSINESS, mentre i Manager della Carità assumono l’aureola di martiri..
Il Lecce Social Forum e chi lo sostiene viene costantemente criminalizzato e politicamente isolato: Nessuno può osare sfidare quello che è un grande centro di potere e contemporaneamente pochi si schierano contro quello che è un sostanzioso business.
Ma l’iniziativa giudiziaria, grazie al grande coraggio della P.M. Carolina Elia, va avanti. Ascolta le testimonianze, effettua i riconoscimenti, raccoglie tutte le prove e chiede il rinvio a giudizio per i protagonisti del pestaggio.
Oggi il giudice ha respinto la richiesta degli imputati di archiviazione ed ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, accogliendo la richiesta della P.M.
Il 13 maggio 2004 inizierà il processo: un’altra tappa di questa battaglia contro i CPT, per la chiusura di questi luoghi dove il diritto è negato, dove chi vi è rinchiuso sta scontando la sua sola colpa di essere un esubero di una umanità sempre più immiserita, sfruttata, martoriata dalle guerre.
Un luogo, che per sua natura e a volte, come nel nostro caso, anche per colpa di chi lo gestisce, genera violenza , disperazione, autolesionismo.
Luoghi di sospensione del diritto che, nel caso del "Regina Pacis", sono addirittura gestiti dalla Chiesa che, con grande fariseismo, a Lecce, critica la Bossi Fini ma della legge si prende i soldi potendo contare su un apparato ideologico/informativo capace di propagandare l’idea che tutto ciò è solo e solamente CARITA’ CRISTIANA.
Ci auguriamo che, a partire dal processo, inizi un’opera di disvelamento di questi apparati repressivi gestiti sotto l’etichetta della dottrina cristiana, per conto di Bossi, Fini e Mantovano e con i soldi dei cittadini italiani.
http://www.triburibelli.org/sito/modules/news/article.php?storyid=825