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Sadr: no all’ultimatum. Najaf in fiamme

Publie le giovedì 19 agosto 2004 par Open-Publishing

Il leader sciita: "Moriremo come martiri". Violenti combattimenti nella città santa. Aerei Usa bombardano hotel Doha

A Najaf la situazione torna a farsi drammatica, dato e non concesso che le fragili tregue dei giorni scorsi potessero preludere a un cessate il fuoco più duraturo. I miliziani fedeli al leader sciita Moqtada al Sadr sono ora stretti d’assedio nel mausoleo dell’imam Alì, nel cuore della città santa, intorno al quale sono in corso violenti combattimenti. Il portavoce di al Sadr, Ali Smeisim ha detto ai giornalisti che il ministro iracheno Kassem Daoud, che stamane ha lanciato l’ultimatum imponendo la resa, non ha niente a che vedere con la missione di pace della Comferenza Nazionale. "Non fa parte dei negoziati - ha detto - se c’é un complotto americano orchestrato dal segretario alla difesa Donald Rumsfeld e gli agenti americani ne sono gli esecutori, allora saremo felici di morire come martiri di questa nazione"..

Offensiva Usa a Baghdad

Anche nella capitale Baghdad le truppe statunitensi continuano la loro offensiva contro i seguaci di Moqtada al Sadr. I soldati Usa hanno ucciso, nelle ultime 24 ore, oltre 50 miliziani sciiti nel quartiere periferico di Sadr City, considerato una roccaforte dei fedelissimi del leader religioso radicale. Fonti dell’esercito americano hanno riferito che si è trattato di un’operazione massiccia: i marines, appoggiati da carriarmati e da veicoli di combattimento Bradley, sono penetrati per circa due chilometri e mezzo nel sobborgo povero e sovraffollato a maggioranza sciita, nel quale vivono circa due milioni di persone. Un ufficiale statunitense ha riferito che le forze alleate hanno incontrato solo una resistenza sporadica e hanno ucciso poco più di una cinquantina di cecchini che tentavano di fermare l’avanzata. Manca al momento una conferma da fonte civile del bilancio dell’operazione.

Ultimatum alle forze americane per la vita del giornalista rapito

I rapitori del giornalista americano Micah Garen concedono 48 ore di tempo alle forze americane per ritirarsi dalla città di Najaf: se i soldati non ripiegheranno l’ostaggio morirà. E’ questo il contenuto del messaggio recapitato alla tv araba Al-Jazeera dal cosiddetto gruppo delle "Brigate dei Martiri", che affermano di tenere prigioniero il cittadino Usa rapito a Nassiriya la scorsa settimana. Il messaggio è stato trasmesso stamane dalla televisione satellitare del Qatar. Nel video si vede un uomo bendato, con i baffi e inginocchiato di fronte a cinque guerriglieri incappucciati e armati. Il video non ha un proprio sonoro ma lo speaker televisivo ha spiegato che si tratta di Micah Garen e che il gruppo che lo aveva sequestrato afferma di chiamarsi "Brigate dei Martiri". Garen, un giornalista americano specializzato in reportage archeologici e responsabile dell’agenzia "Four Corners Media" con base a New York, era stato rapito nel mercato di Nassiryia, alcuni giorni dopo aver lasciato la base militare italiana nella città per motivi ancora non del tutto chiari.

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