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Sardegna, la rivolta dei sindaci del Polo

Publie le giovedì 12 agosto 2004 par Open-Publishing

Si annunciano ricorsi al Tar. Il governatore: il blocco della devastazione cementizia è un punto fermo del nostro programma

La destra contro Soru: illegittimo il divieto
di costruzione sulla costa

di AUGUSTO DITEL

CAGLIARI - Alt a Costa Turchese, il borgo turistico a cinque stelle che una società che fa capo a Marina Berlusconi vorrebbe costruire a sud di Olbia, sempre che la figlia del premier non decida di vendere, come si mormora da un mese a questa parte. Alt alla trasformazione della Costa Smeralda progettata da Tom Barrack, il nuovo padrone del paradiso creato quarant’anni fa dall’Aga Khan. Alt a un altro milioni di metri cubi da spalmare in tutta la Sardegna secondo le lottizzazioni sul mare presentate nella zona di Cagliari (Chia Teulada, Villasiumius) sulla costa di Oristano (Is Arenas), a Bosa (costa occidentale) e a Monti Russu, ad Aglientu, in Gallura. Alt a tutto ciò che insiste sulla fascia dei due chilometri dal mare. In definitiva alt al far west urbanistico di un’isola che ha bisogno di un unico strumento di pianificazione del proprio territorio.

Il decretone salva coste varato l’altro ieri sera dalla giunta regionale sarda guidata da Renato Soru è un deciso colpo di mannaia alla sciagurata ipotesi di "città lineare" più volte denunciata dalle associazioni ambientaliste (che oggi esultano) sugli oltre duemila chilometri di coste della Sardegna "l’avevamo detto in campagna elettorale - dice Soru - che una delle priorità riguardava la tutela ambientale e la gente ci ha votato anche per questo rigore annunciato nel programma di governo. In Sardegna c’è un vuoto legislativo conseguente alla bocciatura dei piani territoriali paesistici (Ptp) e molti comuni con la caduta dei vincoli hanno raddoppiato le volumetrie mentre altri hanno adottato il piano urbanistico comunale con le regole previste dai Ptp. Perché dovevamo premiare i comuni inadempienti e punire quelli che invece si erano adeguati alla normativa di tutela?".

Su Renato Soru e l’esecutivo regionale si sono abbattuti gli strali dei sindaci, pronti a ricorrere al Tar contro un provvedimento che considerano illegittimo. "Su un argomento così delicato - osserva Settimo Nizzi (Forza Italia), primo cittadino di Olbia non dovevano decidere in pochi: questa è materia che deve essere affrontata dal consiglio regionale. Noi adotteremo il Puc e ci opporremo con tutti i mezzi a una decisione che arreca danni gravissimi all’economia sarda". Di segno opposto il giudizio del sindaco di Villasimius Salvatore Sanna (Ds). "La giunta ha fatto bene a introdurre una norma di salvaguardia in attesa che la Sardegna si doti di un unico piano paesistico che assicuri la certezza del diritto a chi intende investire nel campo turistico e dunque a tutti i cittadini. E’ un provvedimento a tempo che mette fine a un’anarchia urbanistica non più tollerabile".

Di "provvedimento inutile che troverà molti contrasti in consiglio regionale" ha parlato Marco Tedde, sindaco forzista di Alghero affollata città turistica della costa nordoccidentale dell’isola. Anche l’ex capogruppo della Margherita alla Camera Antonello Soro (segretario regionale della Margherita, il partito che esprime l’assessore all’urbanistica) prende lo spunto per replicare al centrodestra che a caldo aveva ironizzato sulla "eccessiva fretta di Soru" nel varare un atto così drastico. "E’ incomprensibile - dice Soru - il coro di affannate proteste da parte delle opposizioni in consiglio regionale come se ci trovassimo di fronte a un imprevedibile colpo di mano. Il blocco della devastazione cementizia nelle coste sarde costituisce uno dei punti più espliciti del nostro programma di governo e risponde alla nostra idea di Sardegna e al nostro progetto di economia turistica".

http://www.repubblica.it/2004/h/sezioni/cronaca/rivoltsardegna/rivoltsardegna/rivoltsardegna.html