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Se i diritti umani affogano nel sangue

Publie le mercoledì 4 febbraio 2004 par Open-Publishing

Al Cargo di Voltri la mostra fotografica di Laura Benzi

I quotidiani dei giorni del G8 genovese, le riprese video del massacro
di Sabra e Chatila, gli scatti fotografici che testimoniano la
negazione dei diritti umani nel mondo. Nasce da una rielaborazione
artistica del patrimonio informativo su alcuni tragici momenti della
nostra storia recente la mostra Genova Emergenze di Laura Benzi,
aperta al Teatro Cargo di Voltri fino al prossimo 23 aprile.

Allestita in contemporanea alla rassegna teatrale omonima, che
comprende tre spettacoli di forte impatto emotivo - Appesa a un filo,
vita e morte di Ulrike Meinhof, già andato in scena, Genova 01 di
Fausto Paravidino, previsto dal 25 al 27 febbraio, e Quattro ore a
Chatila di Genet, che chiuderà la serie - e nata durante la
preparazione di questi lavori, la mostra della scenografa e costumista
genovese colpisce per il messaggio forte e univoco che l’informa, pur
espresso con mezzi diversi e in tempi separati. Uguale è il sangue
sparso dalle vittime dell’arroganza del potere, dai 3000 fra morti e
desaparecidos palestinesi e libanesi alle esecuzioni in Cina, Stati
Uniti, Sudamerica a Carlo Giuliani ucciso in piazza Alimonda.

I cinque pannelli dove le prime pagine sul G8 sono assemblate a
collage e poi rese irriconoscibili da tagli, cancellature, gocce rosse
«di sangue fresco, che potrebbe anche essere quello versato in questo
momento da un sudafricano ammazzato in strada - dice Laura Benzi -
esprimono l’enorme distanza fra quello che abbiamo visto e vissuto in
quei giorni e le notizie diffuse dai mezzi di comunicazione». E quel
mondo spiaccicato come un’arancia contro il muro, che è diventato
anche copertina di un libro, "ci dà la misura di quanto il G8 sia
stato soltanto un’altra occasione sprecata".

Nel video di undici minuti nato per accompagnare la pièce di Genet e
poi divenuto autonomo, gli spezzoni dei documentari dell’epoca sono
sovrapposti e rimontati in flash ossessivi "che ritornano sui carri
armati e i campi delimitati dal filo spinato, che ripropongono le
reazioni scomposte all’indomani di Sabra e Chatila". Infine, quelle
venti foto in bianco e nero, excursus agghiacciante nel tempo e lungo
i cinque continenti, che ritraggono vittime famose della storia, da
Biko, al Che a Zapata, oppure sconosciute della sedia elettrica e
della baionetta, morti ammazzati in mezzo alle foreste o nelle strade.

A chiudere le fotografie scattate dagli allievi del corso tenuto
l’anno scorso al Cargo da Alberto Terrile.

http://www.ilsecoloxix.it/Secolo_notizia01OK.asp?IDNotizia=160437&IDCategor=ia=603