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"Siamo spiacenti dell’attesa ma è in corso un’agitazione dei lavoratori ..."
Publie le venerdì 23 gennaio 2004 par Open-PublishingSETTORE COMUNICAZIONI
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"Siamo spiacenti dell’attesa ma è in corso un’agitazione dei lavoratori ..."
Sarà questa la fonia che ascolterete come utenti, nei prossimi giorni, contattando il 119, il "servizio clienti"della Tim s.p.a.
Siamo migliaia di lavoratori e lavoratrici che lavorano in condizioni precarie, la maggior parte senza un contratto e quindi senza diritti. I pochi di noi rimasti con un contratto a tempo pieno e indeterminato si vedono vessati da nuovi turni di lavoro, applicati dall’azienda in maniera arbitraria e unilaterale, che rendono pressoché impossibile avere una vita privata e che poco hanno a che vedere con il miglioramento del servizio. I part-time non vengono passati a tempo pieno perché ovviamente sono più convenienti per l’azienda i precari a co.co.co o simili.
Perché cari utenti, ad oggi, nessuna società gestisce un call center per rendere un servizio alla "clientela", bensì solo allo scopo di massimizzare i propri profitti. Se tanti anni fa il nostro lavoro doveva essere (per lo meno salvavano la faccia!!!) improntato "alla soddisfazione del cliente", oggi è solo ed esclusivamente improntato "alla soddisfazione delle loro statistiche", "dei loro obiettivi", che tanti bei premi di produzione procurano ai nostri responsabili.
Spesso non ci vengono forniti gli strumenti per poter tutelare adeguatamente i diritti di comunicazione degli utenti, mentre l’azienda ci richiede di vendere servizi. I diritti degli utenti vengono ricordati solo ed esclusivamente quando dobbiamo essere precettati, laddove sono per prime le aziende di telecomunicazioni che non forniscono un servizio di qualità all’utenza. Ma non solo. Se sei un utente "povero", ovvero spendi poco al telefono, avrai a disposizione un operatore co.co.co di Atesia, che costa poco all’azienda e che ovviamente, lavorando a chiamata, non potrà fornirti il servizio che richiedi. Se sei invece un utente un po’ "spendente", potrai avere la fortuna di parlare con un lavoratore garantito, che sarà sempre comunque stressato dai tempi che deve raggiungere per l’azienda e dalle vendite che deve portarle a fine giornata ...
Adesso, se lavora a tempo pieno, sarà anche stressato dall’idea di non poter aver più una sua propria vita personale.
Parliamo di un’azienda "leader" nei profitti, fatti evidentemente sulla pelle dei lavoratori e degli utenti.
Noi siamo stanchi e pensiamo che difendere i diritti sia di noi lavoratori "garantiti", che di quelli precari, equivale a difendere anche quelli vostri di utenti o, se volete, di ... lavoratori come noi.
p.s. un saluto agli autoferrotranvieri in lotta