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Siria/armi chimiche dei ribelli, i media sapevano
par Franco Fracassi
Publie le venerdì 4 ottobre 2013 par Franco Fracassi - Open-PublishingI giornali e le tv fin dai primi giorni di settembre erano informati sul fatto che la strage del 21 agosto non era stata compiuta da Assad. Ma tutti hanno taciuto.
Nessuno ha il coraggio di raccontarlo con chiarezza, ma l’attacco alla Siria che stava per essere lanciato dagli Stati Uniti e da alcuni Stati sui alleati sulla base dell’accusa nei confronti del governo Assad di aver usato armi chimiche era frutto di un’informazione menzognera. La bugia non riguardava il possesso di armi chimiche da parte del governo siriano, bensì le reali responsabilità dell’uccisione di centinaia di civili causato da armi chimiche. Non fu Damasco a sganciarle, ma la guerriglia anti governativa, quella protetta, finanziata e armata dall’Occidente.
La notizia era stata riportata dalla principale agenzia di stampa internazionale (Associated Press). Ma non era sufficiente per i media. La figuraccia per l’Amministrazione Obama sarebbe stata troppo grande per poter rilanciare l’intervista che i ribelli siriani della regione di Ghuta avevano rilasciato alla giornalista Dale Gavlak. E così, l’informazione è stata messa da parte, dimenticata.
A far finalmente dire la verità ai principali media non è valsa nemmeno la dichiarazione del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: «L’attacco chimico a Ghuta non è stato altro che una provocazione dei ribelli al governo di Assad». Ma si sa, i russi sono dalla parte sbagliata. Loro sono i cattivi.
È anche accaduto che Carla Del Ponte, ex procuratore del Tribunale penale internazionale dell’Aja ed oggi membro della commissione Onu sulle violazioni dei diritti umani in Siria, rilasciasse una breve intervista a "La Repubblica" in cui gettava alcuni sospetti: «Sull’uso delle armi chimiche in Siria ci sono indizi anche a carico dei ribelli». Il quotidiano dava rilievo all’intervista. Ma, poi, non dava seguito ai sospetti, non indagava oltre, non andava a riprendere il lancio dell’Associated Press.
Insomma, quello dell’uso di armi chimiche in Siria e del quasi conflitto internazionale conseguenza di quel crimine è stata l’ennesima truffa mediatica a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Molti potranno pensare che il fine a cui si è giunti, ovvero il disarmo chimico da parte del governo di Damasco, possa giustificare la bugia raccontata. Noi di Popoff pensiamo, invece, che i media debbano raccontare la verità, sempre, e che siano i cittadini a dover decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato e da che parte schierarsi. Scelta che potrà essere reale solo in presenza di informazioni complete e veritiere. Perché solo la verità rende liberi.
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