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Sofri: la Procura generale di Milano dice «no» alla grazia
Publie le venerdì 6 agosto 2004 par Open-Publishingdi red.
Negativo. Questo il parere - analogo a quello fornito per Bompressi - della Procura generale di Milano sulla concessione della grazia per Adriano Sofri. Il parere è stato elaborato dal sostituto procuratore generale Maria Elena Visconti dopo un consulto con il capo dell’ufficio, il procuratore generale Mario Blandini. La decisione è stata depositata venerdì mattina in cancelleria.
L’atto della Procura di Milano è tecnico e non vincolante e parte dal fatto che Sofri non ha personalmente chiesto il beneficio, in quanto da sempre sostiene di non avere responsabilità nell’omicidio del commissario di pubblica sicurezza Luigi Calabresi e di non essere quindi colpevole del delitto per il quale fu condannato a 22 anni di reclusione. Il parere, tuttavia, ha un certo peso.
A questo punto - così impone l’iter giudiziario - il documento sarà trasmesso al giudice di sorveglianza di Pisa, incaricato di effettuare l’istruttoria. Procura di Milano e giudice di sorveglianza di Pisa hanno la competenza sul caso perché l’omicidio Calabresi, avvenuto nel 1972 e per il quale Sofri è ritenuto responsabile, avvenne a Milano e perché l’ex leader di Lotta Continua è detenuto nel carcere pisano. I documenti verranno trasmessi successivamente al ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli.
Proprio il ministro della Giustizia aveva avviato l’istruttoria, dopo che il capo dello Stato aveva chiesto di "riaprire" il caso, indirizzandogli una lettera. La questione aveva provocato un vespaio di polemiche. Il ministro della Giustizia, si sa, è sempre stato contrario alla concessione della grazia e non ha mai fatto nulla per nasconderlo. «Non ritengo di dare la grazia a Sofri perché sarebbe una ingiustizia nei confronti di decine di altri detenuti che stanno nelle sue stesse condizioni», aveva detto Castelli anche dopo aver ricevuto la sollecitazione del Quirinale. Sono le stesse ragioni sostenute dal partito del no alla grazia, che vanta in An la sua più agguerrita componente. Nel febbraio scorso in Parlamento si era consumato un veemente scontro sulla discussione del progetto di legge presentato dal verde Marco Boato, progetto che assegnava al Presidente della Repubblica la competenza esclusiva della concessione di grazia, limitando gli effetti della controfirma ministeriale, in assenza della quale, si può parlare di vero e proprio potere di veto nei confronti della volontà del Quirinale. Il progetto era stato poi affossato. Ma il deputato di An, Ignazio La Russa, aveva pesantemente criticato il partito alleato di Forza Italia, che per buona parte non si opponeva alla grazia. Proprio Berlusconi, infatti, era intervenuto sulle colonne del giornale di famiglia, Il Foglio, per esprimere - e assumere le posizioni del direttore, Giuliano Ferrara, amico di Sofri e membro del "partito per la grazia" - il suo giudizio favorevole sull’eventuale provvedimento. Erano anche i tempi dello sciopero della sete di Pannella, poi sospeso in seguito alle rassicurazioni di Berlusconi.
Lo stesso Pannella si è espresso ora sul parere negativo fornito dalla Procura di Milano: «Nessuna sorpresa, non è un evento», ha dichiarato il leader radicale. Che però aggiunge: «Se davvero il motivo addotto è la mancanza di una richiesta formale della concessione del beneficio da parte di Sofri, dico che la motivazione è ridicola. C’è una legge del 1989 che prevede in certi casi la concessione della grazia anche senza la presentazione di una richiesta formale da parte di chi ne dovrebbe beneficiare». Questo "cavillo" potrebbe innescare un nuovo valzer di polemiche.
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