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Solo i codardi cancellano le elezioni

Publie le mercoledì 4 agosto 2004 par Open-Publishing

di William Rivers Pitt da dissidentvoice.org

Solo un dichiarato stato di emergenza può far rinviare un’elezione nazionale, e solo il Presidente può dichiarare un stato di emergenza nazionale. Bush e la sua gente possono giocare sulle paure del popolo, portandole avanti per sopprimere l’affluenza dei votanti.

Negli ultimi giorni, una serie di palloncini pubblicitari sono stati lanciati, per l’esattezza dal segretario per la Sicurezza Interna Tom Ridge, per cancellare o posporre l’elezione nazionale a causa di un attacco terroristico. De Forest B. Soaries Jr., presidente nominato da Bush della Neo Commissione per il Sostegno alle Elezioni, ha passato la palla a Ridge scrivendogli una lettera in cui invita Ridge a chiedere al Congresso la facoltà di rinviare le elezioni di novembre in caso di attacco.

Ci sono diverse matte mischiate in questo mazzo di carte. Il fatto, comunque, è che nessuna elezione nazionale è stata mai cancellata in tutta la storia americana. Questa è una linea che non deve essere interrotta per nessun motivo. Nelle ore più nere della Guerra Civile, quando l’esistenza della nazione venne messa seriamente in dubbio, Abraham Lincoln scrisse : " Non possiamo avere un governo libero senza elezioni ; e se i ribelli ci costringono a rinunciare o a posporre un’elezione nazionale, potranno affermare onestamente di averci conquistato e rovinato."

Qualsiasi cosa succeda, l’inferno o l’acqua alta, dobbiamo imporci di avere le elezioni in novembre. Il voto è l’embrione dell’atto di democrazia. Permettere a qualcuno, per qualsiasi motivo, di deviare o interrompere il processo sacro alla base di questa repubblica sarebbe un’ammissione della assoluta sconfitta finale.

La legge qui è complicata. Il Titolo 3 del Codice Americano si concentra sull’elezione del Presidente. Il Capitolo 1, sezione 1, esige che gli elettori siano nominati "il martedì dopo il primo lunedì di novembre". La sezione 2 afferma che, se gli elettori non possono essere designati per quel preciso giorno, "gli elettori devono essere nominati in un giorno successivo nel modo in cui impone la legislatura di quello Stato". In altre parole nel giorno previsto, 50 legislature saranno responsabili individualmente delle elezioni nel loro stato.

La questione diventa più oscura quando si guarda in faccia la realtà e si vede che l’ordine di cancellare l’elezione nazionale viene dal governo federale. Solo un dichiarato stato di emergenza può far rinviare un’elezione nazionale, e solo il Presidente può dichiarare un stato di emergenza nazionale. Nel corso dell’attuale discussione, la suddetta cancellazione nasce apparentemente sulla scia di un attacco catastrofico. In questo caso, è sicuramente possibile che venga chiamata in gioco l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze.

La FEMA è stata istituita con un Ordine Esecutivo durante l’Amministrazione di Nixon ed è diventata incredibilmente potente durante gli anni di Reagan. In apparenza, la FEMA venne creata per assicurare la continuità di governo nel caso di un attacco nucleare. Gli Ordini Esecutivi degli ultimi 30 anni hanno dato alla FEMA, in concomitanza con una dichiarazione del Presidente dello stato di emergenza nazionale, potere assoluto su tutti i mezzi di trasporto incluse le macchine personali, i camion o i veicoli di ogni tipo, controllo totale delle autostrade, dei porti di mare, degli aeroporti, degli aerei, dei media nazionali, tutto il potere elettronico, gas, petrolio, benzina e minerali insieme alle risorse alimentari e alle fattorie.

In tempo di crisi, la FEMA ha anche potere assoluto su tutte le funzioni sanitarie, educative e di assistenza sociale e può sviluppare piani per stabilire il controllo sui meccanismi di produzione e distribuzione, sui salari, le paghe, i crediti e il flusso di soldi nelle istituzioni finanziarie degli Stati Uniti nel corso di qualsiasi tipo di emergenza nazionale . L’Ordine Esecutivo 11051 dà alla FEMA l’autorità per mettere in atto tutti gli Ordini Esecutivi riconoscendo i poteri summenzionati in caso di crisi. L’Ordine Esecutivo 11310 obbliga il Dipartimento di Giustizia a sostenere tutti i poteri riconosciuti alla FEMA in caso di crisi. L’Ordine Esecutivo 11921 dichiara che quando uno stato di emergenza viene dichiarato dal Presidente, il Congresso non può rivedere l’azione per sei mesi.

Ci sono una quindicina di Ordini Esecutivi che sottolineano i poteri della FEMA, che il presidente può mettere in atto dopo un disastro od un attacco. Molti di loro sono abbastanza vaghi da includere la decisione di cancellare un’elezione nazionale. Se le legislature, secondo il Titolo 3 del Codice Americano, possono partecipare a tutte le elezioni successive, i preparativi dipenderanno dal governo federale che deciderà se farle intervenire. Approvare uno o tutti questi Ordini Esecutivi toglierebbe essenzialmente di mezzo la Costituzione e il Bill of Rights.

Ci sono migliaia di altre domande in questa confusione. Che cosa costituisce uno stato di emergenza? Che tipo di attacco farebbe arrivare a questa decisione? Se fosse un auto bomba, alzerebbe la soglia? Perché un attacco a Boston dovrebbe esigere che il ballottaggio nel West Virginia o nell’Idaho venga cancellato? La minaccia di un attacco è sufficiente per arrivare a una cancellazione? Quest’ ultima domanda porta in primo piano tutta una serie di problemi inquietanti. L’Amministrazione Bush ha politicizzato l’11 settembre e il problema del terrorismo a un livello sbalorditivo. Spesso, gli sviluppi politici imbarazzanti per l’Amministrazione sono stati occultati da avvertimenti opachi e apparentemente infondati sul destino incombente proposti da quelli come Ridge, Ashcroft e Bush stesso.

Questo è l’ultima incalzante questione che l’Amministrazione può usare contro i suoi nemici politici. Bush e la sua gente possono giocare sulle paure del popolo, portandola avanti per sopprimere l’affluenza dei votanti. Se i Democratici sono d’accordo a sentirsi responsabili di una presunta minaccia, perpetueranno lo scenario che li porterà alla sconfitta. Se denunciano questi avvertimenti come manovre politiche, e si dovesse verificare un attacco di qualunque entità, saranno per sempre finiti per la politica americana.

Questa, in sé, è per l’Amministrazione una valida ragione per giocare questa carta fino in fondo, accada quel che accada. Crudele è, e crudele rimane. Il repubblicano Dennis Kucinich dell’Ohio, nella sua corsa alla Casa Bianca quest’anno, ha citato spesso l’inno nazionale nei suoi discorsi. Ha voluto richiamare l’attenzione sul verso che canta "la terra dei liberi e la casa dei coraggiosi". Kucinich ci ha ricordato che i versi non erano solo una pura esigenza poetica, ma libertà e coraggio marciano di pari passo. Non si può avere libertà senza coraggio, non si può avere libertà senza valore.

Siamo Americani. Questo significa due cose. Significa che dobbiamo resistere alle critiche su tutto quello che abbiamo fatto in nostro nome, incluse tutte le azioni nel Medio Oriente e negli altri luoghi che hanno facilitato in primo luogo la nascita del terrorismo internazionale organizzato. Noi cittadini non abbiamo creato questa situazione, sebbene collettivamente come membri di questa repubblica, siamo in definitiva responsabili dell’elezione dei leader che gestiscono la situazione. E’ una pillola amara, la maledizione di questa generazione, ma deve essere ingoiata. Significa anche che non importa quanto queste parole siano state attaccate, abusate, disonorate, diffamate, manipolate e distorte - grazie ad alcuni dei summenzionati leader - i termini "Libertà", e "Coraggio" hanno ancora un valore nell’anima di questa nazione. Dennis Kucinich aveva ragione. La Libertà e il Coraggio sono inseparabili. Uno non può esistere senza l’altro, e vale ancora la pena di vivere per queste parole.

Rifiuta di essere preso in giro da un’Amministrazione che deliberatamente usa la paura per controllare il popolo e vincere le elezioni. Rifiuta anche di aver paura del terrorismo in sè. Rifiuta di permettere al comportamento e alla fede di essere manipolati da gente che usa la morte per colpire la politica. Una volta che ci siamo piegati a questa paura, la vittoria viene assegnata alla morte. Rifiuta di aver paura. Sii Americano, abbraccia la tua libertà e il tuo coraggio, poiché sono le armi della grandezza.

Nessuno stato di emergenza. Niente FEMA. Niente caos costituzionale. Lasciateci rispettare il titolo 3 del Codice Americano e votare in quel martedì di novembre. Lasciatecelo fare perché George W. Bush lo ha detto. Sono rare le persone che lodano Mr. Bush per la sua abilità nel destreggiarsi con le parole e per la sua eloquenza. L’8 novembre 2001, comunque, meno di due mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre, Bush ha parlato davanti al Centro Mondiale dei Congressi di Georgia, ad Atlanta. In quel giorno, disse, "Di fronte a questa grande tragedia, gli Americani rifiutano di dare il potere al terrorismo. La nostra gente ha risposto con coraggio e pietà, calma e ragione, decisone e tenace determinazione. Rifiutiamo di vivere in uno stato di panico o uno stato di rifiuto. C’è una differenza tra stare all’erta ed essere intimiditi, e questa grande nazione non si lascerà mai intimidire".

Queste sono belle parole. Obbediamogli. Rifiutiamo di dare al terrorismo, o a qualunque altro, il potere di metterci così tanta paura da ridurci in polvere. Guardiamo al nostro futuro con coraggio, compassione, calma, ragione, decisione e tenace determinazione, come ha detto Mr. Bush. Non lasciamoci mai intimidire da nessuno, mai. Andiamo a votare.

William Rivers Pitt è l’amministratore delegato di Truthout.org, dove è apparso questo articolo (www.thruthout.org). Scrive sul New York Times ed è autore di tre libri di fama internazionale : War On Iraq, edito da Context Books, The Greatest Sedition is Silence, edito da Pluto Press e Our Flag, too : The Paradox of Patriotism, edito da Context Books. Email : william.pitt@mail.thruthout.org

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