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Sono lager e sono anche inutili. Medici senza frontiere chiede la chiusura di tre Cpt
Publie le martedì 27 gennaio 2004 par Open-PublishingNon sono in grado di svolgere i compiti per i quali sono stati costituiti. Non garantiscono il
rispetto dei diritti, né l’assistenza sanitaria. Violano le procedure per la richiesta dello status
di rifugiato. E ancora: offrono alloggi inadeguati, abusano nella somministrazione di
psicofarmaci, vedono l’ingerenza della polizia nella gestione quotidiana delle attività, sono teatro di
episodi frequenti di autolesionismo. Questa “fotografia” dei Centri di Permanenza Temporanea in Italia,
dove solo tra il luglio 2002 e il luglio 2003 sono state trattenute 16.924 persone, è firmata
Medici senza Frontiere. L’organizzazione umanitaria internazionale ha realizzato un Rapporto teso
proprio ad analizzare, a cinque anni dal suo inizio, il funzionamento del sistema della detenzione
amministrativa e della prima accoglienza.
La conclusione è netta e precisa, scritta nero su bianco: «Il concetto di detenzione
amministrativa, così come intesa dai Cpta (Centri di Permanenza e Assistenza Temporanea), deve necessariamente
andare verso una profonda riforma al fine di cercare alternative ad un modello che nei cinque anni
di funzionamento ha spesso dato prova della sua incapacità e inefficacia nella gestione del
fenomeno della immigrazione irregolare e ha commesso violazioni di procedure e diritti umani». Di più:
ci sono «seri dubbi» sui «presupposti filosofici» che hanno guidato l’istituzione di questo
sistema.
Questo, dunque, il risultato complessivo del monitoraggio che Msf ha compiuto degli 11 Cpt e dei 5
centri ibridi, tra giugno e ottobre 2003, che ha però le sue basi in un lavoro iniziato sui Cpta
pugliesi e siciliani nel 2000. Una denuncia forte alla quale il sottosegretario all’Interno,
Alfredo Mantovano, prova a replicare così: «È un rapporto datato e che va contestualizzato tenendo conto
di due fattori: l’evoluzione dei Cpt dalla nascita ad oggi, e il confronto con gli altri Stati
europei».
Secondo Msf tre sono i centri che dovrebbero essere immediatamente chiusi: quello di Torino, nel
quale i trattenuti sono ospitati in veri e propri container, quello di Trapani e di Lamezia Terme,
dove gli spazi sono insufficienti rispetto alle persone ospitate e nei quali si è registrato un
eccesso di trattamento con psicofarmaci e gravi casi di autolesionismo (tagli su tutto il corpo e
lesioni alle mani provocate da ripetuti colpi contro le pareti o da carte telefoniche). Ma anche le
strutture che non hanno carenze come queste hanno sollevato dubbi consistenti riguardo alla loro
adeguatezza.
Quel che sembra emergere dal rapporto è innanzitutto la trasformazione di finalità che i Cpt hanno
subito di fatto nel tempo. Nati per procedere, entro 30 e poi 60 giorni, all’identificazione e al
rimpatrio dei cittadini stranieri rintracciati sul suolo italiano senza permesso di soggiorno,
sono poi diventati vere e proprie estensioni del carcere giudiziario: la media di persone con
esperienza carceraria in questi centri è del 60% con punte del 95% nel Cpt di Modena. Questo non solo
significa che c’è una grave lacuna del sistema amministrativo che dovrebbe espletare le procedure di
identificazione e rimpatrio per i detenuti, ma anche che si creano una serie di situazioni
inammissibili, dal prolungamento di fatto della detenzione per chi ha già scontato la propria pena, alla
difficoltà di offrire servizi che vadano bene per tipologie di persone e problemi molto diverse.
La confusione sullo statuto reale di questi centri si unisce, inoltre, a una generale incapacità
di fornire assistenza legale agli stranieri. Per esempio, ad oggi i richiedenti asilo non devono
essere trattenuti nei Cpt, ma possono avere un permesso di soggiorno valido fino al riconoscimento o
al rifiuto dello status di rifugiato: Msf evidenzia come spesso questa procedura non venga
rispettata.
Tra le “pratiche” più gravi messe in atto nei Cpt, infine, ci sono la somministrazione massiccia
di psicofarmaci, a volte senza la consultazione delle Asl, come la mancanza di un trattamento
psicologico per i casi di autolesionismo, e di un trattamento corretto delle tossicodipendenze.
Le caratteristiche evidenziate da Msf vanno a rafforzare la piattaforma della giornata europea
contro i CPT, indetta per il 31 gennaio." I centri di detenzione per i migranti più che essere luoghi
di eccezione del diritto sono diventati dei luoghi normali di repressione- che il governo vuole
istituire in ogni provincia - il punto terminale della catena di condizioni che impongono la
precarietà, la clandestinità, lo sfruttamento dei migranti in Europa”, si legge nel manifesto della
Giornata di lotta per la libertà, la dignità e i diritti dei migranti , indetta dal Social Forum di
Parigi persabato.In Italia, ci saranno manifestazioni a Torino, a Roma e Caltanisetta.
L’Unita