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Su Ilaria Alpi

Publie le martedì 3 febbraio 2004 par Open-Publishing

da liberazione

Caro direttore, il lavoro della Commissione sul caso di Ilaria Alpi si
profila come particolarmente difficile se cercherà di portare rimedio alle
grav

Caro direttore, il lavoro della Commissione sul caso di Ilaria Alpi si
profila come particolarmente difficile se cercherà di portare rimedio alle
gravi falle che hanno segnato finora l’indagine. Pensiamo ad esempio alle
falle della Commissione Gallo che ha sentenziato senza sentire il dovere di
recarsi in Somalia. Oltre 100 intellettuali somali avevano chiesto di
essere ascoltati, mentre 12 somali vennero fatti venire in Italia ed uno di
loro che voleva fare delle denuncie fu messo sotto processo. Pensiamo alla
estromissione dall’inchiesta del magistrato Pititto, che pure aveva cercato
di dare un consistente contributo. Pensiamo agli interrogatori del
maresciallo Aloi, autore di un famoso diario in cui rivelava anche alcune
notizie importanti concernenti Ilaria Alpi.

Il suo interrogatorio fu a
lungo e inspiegabilmente procrastinato e quando finalmente ebbe luogo fu
interrotto con una sorprendente dichiarazione che giustificava
l’interruzione con la "stanchezza" della Commissione stessa.
L’interrogatorio non venne mai ripreso.

La stessa Commissione aveva chiuso in un primo tempo l’inchiesta senza
prendere nemmeno in considerazione il diario Aloi e solo dopo un intervento
del ministro protempore Andreatta fece un supplemento di indagini. Pensiamo
alla presenza presso l’Ambasciata Italiana a Mogadiscio del maresciallo Li
Causi, addestratore di Gladio e già capo del Centro Scorpione di Gladio a
Trapani e già impiegato come operatore degli Ossi nel caso Dozier. E ciò
tenendo presente che gli Ossi in due sentenze della magistratura sono stati
considerati come un organismo eversivo dell’ordine costituzionale.

Pensiamo alle morti che hanno lasciato dei dubbi in Somalia come quella
oltreché de Li Causi (a cui è stata attribuita una medaglia d’oro alla
memoria) della crocerossina Cristina Luinetti. Ma anche alla morte del
maresciallo Mandolini, già guardia del corpo del generale Loi, ucciso
vicino a Livorno e al caso di Vittorio Lenzi, l’operatore della troupe
svizzero-italiana rimasto vittima di un incidente sul lungolago di Lugano.
Pensiamo infine alle vicende dei nostri servizi segreti in Somalia, ai loro
stretti legami con l’organizzazione di sicurezza somala, pensiamo alle
vicende che in Somalia hanno interessato la vendita di armi tra cui la
vicenda Massimo Pugliese - Santovito, pensiamo all’allontanamento del
generale Giovannone dalla Somalia. Pensiamo alla tragica fine del
colonnello Mario Ferraro, capo della sorveglianza interna dei servizi, e al
corrente di tutte le vicende dei servizi stessi.

Non sarà facile alla Commissione rispondere in sei mesi a tutte le
questioni rimaste aperte nelle vicende somale che direttamente o
indirettamente hanno a che fare col caso Alpi, occorrerà molta solidarietà
e partecipazione ai lavori della Commissione da parte di tutti coloro che
potranno aiutarla nei suoi delicati compiti.

Falco Accame (Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle
Forze Armate e famiglie dei caduti)