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Sul sequestro di Simona Torretta, Simona Pari e dei due operatori umanitari iracheni

Publie le mercoledì 8 settembre 2004 par Open-Publishing

Non ci rassegniamo a vivere in un mondo impossibile.Ci stringiamo alle famiglie, ai compagni e alle compagne di Un ponte per.

Sul sequestro di Simona Torretta, Simona Pari e dei due operatori umanitari iracheni

Il vaso di Pandora è stato aperto e i demoni impazzano per il mondo.
La pratica della forza ha sostituito la politica. L’arbitrio del potere ha scalzato il primato del diritto.

La spirale di violenza che si produce sfugge ad ogni logica e ad ogni tentativo di controllo.

Stiamo ancora piangendo i bambini di Beslam. Portiamo il lutto per Enzo Baldoni. Siamo in ansia per la sorte degli ostaggi francesi, mentre da anni ci battiamo contro la guerra e l’occupazione in Iraq, vicini alle sofferenze della popolazione civile irachena.

Oggi angoscia si aggiunge ad angoscia per il sequestro di Simona Torretta, Simona Pari, nostre compagne di impegno per la pace, e dei due operatori umanitari iracheni.

Il movimento pacifista tutto è colpito direttamente.

Ci stringiamo alle famiglie, ai compagni e alle compagne di Un ponte per, impegnati da anni in un prezioso lavoro di solidarietà concreta durante l’embargo, la guerra e l’occupazione

Facciamo appello ai loro sequestratori per la loro liberazione immediata.

Al governo italiano chiediamo di prendere ­con serietà e determinazione- tutte le iniziative utili per la salvezza dei quattro sequestrati.

Al popolo della pace facciamo appello perché prosegua l’impegno di sempre, rilanciando con energia la propria iniziativa. Non ci rassegniamo a vivere in un mondo impossibile. Alla guerra e la barbarie c’è una sola alternativa: un progetto politico fondato sulla pace, sulla giustizia, sui diritti umani.

La Presidenza Nazionale ARCI